tag:blogger.com,1999:blog-83166246154478970592024-03-14T11:26:52.211+01:00DIARIO DI UN SOCCORRITOREEssere un soccorritore è un'esperienza che merita di essere raccontata.
Ciò che scrivo è un insieme di vere esperienze e pensieri personali, che metto per iscritto sempre nel rispetto della privacy altrui e restando nell'anonimato, perché in fin dei conti io sono una persona qualunque.
Eventuali nomi e/o indirizzi sono frutto della mia immaginazione.Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.comBlogger112125tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-10295345753276704382018-04-27T13:05:00.000+02:002018-04-27T13:05:06.841+02:00Niente cachiE' una sera d'autunno, con pioggia scrosciante e freddo umido annessi, tutto nella norma insomma.<br />
Abbiamo appena finito di cenare tutti assieme come di rito, mancava giusto il dolce quando arriva la chiamata.<br />
"E' un codice verde, siamo in supporto alla Guardia Medica, in nota c'è scritto psichiatrico" legge il CE<br />
"Probabilmente dovremo trasportare il paziente" commentiamo chiudendoci dentro il giaccone anti-pioggia "Va che fortuna, è qui vicino, faremo in frettissima... ho ancora un languorino!"<br />
"Si in effetti anche a me è rimasto uno spazietto per il dolce..." rispondo divertita, e ci avviamo al target che raggiungiamo in pochi minuti.<br />
La via che porta ad una grande corte, tipica delle nostre parti, è di quelle con quei sassolini piccoli piccoli che maledici ogni volta perché si incastrano nella suola degli scarponi.<br />
Scendiamo e vediamo che il dottore è fuori dalla porta che ci aspetta.<br />
"Ciao ragazzi, finalmente siete arrivati... entriamo assieme ok?"<br />
"Ehm si ok, ma che succede?" chiediamo per avere chiarimenti, e il dottore ci spiega che ha chiamato una coppia nota, e che da solo non si fida ad entrare.<br />
"Non possiamo entrare tutti assieme, mettiamoci d'accordo; due entrano con me e due stanno fuori, così stiamo più tranquilli; i signori non hanno intenzione di far entrare tutti, me l'hanno già detto al citofono" ci propone il dottore, a noi sembrava un buon piano anche se, in tutta onestà, non vedevamo il problema: la coppia non era stata definita pericolosa, ma semplicemente sarebbe stato necessario un po' più di pazienza.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiu1-WJiSkCefRk1-arObREYd5ZsYt78GnjaYPI7fHgrezEl87U04IhUm21kI8vOMR2ZYA2Jh2I5XmD3hDrk6NfUwGyHdN4aM_9J9tBofDftv_8nos3a8ENUWMnG2BU3Jq5x10h0zHLBfwF/s1600/Capture.PNG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="251" data-original-width="346" height="231" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiu1-WJiSkCefRk1-arObREYd5ZsYt78GnjaYPI7fHgrezEl87U04IhUm21kI8vOMR2ZYA2Jh2I5XmD3hDrk6NfUwGyHdN4aM_9J9tBofDftv_8nos3a8ENUWMnG2BU3Jq5x10h0zHLBfwF/s320/Capture.PNG" width="320" /></a></div>
Suoniamo il campanello e apre un uomo, sui 70, dall'aspetto un po' trasandato.<br />
Da quello stretto spiraglio attraverso il quale l'anziano si sporge, riusciamo ad intravedere una piccola porzione di scala, completamente sommersa da oggetti non ben identificati, e ricoperta da una patina di sporcizia che probabilmente non veniva rimossa da un po'.<br />
<i>Iniziamo a farci un'idea del problema.</i><br />
"Buona sera, sono il medico, sono qui con i ragazzi dell'ambulanza, possiamo entrare?"<br />
L'anziano ci guarda perplesso, poi titubante indica il dottore e il nostro autista "Solo voi due" e i due "prescelti" entrano in casa.<br />
Mentre varcano la soglia, noi rimasti all'esterno mimiamo il gesto del telefono, l'autista annuisce e la porta si chiude alle loro spalle.<br />
Noi restiamo sull'uscio, la pioggia cade incessante.<br />
"Ma secondo voi.... che staranno facendo?"<br />
"In CSI sarebbe già successo qualcosa..."<br />
"Questo è un CSI versione campagnola, c'è tutto: la corte isolata, la pioggia, poca luce, la situazione tragicomica e io in questo momento mi sento un po' il Grissom della situazione, guarda che schifo di ragno c'è sulla persiana! Magari pu<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 10pt;">ò</span> dirci qualcosa..." commenta il CE<br />
Io e il quarto ridiamo, in effetti era una situazione abbastanza anomala.<br />
"Boh, non urlano né c'è chiasso, sembra tutto ok... aspettiamo ancora qualche minuto, poi li chiamiamo"<br />
"Ma si, fingiamo una chiamata per un altro servizio, così almeno vediamo se escono"<br />
E di fatti, passati venti minuti, decidiamo di passare dalla teoria alla pratica.<br />
Chiamo il mio autista "Hey, tutto bene?"<br />
"Sí"<br />
"La situazione è davvero sotto controllo?"<br />
"Sí certo"<br />
"Ok, rispondimi come se ti stessi chiamando perché abbiamo un servizio in coda, almeno vi lasciano uscire, son passati venti minuti e dobbiamo capire cosa fare"<br />
"Ok capisco, un altro servizio, avviso l'utente e vediamo come possiamo gestire la situazione"<br />
"Grande, ci vediamo qui"<br />
Circa due minuti dopo la porta si riapre.<br />
"Grazie grazie" dice l'anziano al dottore e al nostro autista "Siete stati davvero gentili"<br />
"Di nulla, si figuri, è sicuro di non voler venire quindi?" chiede il dottore<br />
"Sí non serve, se ho bisogno vi richiamo" dice senza mettere il piede fuori dalla soglia<br />
"D'accordo, le facciamo mettere una firma per il rifiuto del trasporto allora, ok?" gli dice l'autista, porgendo il modulo.<br />
L'anziano firma senza fiatare e chiude velocemente la porta dietro alle sue spalle.<br />
"Ma cos'hai in mano doc?" chiedo, notando un grosso sacchetto di plastica bianco stracolmo di qualcosa<br />
"Ah si, il signore è stato così gentile da averci rifilato chili di cachi maturi" e ci sbologna il sacchetto pieno di frutta.<br />
Noi tre "<i>esclusi</i>" lo guardiamo confusi "Cachi? Vi ha dato dei cachi? Perché?"<br />
"Non lo so, ha insistito e non abbiamo avuto modo di rifiutare, comunque..." e guarda verso il sacchetto di cachi "fossi in voi, non li mangerei"<br />
"Perché?" chiede il terzo, che probabilmente stava già pensando di includerli nel dessert<br />
"Se aveste visto da dove li ha tirati fuori..." sospira l'autista<br />
"Tranquillo, non vogliamo sapere, va bene cosí, niente frutta"<br />
"Va beh dai, direi che possiamo anche rientrare"<br />
Riaccompagnato il dottore alla sua macchina, ci avviamo verso la sede.<br />
"Ma quindi?? Cos'è successo?? Dai racconta!"<br />
"Niente, è questo il punto. Erano solo un po' in ansia...ma credo che il fulcro del problema non fosse quello"<br />
"Non ce la racconti giusta tu...."<br />
"Uhm potrebbe..." ride l'autista "Era una situazione decisamente inconsueta, ad un certo punto non sapevo dove mettere i piedi ecco"<br />
"Alla CSI?" incalza di nuovo il CE, ridendo<br />
"Mah direi tipo quei programmi folkloristici che trasmette Real Time... Comunque vi prego, davvero, niente cachi, non potete capire a cosa sono sopravvissuti quei frutti"<br />
"Uff e va bene, niente cachi!"Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-62787393131454126892018-04-13T14:26:00.001+02:002018-04-13T14:26:17.196+02:00Piccole fortune<i>Ci ritentiamo, senza preamboli...</i><br />
<br />
Sono le 6.40 di un venerdi mattina, ho sonno ed è anche freschino fuori, siamo ai primi di novembre del resto.<br />
Finita la check-list, il caffè ci sta tutto "Caffè per tutti?"<br />
I miei due compari annuiscono, non è ancora ora di parlare.<br />
"E dopo il caffè... scaliamo?"<br />
"Ovviamente, mi devi ancora una rivincita..."<br />
I tornei di scala quaranta, riacquistato un certo grado di coscienza post caffeina, sono il must della mattinata.<br />
Mentre ci accingiamo a prendere le carte per dare il via ad un agguerrito, scorretto e scurrile match, il telefono suona.<br />
Il mio terzo si fionda a prendere la chiamata, durata pochi secondi.<br />
"Rosso" dice "Tir contro trattore, nessuna informazione precisa al momento"<br />
"Scusa?" io e l'autista lo guardiamo <br />
"Che problema avete con l'italiano? Ho detto, tir contro trattore!"<br />
Sempre piu' convinti che il nostro terzo non abbia capito un accidenti, ci avviamo al target.<br />
"Tir contro trattore? Dai, avrai capito male..."<br />
"Sicuro non hai capito, ci scommento quello che volete!"<br />
"La finite o no, infami? Ho capito benissimo!" <br />
Arriviamo dopo poco sul target, scendiamo dal mezzo e guardiamo la scena.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTePpNBtIIo_eosepBRzQMR6ebNDGvz2Uxpi3KsqnUPSBtvJQkZYh1Ud42ty8FuFGmfPVemboe8NGOl32RwIQaIWycODOVWlyT7ODVdCcjjApyBmA_JMY8gl99K39agPUjucZprYTp57ep/s1600/Capture.PNG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="543" data-original-width="720" height="241" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTePpNBtIIo_eosepBRzQMR6ebNDGvz2Uxpi3KsqnUPSBtvJQkZYh1Ud42ty8FuFGmfPVemboe8NGOl32RwIQaIWycODOVWlyT7ODVdCcjjApyBmA_JMY8gl99K39agPUjucZprYTp57ep/s320/Capture.PNG" width="320" /></a></div>
