domenica 28 aprile 2013

Evento violento

Sono circa le 22 quando arriva la chiamata, sul foglio della missione c'è scritto "Codice Giallo, evento violento" e basta.
Questa notte siamo in quattro, un po' poco convinti della situazione ci avviamo sul target.
"Ragazzi occhio se vedete qualcosa di strano prima di scendere..." dico alla mia squadra mentre andiamo.
Arriviamo in posto in pochi minuti, ci troviamo davanti una normalissima palazzina di provincia avvolta nel buio di una altrettanto normale e silenziosa notte invernale.
Scendiamo e andiamo verso il citofono, cerchiamo il cognome indicato sul foglio e suoniamo diverse volte finché una vocina flebile ci risponde "Chi... è?"
"L'ambulanza" le dico con calma
"Ok... vi apro... secondo piano" ci dice e riattacca
Noi saliamo fino al piano indicato dove una ragazzina, occhio e croce di 16 anni di origini slave, ci aspetta vistosamente nervosa.
"Ciao, siamo dell'ambulanza, cos'è successo?" le domando guardandomi in giro
"E' per mia madre, i Carabinieri sono già andati via, entrate vi prego, controllate se sta bene!" ci dice
Entriamo e vediamo una giovane donna, non più di 35 anni, piangente in posizione fetale sul divano.
"Permesso signora, siamo dell'ambulanza... come si chiama?" le domando avvicinandomi con cautela
"Mamma è l'ambulanza, lasciati aiutare e racconta anche a loro cosa ti ha fatto!" la incita la figlia con tono esasperato
"Maria, mi chiamo Maria" ci dice singhiozzando
"Maria stia tranquilla, siamo qui per aiutarla e assicurarsi che lei stia bene... se la sente di raccontarci cos'è successo?" le domando sedendomi per terra di fianco al divano
Maria si mette seduta con fatica, e stando sempre rannicchiata sotto lo sguardo vigile della figlia inizia a parlarci "Il mio compagno... lui ha un cagnolino... maltratta il cagnolino, lo lascia sempre chiuso in macchina e non gli dà da mangiare né da bere...io... io stasera gli ho detto che è disumano, che quel povero cucciolo non ha colpa se lui è una brutta persona...e lui... lui..." la voce spezzata dai singhiozzi le impedisce di parlare
"Mamma diglielo! Avanti! Hai sentito i Carabinieri, no? Devi dire la verità!" le dice la figlia
"Maria si prenda il tempo che le serve..." le diciamo cercando di tranquillizzarla "Adesso ci siamo noi con lei, non si preoccupi..."
"Lui mi ha picchiata..." dice d'un fiato "Quando gli ho detto così mi ha insultata, ha detto che il cane è solo un animale e mi ha buttata per terra, mi ha sbattuto la testa contro il marciapiede...mi ha dato calci e pugni in pancia e poi è scappato con il cane e i suoi tre figli che ha in affidamento...lui è venuto qui dal Marocco per cercare lavoro e mantenere i  bambini... non mi aveva mai picchiata..." e le lacrime le rigano il viso
"Maria permetterebbe ai miei colleghi di controllare se va tutto bene? Ha dolore da qualche parte?" le chiedo
Lei mi fa cenno di si con la testa e lascia che la mia squadra si occupi di lei, mentre io parlo con la figlia in un'altra stanza per capire qualcosa in più.
"Abbiamo chiamato i Carabinieri, sono venuti, hanno fatto delle domande e ci hanno detto di chiamare l'ambulanza e andare in ospedale perché ormai quel pazzo è scappato..." mi dice desolata la ragazzina "Io ho chiamato il mio fidanzato per farmi portare su in ospedale e riportare a casa la mamma...sta arrivando!"
"Ti ringrazio"
"Statele vicino..." mi dice sottovoce
"Stai tranquilla, ci prenderemo cura di lei al meglio" le dico cercando di rassicurarla
"Grazie, davvero..." mi dice ed esce a telefonare di nuovo probabilmente al ragazzo che la stava raggiungendo
Chiamo la Centrale, spiego la situazione e prepariamo Maria per il ricovero; dice di avere mal di testa, ha uno zigomo tumefatto e dei dolori addominali, ma tutto quel dolore che sente non aveva niente a che fare con lo zigomo o l'addome, è qualcosa che ti dilania dentro e noi l'avevamo capito.
Durante il viaggio si tranquillizza un po', ci racconta del rapporto travagliato con questo compagno con cui stava da qualche anno, del fatto che non aveva mai alzato le mani, soltanto la voce, e dell'atroce dolore che si prova quando la persona di cui ti fidi e che ami ti fa del male in questo modo.
Fa un po' male anche a noi questo discorso in effetti.
In poco arriviamo in PS dove spiego l'accaduto e l'infermiere di Triage prende in carico Maria.
"Grazie..." ci dice accennando un sorriso "Davvero..."
Noi le sorridiamo "Buona fortuna Maria..." le rispondiamo e usciamo dal PS con l'amaro in bocca.

domenica 7 aprile 2013

Cardio è più forte!