"Visto?" sbuffa il terzo, che in effetti ha ragione.<br />
Davanti a noi un tir enorme accostato sul lato della strada e nel campo, ribaltato, un piccolo trattore fumante.<br />
"Di qui, di qui ragazzi!" ci chiama una voce fuori dal nostro campo visivo.<br />
Ci giriamo istintivamente e vediamo un gruppo di persone dentro al cortile del condominio davanti al luogo dell'incidente.<br />
"Sono tutti e due qui, sia il ragazzo sia l'autista del tir, dovevate vedere che roba!" mi dice un uomo sui 70 anni indicandomi un muretto dove è seduto un ragazzo giovane, sui 30 anni, davanti al quale è in piedi un uomo sui 40.<br />
<br />
"Ciao, siamo dell'ambulanza, siete stati coinvolti solo voi nell'incidente?" chiedo<br />
Il ragazzo e l'uomo annuiscono.<br />
"Non l'ho visto arrivare, poi ho sentito il botto!" ci dice agitato l'uomo <br />
"Non so come sia potuto succedere, ma il tir mi ha urtato e per fortuna il trattore è rimbalzato contro il mezzo e invece di finire sotto, è stato sbalzato nel campo dove lo vedete adesso" racconta Domenico, pallido e tremante "Se ci penso..."<br />
<em>Ci scambiamo un'occhiata veloce tra noi tre, l'unico pensiero che ne traspare è un sonoro "checculo".</em><br />
<em>Ebbene si, Domenico è stato molto molto molto fortunato, pur avendo fatto un discreto volo.</em><br />
"Hai camminato fin qui da solo?" gli chiedo, il mio terzo si era già posizionato alla testa e l'autista aveva già in mano il collare cervicale<br />
"Si si, non mi sono fatto nulla, sono appena rotolato, ero quasi fermo! Mi tremano le mani e sento freddo" ci dice con occhi lucidi<br />
"Non preoccuparti, adesso ti portiamo al caldo" gli diciamo, quindi lo immobilizziamo, carichiamo e copriamo velocemente.<br />
Avviso la CO che non si tratta di un codice rosso, e do tutti i parametri.<br />
La saturazione è 96%, il polso è accelerato e la pressione bassa, 90/60; l'esame testa-piedi risulta negativo, ha solo qualche contusione al braccio e alla gamba destra, lato della caduta; a parte questo Domenico è sano come un pesce.<br />
"Ho freddo e ho paura" ci dice tremante "Pensavo di finire sotto!"<br />
"Per fortuna è andata bene" gli dice il mio terzo "Vedrai che starai meglio, è normale che tu sia spaventato"<br />
"Potevo morire" <br />
"Ma non è successo, sei stato fortunato, non hai un graffio...adesso ti scaldiamo e in PS ti faranno tutti gli accertamenti del caso"<br />
"Hai ragione..." sospira, facendo un immane sforzo per calmarsi "La paura è stata tanta, sono un po' agitato" <br />
"Ne hai tutte le ragioni" gli dico "Ora cerca di tranquillizzarti, e se senti qualcosa di diverso dal solito come dolore improvviso, nausea etc. avvisaci, ok?"<br />
"No ma sto bene, sento solo una grande agitazione, ma adesso passa... è già meno di prima"<br />
Teniamo monitorati i parametri di Domenico, e arriviamo in PS che è quasi tranquillo.<br />
"Grazie ragazzi, scusate se non sono stato molto di compagnia...è che non è che mi capita tutti i giorni di rischiare la pelle in questo modo..."<br />
"Ehehe non preoccuparti, è comprensibilissimo... rischiare la pelle non piace a nessuno del resto... "<br />
"Si beh... diciamo che questa era una lotta impari!"<br />
Lo salutiamo ridacchiando "Eh alla faccia della lotta impari, qui il potere della botta di culo è stato provvidenziale... e voi che non mi credevate!" ci rimprovera il nostro terzo<br />
"Non t'allargare, anche tu a parti opposte saresti stato scettico!" gli dico ridendo<br />
"Si vabbè hai sempre ragione tu allora" mi risponde stizzito, quindi l'autista gli mette una mano sulla spalla "Trattore o non trattore, camion o non camion, non fa differenza. Se una donna vuole avere ragione, lei avrà ragione. Torniamo in sede, che vi do una bella pettinata a carte e poi ci facciamo un altro caffè".<br />
E quando il mio autista dice così, non conta il fatto che sia un uomo: vince sempre lui.Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-38753639552117967152015-10-16T15:48:00.000+02:002015-10-16T15:48:10.263+02:00In incognitoHo questo preciso ricordo di una sera, non troppo tarda, di fine inverno; siamo ancora svegli, quando arriva la chiamata.<br />
"Rosso" mi dice il caposquadra mentre legge il foglio "Scrivono evento neurologico"<br />
Raggiungiamo velocemente il target, il civico è quello di una normalissima palazzina, e all'ingresso ci viene incontro un uomo, sui 70 anni.<br />
"Di qua" ci dice, e senza altre spiegazioni ci conduce in casa.<br />
"Permesso" appena varcata la soglia un forte odore di vomito e urina ci investe, istintivamente ci guardiamo in giro, ma non risciamo a capire subito la fonte.<br />
Percorriamo un breve disimpegno di qualche metro e ci troviamo nel soggiorno dell'appartamento dove ci sono un divano, a fianco del divano un tavolino da caffè di vetro e a lato del tavolino, il tavolo del soggiorno.<br />
Sul divano c'è un uomo seduto, sugli 80 anni abbondanti, con lo sguardo perso nel vuoto e le braccia distese sulle gambe; seduta su una sedia attaccata al muro c'è un'anziana signora, bastone alla mano, che ci guarda divertita, e infine in piedi vediamo un'altra donna sui 65 anni.<br />
Totale occupanti del soggiorno: 4, da sommare a noi 4. <br />
<em>La sensazione che ci stia sfuggendo qualcosa inizia a farsi largo nelle nostre testoline.</em><br />
"Cos'è successo?" chiede il CS agli astanti, indirizzandosi all'uomo che ci aveva accolti<br />
"Niente" dice secco "non è successo niente"<br />
<em>Chiaro, non succede niente e si chiama l'ambulanza. La sensazione di prima diventa una certezza.</em><br />
Ci avviciniamo all'uomo sul divano, che ha le sembianze del paziente che cerchiamo.<br />
"Buona sera, riesce a dirmi come si chiama?" chiedo avvicinandomi<br />
"Antonio Bianchi, residente qui" mi risponde la signora sui 65 anni <br />
<em>Antonio non parla, ci segue solo con lo sguardo e annuisce se necessario, è bollente, e notiamo che sembra essere stato rivestito e "ripulito" di fretta; l'odore di vomito e urina è fortissimo e proviene dai suoi vestiti allacciati alla buona e che, visti da vicino, si nota essere pieni di macchie/aloni freschi.</em><br />
La signora anziana con il bastone si alza, mentre il CS parla con l'uomo che ci aveva accompagnati cercando di tirare le somme, e si siede sul divano vicino ad Antonio.<br />
La seguiamo con lo sguardo, sembra la scena di un film muto: con calma si siede, ci guarda con un sorriso e ad un certo punto inizia a dondolarsi lentamente.<br />
Il CS volta lo sguardo di nuovo verso le persone appoggiate al muro, la signora era alle sue spalle, quando si lascia cadere di faccia verso il tavolino di vetro.<br />
"Attenta! Prendila!" urlo al CS, che si volta di scatto; la signora si ferma, si rimette seduta e continua a guardarci ridendo.<br />
<em>Penso sia facile immaginare le espressioni sulle nostre facce, non credo siano necessarie descrizioni accurate.</em><br />
"Se non è successo nulla, perché avete chiamato l'ambulanza?" incalza il CS<br />
E alla fine, la signora sui 65 anni, cede e dice che "Antonio è stato male, ma succede, non è nulla di che... è già stato in ospedale, ma non ho nessun documento"<br />
Mentre il CS parla con la signora, noi manteniamo un occhio sulla sorridente anziana sedutaci accanto, e continuiamo a valutare per quanto possibile Antonio.<br />
A valutazione terminata, concludiamo che Antonio si è sentito male, è stato ripulito insieme con divano e pavimento circostante, e successivamente sono stati allertati i soccorsi, probabilmente perché i presenti si sono accorti che l'anziano rispondeva solo limitatamente a stimoli verbali.<br />
"Dobbiamo andare in ospedale, è seguito da qualche parte?"<br />
"L'ultima volta è stato a XXX, poco tempo fa" ci dice la signora sui 65 anni<br />
"Ok, possiamo segnalarlo, se sarà possibile chiederemo di essere portati a XXX signora. Il tesserino sanitario?"<br />
"Non ce l'ha qui" ci dice <br />
"Ma il signor Antonio non è residente qui?"<br />
"Si lo è, ma non abbiamo la sua documentazione al momento" <br />
<em>Di bene in meglio.</em><br />
"Va bene signora, non importa, lo carichiamo e andiamo via; raggiungeteci pure a XXX con tutto il necessario" .<br />
In quel momento la signora anziana che poco prima aveva tentato di lanciarsi sul tavolo, si alza, si dirige verso Antonio, gli prende il portafogli della tasca e davanti a tutti toglie una mazzetta alta almeno 2 cm di contanti di grosso taglio dandoli in mano alla signora di 65 anni, poi rimette nella tasca il portafogli vuoto senza né contanti né documenti.<br />
<em>Basiti. Ci siamo lanciati uno sguardo veloce, in quel momento avevamo pensato tutti la stessa cosa:</em> <strong><em>"Ma dove diamine siamo finiti?!"</em></strong><br />
Carichiamo senza fatica Antonio, e arriviamo abbastanza velocemente all'Ospedale vicino.<br />
Ci accoglie l'infermiere del triage, e con serena convinzione il CS presenta la situazione e il, secondo noi, noto Signor Antonio Bianchi.<br />
"Ragazzi... non vorrei deludervi, ma non esiste nessun Antonio Bianchi ricoverato qui di recente, nato il giorno che dite e residente dove siete andati a prendere questo signore"<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgynqsxoEf02IkvUbyFezwlE5vJNWUKXLJ8aL2SWO1-Ov80fj316bJcOwGKRgceiFFXY_k1awxvBhgsg-bYqv4EpamIcH1fFoR0WBoeyJ8sWKdeUtNYkB-HqMf1wstrrU-9ogfwLZqkeOaM/s1600/ignoto.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgynqsxoEf02IkvUbyFezwlE5vJNWUKXLJ8aL2SWO1-Ov80fj316bJcOwGKRgceiFFXY_k1awxvBhgsg-bYqv4EpamIcH1fFoR0WBoeyJ8sWKdeUtNYkB-HqMf1wstrrU-9ogfwLZqkeOaM/s320/ignoto.jpg" width="320" /></a></div>
<em>Ma certo, giusto questa ci mancava. Se questo non è Bianchi Antonio... chi cavolo è?</em><br />
Quello che, fino a pochi secondi prima, per noi è stato Bianchi Antonio, era sulla barella, come l'avevamo trovato era rimasto.<br />
"Ragazzi lo registro come ignoto, finché non ci dirà qualcosa" <br />
Lasciamo l'ignoto-Bianchi-Antonio in PS e rientriamo.<br />
"Da noto a ignoto in meno di un'ora... questa mi mancava proprio"<br />
"Magari nella vita reale vive sotto copertura, ha una vita segreta e quindi si nasconde..."<br />
"Si certo, è sicuramente la possibilità meno remota di tutte!"Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-52163365776346065642015-08-29T10:03:00.000+02:002015-08-29T10:03:58.589+02:00Un anno dopo, codice giallo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWW_YGL4xBEKei-N_GCDmTQE4kV72rWnDplO4-YnBIQ9B7oOBi2qaxXcU5g8vWk1EnJU86GFhsI_9h-L70_vM65ZWk8WdAfdCRSSXBvI2XtWPdalFHnwdoDfdGJ89Pamt1MXgw5yhjuRA8/s1600/calendario.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWW_YGL4xBEKei-N_GCDmTQE4kV72rWnDplO4-YnBIQ9B7oOBi2qaxXcU5g8vWk1EnJU86GFhsI_9h-L70_vM65ZWk8WdAfdCRSSXBvI2XtWPdalFHnwdoDfdGJ89Pamt1MXgw5yhjuRA8/s320/calendario.gif" width="264" /></a></div>
<em>Lunga, lunghissima pausa, in parte obbligata e in parte sentita.</em><br />
<em>Rieccoci, dopo un annetto di silenzio.</em><br />
<em>E' stato un anno impegnativo, che purtroppo mi ha portata a mettere da parte tante, forse troppe cose.</em><br />
<em>Si un anno è lungo per un blogger, lo so, ma spero di poter riprendere.</em><br />
<em>Non è semplice ricominciare da un giorno all'altro, ma mi è mancato.</em><br />
<br />
E quindi eccoci qui, ancora.<br />
Per riprendere in un modo familiare, qual miglior modo se non scrivere?<br />
<br />
<br />
<br />
Oggi vi parlo di un episodio di una manciata di anni fa, un agosto caratterizzato da un caldo africano... di quelli, per capirci, che vi fanno appiccicare la divisa addosso talmente in fretta che persino andare in bagno diventa un'esperienza adrenalinica: i pantaloni saliranno prima che arrivi una chiamata?<br />
Ecco, questo tipo di caldo.<br />
<br />
Fa caldo, un caldo pazzesco e noi stiamo bene seduti su divano con il ventilatore puntato addosso, saremmo i testimonial perfetti per una pubblicità dell'Estathé.<br />
Il momento refrigerante viene interrotto dal solito squillo del telefono, sono le torride 11 del mattino di un venerdì: "Giallo, dispnea a XXX.".<br />
Partiamo velocemente alla volta del target, che raggiungiamo in pochi minuti: siamo dentro ad una corte, di quelle classiche. <em>Nulla di strano.</em><br />
Ci guardiamo in giro cercando un riferimento, quando dall'ultimo dei 3 piani fa capolino una signora sulla quarantina che ci urla: "Su, ultimo piano, le scale sono davanti a voi, ma fate attenzione!"<br />
Ci guardiamo interrogativamente, e ci fiondiamo su per le scale di pietra, carichi di tutto l'occorrente.<br />
Saliamo fino in cima, ma porte di appartamenti non ce ne sono.<br />
"Abbiamo sbagliato...? No dai, altre scale non ce n'erano..."<br />
"Proviamo a scendere...magari non l'abbiamo vista" e ci accingiamo a tornare giù, quando risentiamo la voce della signora di prima...sopra le nostre teste.<br />
"Di qui! E' un po' pericolante, però si può salire!"<br />
In effetti la scala davanti a noi si stringeva, continuando a salire bella ripida.<br />
Non avevamo nemmeno considerato che tal stretto passaggio portasse ad una abitazione.<br />
Saliamo, e con non poca fatica arriviamo ad un ingresso di una specie di piano mansardato; il pavimento è pieno di buchi, sembra un cantiere aperto, ci sono polvere e terra fluttuanti ovunque, tanto che l'aria diventa pesante persino per noi.<br />
"Mia mamma non sta bene" ci dice Rita, 40 anni, che vive da sola con la madre in questo piccolo appartamento "E' da ieri sera che fatica a respirare, ho provato a farla alzare per andare al Pronto Soccorso, ma non ha forze...venite!" e ci guida tra assi di legno sparse in giro, calcinacci e mattoni, in camera di Lucia, 65 anni, che è sdraiata a letto ansimante.<br />
"Buongiorno signora, siamo dell'ambulanza, come si sente? Da quanto tempo è così?"<br />
"Buongiorno... eh... ieri sera ho cominciato... ma adesso...proprio...non ce la faccio..."<br />
Con uno sguardo d'intesa, ci mettiamo in due a sollevare di peso Lucia mettendola in posizione semiseduta "Scusi Lucia se la muoviamo, ma visto che fatica a respirare è più corretto stare in questa posizione piuttosto che completamente sdraiata" le diciamo mentre la sistemiamo<br />
"Mi sembra di respirare meglio...." ci dice quasi stupita "Grazie!"<br />
Le sorridiamo e mentre il CE raccoglie informazioni, noi altri due prendiamo tutti i parametri.<br />
Lucia è ancora vistosamente affaticata e della sua documentazione medica non c'è traccia, dobbiamo fidarci di quanto ci dicono.<br />
"Andiamo a fare un controllo, ok Lucia?" le dice il CE dopo aver chiamato in Centrale, mentre noi le applichiamo l'ossigeno "Con la mascherina dovrebbe iniziare ad avere qualche beneficio, cerchi di non sforzarsi"<br />
"E come fate a portarmi fuori di qui? Siete tre, la strada è stretta e io non sono piccola... no ragazzi, siete gentili, ma io non me la sento di farvi fare tutta questa fatica" ci dice ansimante "Passerà"<br />
"Lucia non pensi a noi, siamo allenati, non ci sono problemi" le dice sorridendo il CE "Adesso io e colleghi vediamo come muoverci e la portiamo fuori di qui".<br />
"Dai mamma, dai ascolto alla signora, i ragazzi sono bravi, vedrai che ti porteranno giù, non abbiamo alternative!" la incita la figlia.<br />
<i>Noi tre ci guardiamo e ci capiamo al volo: sfoderiamo uno dei migliori sorrisi rassicuranti che solo il soccorritore sa sfoderare e Lucia si lascia convincere.</i><br />
"Se non ce la fate, non siete obbligati però.. mi lasciate qui"<br />
"Lucia, la portiamo giù, in tranquillità, vedrà che non ci saranno problemi" le sorridiamo, e mentre il CE resta con lei, io e l'autista scendiamo per preparare tutto.<br />
"Siamo allenati....?" mi dice l'autista ridendo mentre sistema la barella<br />
"Se lo dice il CE, è per forza vero!" rispondo ridendo a mia volta, prendendo la portantina<br />
"Magari intendeva 'abituati', sull'allenamento tuo e suo avrei da ridire..." continua scherzando<br />
"Non è sfottendo noi donzelle che faremo quelle scale... e visto che sei tanto allenato, la portantina puoi portarla su tu! Sai, non vorrei affaticarmi prima della discesa!" rido e gli cedo la sedia<br />
"Donne..." commenta, e in poco torniamo al piano di Lucia<br />
"Eccoli Lucia, è ora di andare!" le dice il CE<br />
"Ma adesso mi sembra di stare un po' meno male di prima" ci dice<br />
"Meno male non è bene, signora; vedrà che i miei colleghi saranno velocissimi, l'importante è che lei non si aggrappi da nessuna parte durante la discesa, ok?" le dice il CE e la facciamo accomodare aiutandola sulla sedia.<br />
Una volta assicurata, inizia la discesa.<br />
"Io chiudo gli occhi!" ci dice Lucia, che si chiude gli occhi, ma le mani istintivamente cercano il corrimano<br />
"Lucia no, il corrimano non si tocca, tenga" le dice il CE allungandole i suoi fogli "Tenga stretti questi mentre io tengo la bombola, se si attacca al corrimano rischiamo di cadere"<br />
"Ok Ok" ci dice "Ma che brutta sensazione!"<br />
"Ancora due minuti e abbiamo fatto!" le dice il CE ancora.<br />
<em>Io e l'autista, sudati in modo imbarazzante a causa dell'acrobazia che stavamo facendo per scendere da quelle scale, un po' per il caldo e un po' per lo sforzo, siamo solo riusciti a mugugnare il nostro assenso.</em><br />
Una volta arrivati, trasferiamo Lucia sulla barella e partiamo alla volta dell'ospedale vicino.<br />
"Hai tanto caldo?" mi chiede Lucia preoccupata<br />
"Un po', ma sa Lucia, non amo molto l'estate..." le dico cercando di dissimulare le scalmane che avevo.<br />
<em>Caldo? Tanto caldo? Non avevo tanto caldo. No, stavo solo sublimando e purtroppo l'accostamento cromatico che caratterizza i miei lineamenti non aiutava certo a mascherare questo stato.</em><br />