Siamo alla 3 uscita di una notte delirante.
Arriva il foglio della missione: "Giallo, malore e febbre in paziente cardiopatico".
Arrivare a casa del paziente è una vera odissea.
Avete presente quei paeselli con quelle vie che pian piano si stringono ad imbuto? Ecco.
Rischiamo di incagliarci in mezzo ad una specie di viottolo, ma per fortuna la nostra autista è il mago delle manovre.
"Oddio oddio oddio non passaaaaa"
"Si dai dai ambulanzina, dai che ci passi su, fai la brava!" e ritirando gli specchietti riusciamo a passare.
Ci guardiamo tutti e quattro sudati.
"TomTom di merda, io sapevo arrivarci qui dalla strada principale" è stato il commento dell'autista mentre noi  imprecanti scendevamo dal mezzo.
Entriamo in questa casa, sono circa le 23.30, e veniamo accolti da Manuela, sui 70 anni, un po' agitata.
"Permesso!"
"Avanti dottori, entrate pure!" ci dice tremolante
"Non siamo i dottori signora, è l'ambulanza!" le dice con calma il mio caposquadra "Cosa succede?"
"Eh venite, guardate, è lì mio marito Ernesto, è a letto, ha la febbre e la pressione bassissima, non riesce ad alzarsi, ha anche mal di pancia..."
Ci avviciniamo al letto dove Ernesto, 70 anni, ci guarda tremante e un po' sorpreso "Uh Gesù l'ambulanza! Ma Manuela!!!!"
"Buona sera Ernesto, vedo che già ci ha riconosciuti! Come si sente?"
"Eh... passa... sarà influenza... avevo mal di pancia e febbre, io soffro già di bassa pressione e mi sentivo un po' debole..."
"Capisco, ha preso qualche medicinale? Ragazzi, parametri nel frattempo, grazie!"
Noi prendiamo tutti i parametri, la pressione si sente appena la massima di circa 80.
"Ha mangiato oggi Ernesto?"
"Si si! Poco, però ho mangiato pastina, pane, insalata, salame e un pezzo di torta!" ci dice
Alla facciazza del poco, pensiamo guardandoci sorridendo.
"Vorrei comunque fare un controllo in pronto soccorso, per capire perché non passa..." ci dice preoccupato "Ah, Manuela! Che pastiglietta mi hai dato oggi quanto ti dicevo che avevo mal di testa e che alla fine non mi ha fatto niente?"
La moglie si guarda in giro, ci pensa e poi raggiante tira fuori la ben nota scatolina che ci lascia interdetti qualche istante e me la porge.
La guardo e le chiedo "Gli ha dato davvero... questa? Perché?"
"Beh stava male, l'Aspirina non mi sembrava abbastanza, ma avevo la mia Cardioaspirina... sa Cardio vorrà dire che è più forte e l'influenza passa prima, no???" mi dice soddisfatta della pensata
"Ehm signora Manuela, non funziona proprio così... la Cardioaspirina per l'influenza non serve a molto, Cardio non vuol dire 'più forte'! Anzi...in realtà la Cardioaspirina in termini di dosaggio non è particolarmente efficace per il mal di testa sa...ne ha parlato col suo medico?" le dico pensierosa guardando i miei colleghi
"Ah no con lui no sennò guai... Ma io pensavo di si...Cardio mi dava proprio quell'idea!" e si incupisce
Noi, sconsolati e inteneriti allo stesso tempo dalla scena, organizziamo il trasferimento di Ernesto sull'ambulanza armati di telo perché non riusciva nemmeno a stare seduto.
In poco tempo arriviamo in ospedale, e l'infermiere del Triage ci guarda perplesso "Quindi vediamo se ho capito signor Ernesto: lei stava poco bene per l'influenza, soffre di pressione bassa e sua moglie gli ha dato la Cardioaspirina per il mal di testa e pancia, che non sono passati?"
"Eh si, Cardio è più forte!" gli risponde sottovoce tenendo la mano della moglie
"Eh certo...naturale...dai ragazzi, mettetelo sul lettino, datemi 5 minuti e vengo a spiegarle a cosa serve la Cardioaspirina ok signor Ernesto?" dice rassegnato l'infermiere.
"Grazie ragazzi, siete stati gentilissimi!" ci ringraziano entrambi
Noi salutiamo e ce ne torniamo sul mezzo senza dire una parola.
Quando siamo su tutti, prima di mettere in moto ci lanciamo un'occhiata tra di noi "Cardio è più forte, eh?"
"Abbastanza da far arrivare un'ambulanza a quanto pare...chissà se è scritto sul bugiardino!"