"Hai il viso dello stesso colore della croce sulla tua divisa..." mi dice divertita<br />
"Ahahah ma quando la temperatura supera i 20 °C lei diventa di quel colore dopo due minuti che ha addosso la divisa" ride il CE<br />
Io, che ridevo decisamente meno, accenno un sorriso "Tornerà l'inverno...."<br />
Arriviamo in poco in ospedale, dove lasciamo Lucia che se la rideva beatamente.<br />
"In bocca al lupo Lucia" le diciamo <br />
"Grazie, anche a voi!" ci dice salutandoci con la mano.<br />
Usciamo quindi a sistemare il mezzo.<br />
"Siamo allenati eh..." ride l'autista<br />
"Si beh... tu di certo" dico guardando verso il CE "A dir cazzate, allenatissima!"<br />
"Dai ragazzi, che saranno stati mai quel pugno di scalini...!" ci dice con finta ingenuità<br />
"...disse quella che aveva in mano la bombola!" incalza ancora l'autista<br />
"Va beh... per non far torto a nessuno... chi ha portato meno pesi, offre la colazione!"<br />
"Si si l'avevo capito che toccava a me..." conclude rassegnata il CE<br />
"Brioche super farcita, caffè e succo?" mi dice l'autista divertito<br />
"Ovvio!" rispondo<br />
"Vigliacchi...dai andiamo, prima che mi passi la fame!"Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-26195682192781415422014-05-04T17:04:00.000+02:002014-05-04T17:04:28.314+02:00A nasoPiove, sono circa le 18 di un venerdì pomeriggio quando arriva la chiamata.<br />
"Verde, caduto per strada, trauma facciale".<br />
"La fortuna che accompagna sempre la pioggia eh..." commentiamo salendo sul mezzo e raggiungendo in pochi minuti il target.<br />
La destinazione indica un edificio pubblico con un sentiero lastricato di piastrelle lisce e qualche tombino, nulla di ostico insomma.<br />
Due uomini in giacca e cravatta ci vengono incontro correndo "E' qui! Presto!"<br />
Ci guardiamo con aria interrogativa, e li seguiamo oltre questo sentiero, che termina con un giardinetto bordato da un muretto.<br />
Su questo muretto è seduta una signora sui 45, attorno a lei una decina di astanti, uno dei quali con l'ombrello.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi72L-2PbAC8HxzSr4TcgaKzdrBpD0awJSjMEk08rtjoZ7J3jMXphV6sBaHpPDzStKxMZVbOYIAywHnk_QA9hkvQa6E6vNDuwwNkTyguQF1NmUgZaJviUpnPuY1NqgySc8Jma6CPEUruoLH/s1600/5153580969_80a4efd140_z.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi72L-2PbAC8HxzSr4TcgaKzdrBpD0awJSjMEk08rtjoZ7J3jMXphV6sBaHpPDzStKxMZVbOYIAywHnk_QA9hkvQa6E6vNDuwwNkTyguQF1NmUgZaJviUpnPuY1NqgySc8Jma6CPEUruoLH/s1600/5153580969_80a4efd140_z.jpg" height="214" width="320" /></a></div>
"Buonasera signora, siamo dell'ambulanza, che succede?"<br />
"Aaaaaaaahh guardaaaaaaaaaa" urla tra le lacrime, togliendosi dal volto il fazzoletto insanguinato col quale copriva il naso visibilmente tumefatto "Sono cadutaaa, e tu cosa stai facendo lì con le mani ehh??"<br />
"Signora, tranquilla, le devo tenere ferma la testa, le mettiamo un collarino per precauzione. Mi dice il suo nome?" le dico<br />
"Olga! E sarò un mostro aaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh" continua a piangere<br />
"Noi abbiamo sentito le urla e siamo corsi fuori, poi abbiamo chiamato l'ambulanza, la signora era qui che camminava su e giù per la strada urlando" mi dice quello che teneva l'ombrello.<br />
"Signora ha dolore da qualche parte?"<br />
"Si, il naso! Oddio resterò sfigurata a vita! Ecco! Per il tombino! Aaaahhhhh" ci stava bucando i timpani<br />
Dopo aver preso i parametri e fatto un accurato esame testa-piedi, carichiamo e partiamo in codice verde alla volta dell'ospedale.<br />
Tra un urlo e un singhiozzo capiamo che Olga doveva aver misurato per bene il selciato con la faccia, e non si era parata in tempo il volto perché aveva in mano ombrello e borsa.<br />
"L'avevo visto il tombino! L'avevo visto! Ma no, l'ho dovuto prendere lo stesso! E ora sarò inguardabile!"<br />
"Ma Olga non esageri!" le diciamo mettendole del ghiaccio; la botta c'è ovviamente, ma di certo la signora non era sfigurata.<br />
La rassicuriamo, spiegandole che una volta in PS l'avrebbero visitata e si sarebbero presi cura di lei.<br />
Sembrava essersi calmata, aveva chiuso gli occhi ripetendo sottovoce "Poteva andarmi peggio...poteva andarmi peggio...dai dormi adesso...", quando ad un certo punto smette di parlare.<br />
La guardiamo assaporando quegli istanti di calma, sembrava dormire beatamente quando all'improvviso "Aaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhh sfigurataaaaaaaaaaa per sempre! Un mostro, un mostro!" e ricomincia a piangere e urlare.<br />
"Olga che interesse avrei a mentirle, scusi?" le chiedo, lei scuote la testa<br />
"Ecco, le dico che non è sfigurata, è una bellissima donna, adesso il naso è gonfio, ma una volta passata la botta non resterà sfigurata!"<br />
"Bella? Davvero?" chiede asciugandosi gli occhi.<br />
<i>Nonostante ci avesse demolito i timpani in 40 minuti, Olga ci fa tenerezza.</i><br />
Io e la collega annuiamo e cerchiamo di distrarla facendola parlare della famiglia, del lavoro, dei suoi hobby e riusciamo ad evitare così altre urla fino all'arrivo in PS.<br />
Una volta lasciata in PS, in silenzio sistemiamo il mezzo.<br />
"Che spavento..." commenta l'autista<br />
"Per lei dici?"<br />
"No per me! Silenzio per 10 secondi e poi quell'urlo! Cavolo, non me l'aspettavo!"<br />
"Nemmeno noi... va beh, si sarà spaventata pure lei poveretta eh... la caduta libera di faccia non è proprio il massimo della vita..."<br />
"Direi di no...così, a naso...!"Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-46388812231218839152014-03-20T20:22:00.000+01:002014-03-20T20:22:55.072+01:00Ora di cena"Che pizza prendi?"<br />
Scorro l'elenco, ma alla fine opto per una margherita, benché la tentazione di una zola&mele sia tanta, ricordando i miei disgustosi precedenti, scelgo saggiamente di optare per qualcosa di leggero.<br />
"Pizzaaaaaaaa" sento dire alla mia collega, più affamata di me, che accoglie il fattorino in sede.<br />
Finito il controllo, la pizza calda (risultato della mancanza di voglia di cucinare!) era quasi un miraggio, e non appena la mettiamo in tavola, ci avventiamo senza ritegno.<br />
Siamo alle ultime fette quando, indovina? Suona.<br />
"Giallo, dolore addominale. Nelle note c'è scritto che il paziente è HIV positivo..." leggo il foglio, e ci lanciamo verso il mezzo con in mano l'ultima fettina di pizza che mandiamo giù prima di scendere le scale.<br />
Arriviamo in poco a casa di Samuele, 30 anni, che troviamo in posizione fetale sul divano, attorniato dalla famiglia che ci fa entrare nell'appartamento.<br />
"Sto malissimo! E' iniziato poco dopo aver mangiato" ci dice<br />
"Cos'hai mangiato Samuele?"<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-Og1o6WxLlsre1138h2TxH8y1LARdm3mTz2Pn80MwMsRs04P98pTCeick2Q8nYJWKhxN61IEviggKX3LhYfA0tuQEg9_EdK3CGlHl7k1hyumBNEGMwkks4FrgsxmUWoUEtna0KyfdD5ZQ/s1600/saltare-cena.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-Og1o6WxLlsre1138h2TxH8y1LARdm3mTz2Pn80MwMsRs04P98pTCeick2Q8nYJWKhxN61IEviggKX3LhYfA0tuQEg9_EdK3CGlHl7k1hyumBNEGMwkks4FrgsxmUWoUEtna0KyfdD5ZQ/s1600/saltare-cena.jpg" height="213" width="320" /></a></div>
"Penne panna e speck, una bella padella... avevo fame...ah, e ho bevuto un bel vino fresco" ci dice "Non sono mai stato così male!"<br />
"Quanto fresco era il vino?"<br />
"Da frigo" ci dice contorcendosi "Oddio mi viene da vomitare!"<br />
<i>E questa me l'aspettavo.</i><br />
Al volo lo tiriamo su appena in tempo per farlo rimettere in un sacchetto.<br />
Per fortuna eravamo in quattro, i due con "lo stomaco più forte" si sono lanciati a tenere il sacchetto e la testa di Samuele, mentre io e l'altra collega passavamo scottex e preparavamo un altro sacchetto.<br />
"Ne ha mangiata di pasta... va, si vedono ancora i pezzi!" mi dice sottovoce la mia collega, mentre io sentivo la pizza in gola per il tremendo odore.<br />
A quel punto tiro fuori dal taschino una mascherina di carta e ci metto sopra l'olio all'eucalipto, con il quale con tranquillità tampono il naso anche ai miei colleghi.<br />
<i>Il mio stomaco smette di fare le piroette, ma mi accorgo degli sguardi dei parenti e intuisco il loro pensiero.</i><br />
"Perdonatemi, ma ho appena mangiato..." dico optando per la sincera ammissione della mia inopportuna mancanza di tatto e vedo che mi sorridono rilassandosi "Ah ok...no sai, avevamo pensato... si insomma..." mi dicono imbarazzati<br />
"Non si preoccupi, mea culpa, non avevo in tasca altro"<br />
"No ma fai bene, noi siamo tutti vicini alla finestra aperta!!" mi dice un familiare "Ehehe è ora di cena per tutti!"<br />
Rilassata anche io per aver chiarito il gesto, una volta che Samuele smette di vomitare tutto quanto ci dice "Ora mi sento molto meglio...però magari in PS ci vado lo stesso, eh?"<br />
"Sta a te decidere cosa preferisci fare" gli diciamo rassettando e Samuele decide di venire.<br />
<i>La stessa scena si ripete in ambulanza, durante il tragitto tutto curve e salite per arrivare all'ospedale più vicino.</i><br />
"Mi dispiace ragazzi!" ci dice desolato "Mi sento debole...però non ho più nausea"<br />
"Tranquillo Samuele, siamo quasi arrivati" lo rassicuriamo "Se dovessi sentirti male ancora, diccelo ok?"<br />
"Ok..."<br />
E poco dopo arriviamo in PS.<br />
"Grazie ragazzi, gentilissimi!" ci dice<br />
Sorridiamo e lo salutiamo, tornando verso il mezzo.<br />
"La mascherina ahahahahah" inizia a ridere la mia collega mentre passiamo ogni angolo del mezzo a porte spalancate col disinfettante.<br />
"Hey, ognuno ha i suoi modi per sopravvivere! Anche se sta volta avrei potuto usare un fazzoletto eh...va beh, mi sono spiegata però e hanno capito"<br />
"Si in effetti... per fortuna che avevi l'eucalipto! Mamma mia che fatica...sempre dopo mangiato"<br />
"Pensa se avessi preso la zola&mele...." dico salendo sul mezzo<br />
"Ti vogliamo bene eh... ma penso che ti avremmo lasciata a piedi! Ahahahah"<br />
<i>Affetto dei colleghi, che bella cosa.</i>Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-43800934616316118932014-02-26T19:48:00.001+01:002014-02-26T19:48:59.811+01:00Non vi pago più"Giallo, difficoltà respiratoria e dolore addominale" dice la mia collega, prendendo il foglio della missione.<br />
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Raggiungiamo il target in poco, è sera, ma non così tardi...vediamo che un uomo fuori dal civico indicato ci fa segno.</div>
<div>
"Va che fortuna, sta volta ci aspettano!" commentiamo soddisfatti, ma appena scesi dal mezzo ci accorgiamo che il motivo dell'inaspettata accoglienza è un altro.</div>
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"Basta!!! Io non vi pago più, capito????" ci urla quest'uomo sulla sessantina, visibilmente alterato.</div>
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Ci guardiamo interrogativamente, poi guardiamo lui che non smette di urlare.</div>
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"Sono stufo! Che cavolo di servizio è questo?? Me lo spiegate?? Pago le tasse io, capito?? Non è possibile che si ha bisogno di qualcuno e nessuno si dà da fare!"</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSBGsRnYYDsFXxDzEL-JL_Nxmi9jEN5ayfozfSV8IIEVI_6PFRJondzMtAeheCzXjY4g2N6MXeGvmKWMhyrmmow8aWLj5BbPkm3y61JknooW3WN1LZTlurGSIVw3XTFlP13D0c3ywTjl0G/s1600/urlo3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSBGsRnYYDsFXxDzEL-JL_Nxmi9jEN5ayfozfSV8IIEVI_6PFRJondzMtAeheCzXjY4g2N6MXeGvmKWMhyrmmow8aWLj5BbPkm3y61JknooW3WN1LZTlurGSIVw3XTFlP13D0c3ywTjl0G/s1600/urlo3.jpg" height="320" width="240" /></a></div>
<i>A primo acchito questa sceneggiata ci irrita terribilmente, perché diciamocelo noi quattro con le sue tasse e i suoi malumori non c'entriamo nulla e anzi, siamo arrivati il più in fretta possibile.</i></div>
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<i>Inspiriamo, facciamo appello alla fantastica riserva di cordialità e pazienza che il soccorritore medio deve imparare a sviluppare e coltivare con sacrosanta pazienza, e con il tono più amichevole che possiamo sfoderare ci presentiamo e chiediamo cosa succede.</i></div>
<div>
"Mia moglie sta male dalle 17! E' diabetica, ipertesa...si insomma ne ha di tutti i colori! E' seduta in bagno e non riesce ad alzarsi! Non sapevamo cosa fare, pensavamo migliorasse e invece non è così! E' possibile che nemmeno pagando mi si aiuti???? Non si capisce nulla!!"<br />
"E' dalle 17 che sta chiamando per un'ambulanza??" chiediamo interdetti<br />
"Ma no!! Ho chiamato chiunque, e tutti mi hanno sbolognato l'ambulanza! Sono stato obbligato a chiamarvi adesso!! E' roba da matti, in questo paese poi!"</div>
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"Si calmi, noi siamo arrivati non appena ricevuta la chiamata e le garantiamo che l'ambulanza non va pagata. Ci porti da sua moglie, così vediamo cosa le succede, d'accordo? Siamo qui per aiutarla!"</div>
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Nervosamente ci conduce dentro casa, nel bagno, dove troviamo Lucia, sulla sessantina anche lei, seduta sul water in vestaglia.</div>
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E' pallida, sudata e fredda.</div>
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"Oh ragazzi mi dispiace, che imbarazzo, ma non mi sento bene..." ci dice la signora </div>
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"Non si preoccupi Lucia, adesso vediamo cosa c'è che non va e andiamo a fare un controllo al Pronto Soccorso, ok?" cerchiamo di rassicurarla mentre la famiglia spiega al capoequipaggio tutta la storia clinica e non della paziente.</div>
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Lucia è dalle 17 che ha vertigini, sudorazione eccessiva, brividi, dissenteria, nausea e quant'altro, ed è così debole da non riuscire nemmeno ad alzarsi.</div>
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"Lucia andiamo a fare un controllo, ok?" le diciamo e la carichiamo in ambulanza, poi diretti alla famiglia informiamo della destinazione.</div>
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"Vi raggiungiamo là subito..." ci dice il marito, che aveva abbassato i toni, e partiamo.<br />
Una volta a bordo, Lucia ci dice "Ragazzi scusatelo per i toni... si sono tutti spaventati... sto tanto male?"<br />
"Lucia stia tranquilla, in PS le faranno tutti gli esami del caso..." le diciamo rassicurandola, e lei si stringe nelle coperte restando in silenzio fino all'arrivo in PS.</div>
<div>
Arriviamo in poco tempo, riferiamo tutto all'infermiere e ce ne andiamo salutando Lucia.<br />
"Appena scesa ho pensato volesse menarci tutti eheheheh"<br />
"Davvero...però che scaricabarili s'è trovato, da una parte posso anche capire l'arrabbiatura...certo, i toni e l'educazione non sono opzionali ecco...alla fine noi non c'entravamo niente...lui ha chiamato e in tempo zero il mezzo è arrivato!"<br />
"Si in effetti...va beh, qui comunque si parla sempre della pazienza di Giobbe... ma della nostra?? Mai??"<br />
"Ahahahah ma certo, la biblica pazienza del soccorritore!"</div>
Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-54657225016455365602014-02-10T14:25:00.000+01:002015-08-29T14:28:24.291+02:00Quinto pianoE' piena estate, fa un caldo atroce, umido e afoso.<br />
La chiamata arriva pochi minuti dopo aver messo piede in sede e aver giusto appoggiato le borse in camera da letto.<br />
"Giallo, evento violento, nelle note c'è scritto 5 piano" dice la mia caposquadra<br />
Partiamo al volo verso il target, che raggiungiamo in pochi minuti.<br />
Sul posto troviamo i Carabinieri, che ci fanno strada per la tromba delle scale di un vecchio condominio che dà su una strada provinciale.<br />
"Ciao ragazzi, su al quinto piano" ci dice il Carabiniere<br />
Saliamo di corsa ed entriamo in un appartamento che è un piccolo forno letteralmente a soqquadro, in cima allo stabile.<br />
Vasi e piatti rotti sparsi in giro, un tavolino di vetro sfondato, segni dell'acqua dei vasi sul muro, probabilmente causati da un lancio selvaggio, sedie sparse, stoviglie per terra.<br />
Il Carabiniere ci indica una poltrona dove, rannicchiata e in lacrime c'è una ragazza molto giovane.<br />
"Ciao, siamo dell'ambulanza, come ti chiami?" le chiede inginocchiandosi la caposquadra<br />
"Jala" ci dice e appena si mette seduta sulla poltrona, tutti e quattro la fissiamo per qualche secondo: è incinta.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiB9gSc5VpH9mXY5hQe6bf9MWgyFh5XfDaJPJZ-vPl6k5CW6czJh1oR-BWACupYbpP5_n6eFs0z7DRKPenuQReIFx1q4cWsKtPhVsGjw798FQ-cKXoVuEHvANDQC2r3Kt73eC6d8KAlPZpk/s1600/vetro-segni-freud-jung.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiB9gSc5VpH9mXY5hQe6bf9MWgyFh5XfDaJPJZ-vPl6k5CW6czJh1oR-BWACupYbpP5_n6eFs0z7DRKPenuQReIFx1q4cWsKtPhVsGjw798FQ-cKXoVuEHvANDQC2r3Kt73eC6d8KAlPZpk/s1600/vetro-segni-freud-jung.jpg" width="320" /></a></div>
"Jala stai tranquilla, sei al sicuro con noi" la rassicuriamo "Te la senti di dirci cos'è successo?"<br />
Lei si asciuga le lacrime, e tenendosi la pancia inizia a raccontarci di come una discussione sia diventata una rissa in cui il giovane marito venticinquenne, di appena due anni più grande di lei, l'abbia aggredita prima lanciandole oggetti vari, poi scaraventandola a terra per poi prenderla a calci in pancia.<br />
"La pancia mi fa male, ho paura per il bambino" ci dice in lacrime "Aiutatemi a salvare il mio bambino!"<br />
Ci si stringe il cuore e dopo aver preso i parametri, la portiamo via di corsa verso l'ospedale.<br />
Durante il tragitto, Jala ci racconta tutta la storia "Per poter lasciare la mia casa ho dovuto sposarlo" spiega in lacrime "Ma è violento, beve, e poi se la prende con me... io... non volevo" seguita "Cosa posso fare? Ha detto che se torna mi uccide.. l'ho detto ai Carabinieri, ma vi prego...il bambino..."<br />
"Jala stai tranquilla, appena saremo in Pronto Soccorso ti faranno tutti gli esami necessari...e non sei sola, c'è chi può darti una mano!" le diciamo tentando di tranquillizzarla il più possibile e poco dopo arriviamo.<br />
Riferiamo tutto al PS e salutandola ce ne andiamo.<br />
"Grazie" ci dice "Per tutto..."<br />
Sorridiamo "Combatti" le diciamo, lei annuisce e ce ne andiamo.<br />
<i>Che fine abbia fatto Jala non lo sappiamo, però in cuor nostro speriamo che sia riuscita a sfuggire a tutto quel dolore.</i>Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-77952755280400436492014-01-30T14:18:00.000+01:002014-01-30T14:18:48.273+01:00Anche seLa mia squadra quando si tratta di cibo non scherza.<br />
Una cosa che amiamo fare è dividerci le portate da preparare a casa e poi fare mega cene post-check list, ormai è diventato una sorta di rito mangiare tutti insieme, sarebbe strano il contrario.<br />
Una sera stavamo facendo il controllo mentre in cucina c'era un nostro collega a presidiare il telefono e i fornelli, quando arriva una telefonata dalla Centrale.<br />
In quel momento entro nella stanza del centralino e il collega mi guarda smarrito "Mi hanno chiesto se conosci una certa strada YYY perché non la prende il sistema!"<br />
"Passameli, ho capito" dico riconoscendo una strada poco lontana dalla nostra postazione "Ciao, dimmi?"<br />
"Ciao, ha chiamato uno che si è presentato come vostro collega, dice che c'è una persona caduta per strada con la bici, trauma cranico, su questa strada YYY, ma non trovo un indirizzo, sai di cosa parla?"<br />
"Si, è qui dietro, credo non la dia il sistema perché è via XXX, che qui chiamano YYY" dico guardando la cartina appesa al muro<br />
"Ahhh ok, allora vi mando là, vi arriva la stampa! Grazie!"<br />
"Figurati, ciao!"<br />
E in pochi secondi arriva il servizio, per fortuna a check list conclusa, ma a pancia ancora vuota.<br />
"Ha chiamato uno di noi?" mi chiedono i colleghi seduti dietro<br />
"Eh si, chi vuoi che chiami così questa strada se non gente del posto...magari è della nostra sede..." ipotizzo<br />
"Speriamo non sia un altra chiamata a vuoto, fanno scherzi del cavolo ultimamente..."<br />
Arriviamo in pochissimo e vediamo due persone farci segno, uno dei quali è davvero un nostro collega e capiamo che non si tratta di uno scherzo di qualche ragazzino annoiato.<br />
<i>Appena scesi penso che la faccia di tutti e quattro abbia la stessa espressione: vicino ad una staccionata c'è una ragazza giovane, vestita in modo "particolare", che sembrava essersi fatta una doccia di sangue, sembrava uscita da un film horror/splatter ecco... se ci aggiungete che siamo su una strada in mezzo a campi e boschi, fa un caldo tremendo e sono le 21 circa....</i><br />
"Ciao ragazzi!" ci fa segno un nostro collega, che insieme ad un passante s'è fermato a prestare i primi soccorsi e a chiamare "E' caduta da sola, vedi il tombino che sporge là? L'ha preso un po' troppo a manetta e la bici si è cappottata, ha fatto un bel volo, quando siamo arrivati camminava in giro per strada" le hanno bloccato la bici con la catena e noi subito ci disponiamo per immobilizzarla comunque da testa a piedi.<br />
"Ciao, siamo dell'ambulanza, come ti chiami?" le chiedo mentre i colleghi procedono con l'immobilizzazione; in un secondo momento tamponiamo il sangue che esce copioso dalla ferita lacero contusa che ha sulla testa e dalle varie escoriazioni su tutte le gambe e le braccia.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgi-03YbnMkuTETc2KEuya3NEfDAjQC39ZFVscbqpU4BHjORmFaWEjv9cN9I7e0Pc-TbFGr480KwwCcYW6JGqYxym-rOEcG0jNUbAeP09HYySiF4QcC5YXI7w-EN7DYYXoNYRA43AdkRFT1/s1600/bici-rotta.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgi-03YbnMkuTETc2KEuya3NEfDAjQC39ZFVscbqpU4BHjORmFaWEjv9cN9I7e0Pc-TbFGr480KwwCcYW6JGqYxym-rOEcG0jNUbAeP09HYySiF4QcC5YXI7w-EN7DYYXoNYRA43AdkRFT1/s1600/bici-rotta.jpg" height="229" width="320" /></a></div>
"Lavinia" mi dice ancora spaventata "Sono caduta in avanti, non l'ho proprio visto il tombino! Vedi? Ho rovinato la bici.."<br />
"Capisco... Lavinia hai perso conoscenza o ricordi tutto?"<br />
"No no ricordo tutto, non sono svenuta!" mi risponde "Però che paura...mi sono fatta tanto male? C'è tanto sangue..." mi chiede preoccupata<br />
"Non preoccuparti del sangue, hai tanti graffi dappertutto, per questo ce n'è tanto" le dico cercando di rassicurarla e dopo aver fatto un attento esame testa-piedi, pulite e trattate tutte le escoriazioni la carichiamo spinalizzata e impacchettata per bene.<br />
Durante il viaggio Lavinia ci dice che ha 21 anni, nata in Albania, non ha documenti con sé e stava andando al lavoro quando è caduta dalla bici.<br />
Le chiediamo i dati del domicilio e sembra poco convinta di volerceli dare, tant'è che ci dà due versioni discordanti della stessa storia...poi ci fa capire che non ha voglia di parlare di sé ulteriormente così smettiamo di farle domande.<br />
"Manca molto? Dov'è l'ospedale?" ci chiede<br />
"Siamo quasi arrivati a XXX, ancora pochi minuti, come ti senti?"<br />
"Meglio, ma il collare è scomodo e questa barella è dura..."<br />
Le sorridiamo "Purtroppo è dura e scomoda, ma serve a..."<br />
"...si lo so, sono tranquilli..." ci interrompe sospirando e in poco arriviamo in PS, dove la salutiamo augurandole buona fortuna e andandocene.<br />
"A me qualcosa non torna però..."<br />
"Nemmeno a me, ma più che riferire tutto quanto in PS noi non possiamo fare"<br />
"Eh no, anche se..."<br />
"Anche se..."Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-83124738055803423082014-01-23T08:31:00.000+01:002014-01-23T08:31:45.763+01:00Ci ascoltiComunicare con i pazienti, lo sapete, non è sempre semplice e le ragioni possono essere di diversa natura.<br />
A volte si riesce ad arrivare ad un compromesso dopo prolungate discussioni, altre volte invece la situazione si complica perché non c'è tempo per discutere.<br />
Il vero problema è che la mancanza di tempo utile per intavolare una discussione non sempre è percepibile anche dal paziente e/o da chi lo circonda e a volte fanno ostruzionismo fino a che la situazione non diventa improvvisamente chiara.<br />
Una sera di fine estate veniamo chiamati per un codice giallo "Difficoltà respiratoria, sospettano reazione allergica" comunico alla squadra.<br />
Raggiungiamo il target in breve e in poco siamo a casa di Osvaldo, 35 anni, che si trova con la moglie Eleonora e nella cameretta dorme Luca, di pochi mesi.<br />
Già a prima vista, Osvaldo ha qualcosa che non va "Buona sera Osvaldo, che è successo?" indago mentre i colleghi si accingono a prendere i parametri<br />
"Sono stato dal dentista per un'operazione, vedi?" mi dice aprendo la bocca "Mi ha detto di prendere un antibiotico, e io l'ho preso poco fa, è quello sul tavolo, ma poco dopo ho iniziato a diventare tutto rosso, avere prurito ovunque e sento un certo senso di gonfiore..."<br />
Le labbra e la lingua di Osvaldo sono visibilmente gonfie, è ricoperto di chiazze rosse e sta cominciando ad agitarsi "Mi era successo con un'altra medicina anche se non così forte, ero solo rosso e mi avevano mandato il medico, mi ha fatto il cortisone e io sono rimasto a casa, potete farmelo voi?"<br />
"No Osvaldo mi dispiace, noi non somministriamo farmaci, siamo soccorritori, non medici; quello che possiamo fare è caricarla velocemente in ambulanza e portarla in Pronto Soccorso" gli dico "E' seguito in qualche ospedale in particolare?"<br />
"No, no... però aspetta, io non ci posso venire in PS! Qui la patente ce l'ho solo io, se succede qualcosa chi c'è a casa con mia moglie e il bambino? No senti, guarda sto a casa..." mi dice nervoso<br />
"Osvaldo io non sono un medico, ma mi sento di dirle che in queste condizioni lei non è di nessun aiuto a casa, anzi... ci ascolti, venga con noi, la portiamo in PS ed è qui vicino!"<br />
"Osvaldo per piacere" mi interrompe la moglie "Ascoltali, vai che io resto con Luca!"<br />
"Mi sento la gola gonfia" mi dice sempre più agitato "Mi sembra che mi manchino le forze!"<br />
"Osvaldo ci ascolti, venga in PS, siamo vicini, arriviamo in poco tempo e la visiteranno subito!" insistono i miei colleghi mentre io chiamo in Centrale e metto al corrente della situazione.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjW5mdHvU2QMazYfm3u9L9T5I_N0lImZYg2obbp4iGdd0udK_FEYS91bSQf0qovYCbHNPbsNarbJeQlOeYdpv5Dv9HEmdJDXUI7FXKZMP5p6AfI9GY1IJzD_54ha1xU5F928re65JnSmnoN/s1600/ascolta.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjW5mdHvU2QMazYfm3u9L9T5I_N0lImZYg2obbp4iGdd0udK_FEYS91bSQf0qovYCbHNPbsNarbJeQlOeYdpv5Dv9HEmdJDXUI7FXKZMP5p6AfI9GY1IJzD_54ha1xU5F928re65JnSmnoN/s1600/ascolta.jpg" height="228" width="320" /></a></div>
"No, non lascio la mia famiglia qui da sola! Non potete costringermi!" insiste, sempre più affannato<br />
"Avete insistito per farlo venire?" mi chiede l'operatore al telefono<br />
"Si" rispondo "Non vuol sentir ragioni, si sta agitando, noi non possiamo portarlo via di peso..."<br />
"Eh no... dai passamelo, ci parlo io" mi dice, così passo il cellulare ad Osvaldo.<br />
<i>Il tono usato dalla C.O. è perentorio e sembra essere una buona motivazione per Osvaldo ad acconsentire al trasporto.</i><br />
Lo carichiamo velocemente e partiamo in sirena alla volta del PS.<br />
Ad un certo punto Osvaldo impallidisce, inizia a sudare e a tremare "Oddio potrei morire, sto morendo? Mio Dio non sento più le dita delle mani, non respiro! Mi trema tutto e sento un formicolio!" ci dice completamente in preda al panico.<br />
"Osvaldo cerchi di non agitarsi, so che è difficile, ma si fidi di noi, siamo quasi arrivati!" gli diciamo calmi cercando di rassicurarlo; Osvaldo annuisce e sembra che la nostra tranquillità gli faccia bene.<br />
In poco siamo in PS "Dovevo darvi ascolto..." ci dice arreso<br />
Noi facciamo spallucce, dispiaciuti per la situazione, e augurandogli di rimettersi presto lo lasciamo in carico al PS.Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-61830835915182905402014-01-14T16:28:00.003+01:002014-01-14T16:28:44.183+01:00Che palle!Primo post ufficiale del 2014 parla di una notte tiepida, di quelle che passi volentieri sdraiato sul divano fino ad orari improbabili a guardare la tv, chiudendo gli occhi giusto ogni tanto.<br />
Penso che gli occhi noi li avessimo chiusi già da un po' quando il solito squillo ci sveglia.<br />
"Verde, problema urogenitale"<br />
Ci risistemiamo al volo mentre scendiamo sul mezzo e partiamo alla volta del target, che raggiungiamo dopo pochi minuti.<br />
Scendiamo dall'ambulanza e ci troviamo davanti una grande scalinata che porta verso l'ingresso di un bel condominio d'epoca, in cima alla quale vediamo una sagoma che ci saluta sbracciandosi e viene verso di noi.<br />
Tutti e tre ci guardiamo alle spalle per capire se ce l'ha con noi o meno, ma nel cuore della notte chi altro poteva esserci?<br />
"Buona sera, ha chiamato lei?" chiede il CE<br />
"Si! Mi fanno male le palle!!" ci dice<br />
"Scusi?" gli diciamo quasi in coro<br />
"Eh si...Comunque ciao a tutti ragazzi, sono Franco!" ci dice sorridente il signore sulla quarantina, ben vestito, che teneva in mano un'elegante bagaglio a mano "Posso salire?"<br />
"Prego... " gli diciamo accompagnandolo sul mezzo, ancora poco convinti<br />
Una volta sistemato sulla barella, iniziamo a prendere i parametri.<br />
"Non sapete che male! Cioè no, voi due che siete donne non capite, ma lui si che capisce" dice indicando il nostro autista "Fanno male, ma una sembra un arancio! Sta volta l'ho fatta grossa..." sospira<br />
"Franco ci lascia dare un'occhiata per capire?" gli chiediamo e lui in tre secondi si abbassa i pantaloni "Ecco guardate! E' il risultato delle mie peripezie!"<br />
<i>In effetti ha i testicoli gonfi, uno ha davvero le sembianze di un arancio.</i><br />
"Non pensate male ragazze eheheh!" ci dice ridendo, mentre noi lo guardiamo incuriosite "Mi son spiegato male!"<br />
"Com'è successo?" chiediamo<br />
"Non stavo facendo niente di sconcio! Ho appena traslocato e spostando i mobili ho preso uno spigolo di un bellissimo comodino in legno proprio... lì!"<br />
"Quando è successo?" chiediamo cercando di capire perché nel cuore della notte qualcuno avrebbe dovuto spostare mobili<br />
"Nel pomeriggio, ho provato a metterci sopra ghiaccio, cose ghiacciate e pomate ma non si è sgonfiato, così mi sono preoccupato e ho chiamato..."<br />
Riferiamo tutto in Centrale e partiamo alla volta dell'ospedale più vicino.<br />
Durante il viaggio Franco ci racconta del suo trasloco, e di come si sia fatto "<i>due palle così</i>", letteralmente!<br />
Lo lasciamo in PS augurandogli di rimettersi presto e di stare attento agli spigoli "Grazie ragazzi, non posso nemmeno dire 'che palle!' perché risulterebbe quasi inappropriato ahahahaha" ride salutandoci.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7dAs946hYnSUiw9lejKrD5fSBE9Brw_7_q5inBYDxuxi-4sFmvSOEw9Tkrjv9pz14sh54HHJdWV05Ao7XpUrN9jy8yxxZ-VYP4rbwlVpy0mWZUYSNzlSBqXORAdhbkeKFHN5NhtMuWWU3/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="148" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7dAs946hYnSUiw9lejKrD5fSBE9Brw_7_q5inBYDxuxi-4sFmvSOEw9Tkrjv9pz14sh54HHJdWV05Ao7XpUrN9jy8yxxZ-VYP4rbwlVpy0mWZUYSNzlSBqXORAdhbkeKFHN5NhtMuWWU3/s320/images.jpg" width="320" /></a></div>
"Per un attimo ho pensato fosse uno scherzo..." dico<br />
"Eh si, lo dici perché non puoi capire che brivido ho sentito quando ho visto che si era fatto! Mamma mia..." commenta l'autista, unico uomo della squadra "Mi faceva male solo il pensiero! Altro che codice giallo, mamma mia...ahiaaa"<br />
"Ahahaha eh che dire, i traslochi son proprio una scocciatura..."<br />
"Veramente...che palle!"Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-39667267044866110382013-12-28T15:09:00.002+01:002013-12-28T15:09:41.683+01:00Buoni propositi e...Si, quest'anno sono stata poco presente mio malgrado.<br />
Devo dire che, per fortuna per me, sono in chiusura di un annata veramente pessima, ma se c'è una cosa che ho imparato è che non bisogna mai smettere di crederci, non bisogna mai smettere di lottare.<br />
Per questa ragione quest'anno anticipo i "buoni propositi" in chiusura proprio perché l'apertura del 2014 voglio sia un vero nuovo incipit.<br />
<br />
<i>Ci tengo a condividere una nota positiva di questo 2013, che per me è stata una realizzazione di un sogno d'infanzia: ho conseguito la patente 5, necessaria per guidare l'ambulanza in emergenza.</i><br />
<i>E' stata una grande soddisfazione e diciamocelo dai, anche una bella emozione, una nota positiva non indifferente : )</i><br />
<br />
Per il nuovo anno, come in quelli passati, il proposito è sicuramente quello di non smettere di condividere con voi questa meravigliosa esperienza, possibilmente incrementando la frequenza.<br />
Mi piacerebbe sicuramente incentivare anche l'interattività del blog, ogni buon consiglio è ben accetto come sempre!<br />
<i>Il bilancio del blog, anche quest'anno, è da considerarsi positivo senza dubbio, quindi grazie, grazie a chi passa, legge, condivide, mi scrive.</i><br />
<b>Grazie davvero.</b><br />
<b><br /></b>
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<b>AUGURI A TUTTI VOI, PER UNA BUONA FINE E UN MIGLIORE INIZIO!</b></div>
<br />
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgG5CuaZGwJzOrwMrN8mCXpyUc9_NSEkc0ptYQar7wuy8SnfGzz3AEmgNl9Z8J0yzMY3-ghZol1v1jLllThH5Gre5LnNywCmxQIB0PzaFQQDDa1zzbKOCn2bZNlsBZpco9Tth7-aJTH1n-p/s1600/auguri-capodanno.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgG5CuaZGwJzOrwMrN8mCXpyUc9_NSEkc0ptYQar7wuy8SnfGzz3AEmgNl9Z8J0yzMY3-ghZol1v1jLllThH5Gre5LnNywCmxQIB0PzaFQQDDa1zzbKOCn2bZNlsBZpco9Tth7-aJTH1n-p/s320/auguri-capodanno.jpg" width="320" /></a></div>
Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-55637651053557166152013-11-10T16:46:00.000+01:002013-11-10T16:46:14.704+01:00CENTO di questi momenti<b>Ed eccoci qui, con il 100° post.</b><div>
Cento momenti condivisi, cento pagine di "<i>vita vista da un'altra prospettiva</i>".</div>
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Due anni fa iniziava su Blogspot quest'avventura, e più passa il tempo più ne sono entusiasta.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtTqVJcM1v7Xi0ZT82QuC9NNKspEGTHv80YpAFuaxefDDVpAVEIGv_mTZWvAeSArSiGTkalF8yNi3WYnyIGGj9G3RTYv32jUmSD-bm2yPjK5CrT7xBxE6_qEVngE6yjkwBYRY2TpOeUO6L/s1600/EFR_col.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="262" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtTqVJcM1v7Xi0ZT82QuC9NNKspEGTHv80YpAFuaxefDDVpAVEIGv_mTZWvAeSArSiGTkalF8yNi3WYnyIGGj9G3RTYv32jUmSD-bm2yPjK5CrT7xBxE6_qEVngE6yjkwBYRY2TpOeUO6L/s320/EFR_col.jpg" width="320" /></a></div>
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Questo post è innanzi tutto un grazie, grazie a chi passa per caso, a chi legge con regolarità in silenzio, a chi partecipa, a chi condivide... perché se sono arrivata fino a qui è anche grazie a voi che più o meno direttamente vivete con me questa esperienza.</div>
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Il 100 segna un altro traguardo, un altro passo fatto verso un 150, un 200 e così via.</div>
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Ci sono così tanti momenti che meritano di essere condivisi, e non parlo solo dei "bei momenti", ma più in generale di tutti quegli episodi che segnano questo percorso, che ai più non è così noto.</div>
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E' un po' come illuminare delle stradine buie e scoprirci dei meravigliosi sentieri.</div>
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Una paziente una volta mi ha chiesto "<i>Ma voi che siete così giovani, che ci fate qui a quest'ora della notte? Alla vostra età dovete vedere il meglio della vita, non tutte le cose brutte che vi capitano!</i>".</div>
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"Abbiamo le spalle large signora!" le avevo risposto sorridendo e una volta lasciata sulla barella del PS al momento di salutarci, ricordo che aveva insistito per darci un bacio sulla guancia sussurrandoci "Buona fortuna ragazzi, ne avete bisogno là fuori!".</div>
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Ce ne siamo andati a pollici alzati "Grazie!" le avevamo detto sorridendo.</div>
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"A noi serve tutta la fortuna del mondo" aveva commentato l'autista con il quale avevo turnato per alcuni anni quando potevo fare i turni diurni, al quale avevo raccontato l'episodio sul cambio turno delle 7 del mattino dopo "Il bello e il brutto del nostro ruolo è che, alla fine, prima di tutti arriviamo noi. E quel che troviamo, troviamo; una volta che ti infili la divisa e metti piede sull'ambulanza devi mettere in conto che può capitarti di tutto, e che tu lo voglia o meno devi affrontarlo. Sembra una scemata, ma la nostra vita non si ferma al turno, perché dopo il tuo turno, la tua vita va avanti... non hai il giorno di riposo. E il più delle volte fanciulla, lo sai, non siamo nemmeno veramente preparati a certe situazioni, ma in qualche modo lo dobbiamo diventare, ed è qui la nostra forza, assieme con la volontà e la passione, la fatica che ci costa".</div>
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E' di questa forza, di quel che ci capita, della passione e della fatica, di quel che impariamo volenti o nolenti a gestire, conoscere e affrontare che questo Diario parla, e continuerà a parlare.</div>
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Perché il più delle volte noi andiamo e veniamo velocemente, siamo "di passaggio"; in queste prime 100 pagine sono racchiusi quei momenti che precedono e seguono il fischio della sirena, quelle luci blu, i rumori della strada, il flusso di pensieri che attraversa come una saetta le nostre teste... <i>c'è un po' di noi in queste pagine, un po' di quegli strani personaggi coi tutoni colorati che ti auguri di vedere il meno possibile, un po' di quelli dell'ambulanza (perdonatemi, ma in anni di servizio è da sempre l'epiteto che preferisco! Easy going).</i></div>
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In occasione di questo centesimo post, voglio condividere con voi una fantastica notizia: il Diario è stato menzionato tra i blog della <b>FOAM</b> (Free Open Access Meducation) dal Dottor D'Apuzzo, autore di <a href="http://empills.com/" target="_blank">EMPills</a> che ringrazio nuovamente, nel video che trovate a questo <a href="http://www.simeu.it/blog/?p=658" target="_blank">LINK</a> , pubblicato sul blog della SIMEU.</div>
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<i>E ora quel che vi avevo promesso, i vostri post per il centesimo post del Diario.</i></div>
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Ci tenevo davvero a dedicare spazio anche ai vostri pensieri e alle immagini che avete scelto, e quindi eccoli.</div>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Preferisco leggere quello che scrivi tu, ma ti faccio un in bocca al lupo, per tutto. - <b>Cri</b></span></div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEpXfqgels_QG8T98PwsKf8bwhwE7WaFQ_Ns05PHegC4d9lgGVPU6Ak6g2so8LWn3n88skWtP50DszlTdViN7SYUz9QtOmYur2DiLGmrIjgYE1OJSM1VHiEY9tUIQJIGCNkSBzjM4TNjWk/s1600/croce-rossa.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="165" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEpXfqgels_QG8T98PwsKf8bwhwE7WaFQ_Ns05PHegC4d9lgGVPU6Ak6g2so8LWn3n88skWtP50DszlTdViN7SYUz9QtOmYur2DiLGmrIjgYE1OJSM1VHiEY9tUIQJIGCNkSBzjM4TNjWk/s200/croce-rossa.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
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<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 14px;"><br /></span></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="background-color: white; line-height: 14px;">Un giorno di quest'estate mentre ero in barca con la mia</span></span><br />
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; line-height: 14px;">famiglia , la mia amica e amici dei miei genitori </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; line-height: 14px;">abbiamo visto un uomo privo di sensi e mio padre si è buttato e quando l'ha girato era privo di sensi. Io nel frattempo </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; line-height: 14px;">ho chiamato il 118 che non è arrivato intanto mio padre lo tirava su quando l'ha posato gli ho fatto il GAS e </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; line-height: 14px;">l'ABC , ho provato a fargli RCP senza insufflazioni , ma purtoppo non ha funzionato così abbiamo aspettato l'arrivo della </span><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif; line-height: 14px;">Capitaneria e dei VVF che l'hanno portato via. - <b>Anonimo</b></span></span><br />
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<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;"><br /></span></div>
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<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px;"><br /></span></div>
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<br /></div>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Essere un soccorritore è una cosa fantastica, anche se ho cominciato da poco, non smetterei mai. - <b>Anonimo</b></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="background-color: white; color: #222222;"><br /></span></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="background-color: white;">Sono figlio di 2 soccorritori (quelli del "pre-118"), era naturale che compiuta la maggiore età avrei fatto il corso. Ma il meglio (e il peggio) dovevano arrivare: il peggio era l'esame di abilitazione passato al terzo tentativo e la mano rotta per la rabbia di non averlo passato la prima volta, il meglio è la gente che ho incontrato e che è per me una seconda famiglia...e guai a chi me la tocca! - </span><span style="background-color: white;"><b>Fabio - CRI Lombardia</b></span></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Mi sono ritrovato in molti dei tuoi post, non è facile parlare in libertà di un argomento come questo. Mi dispiace che sei anonima, ma se un giorno vorrai presentarti, magari ci conosciamo già! - <b>Un collega dalla Lombardia</b><br /></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Aspetto di sapere se mangerai di nuovo una pizza con il gorgonzola e le mele prima di un turno e cosa succederà dopo! Magari per il post 200 :-) - <b>Luigi</b></span>Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-18523628139535796392013-10-20T13:24:00.002+02:002013-10-20T13:24:48.387+02:00Scriviamo il 100° post del Diario INSIEME!Ciao ragazzi!<br />
Finalmente ci siamo, questo è il post #99.<br />
Ne abbiamo viste, vissute e raccontate fino ad oggi... per questo motivo desideravo rendere "speciale" l'occasione del 100° post.<br />
<i>Se il Diario può contare 100 post, come vi dicevo su FB, è anche grazie a voi, che passate, leggete, guardate, condividete.</i><br />
Siccome ci tenevo a condividere con voi questo traguardo, mi farebbe davvero piacere avere "un po' di voi" nelle mie pagine.<br />
<br />
<b>Ecco come:</b><br />
<br />
1. Scrivete un qualsiasi pensiero che vorreste vedere pubblicato su questa pagina, lunghezza massima 5 righe di una cartella Word; allegate anche una foto o un'immagine se volete.<br />
<br />
2. Inviate il tutto alla mia mail, che ormai conoscete, unsoccorritore@gmail.com , oppure scrivetemi su Facebook, twittate o lasciate il commento sotto a questo post, come preferite.<br />
<br />
3. Specificate SE e COME volete firmarvi, es.: nome&cognome, nome&associazione, nickname etc.<br />
<br />
4. <u>Enjoy it! Verrete pubblicati sul 100 post!! : )</u><br />
<br />
<b>IL 100 POST VERRA' PUBBLICATO IL 10 NOVEMBRE 2013, DATA DEL 1° POST.</b><br />
<br />
<i>Scriviamolo insieme!</i><br />
<i><br /></i>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqjQIZ7m0sIENw46N6T6NWmqfLbRTJRL6n4GZJxiubzYvysmoB-IW_vzPajmvUljLbbMNtPnp2P0k3Fg4_75AOfT4ju2VvcuSaZdrMGtp5994PH2oLIfQ9_TofQ0FSIqs0J_mo3Tdqtbj2/s1600/1380619_243278522490346_1114061301_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqjQIZ7m0sIENw46N6T6NWmqfLbRTJRL6n4GZJxiubzYvysmoB-IW_vzPajmvUljLbbMNtPnp2P0k3Fg4_75AOfT4ju2VvcuSaZdrMGtp5994PH2oLIfQ9_TofQ0FSIqs0J_mo3Tdqtbj2/s320/1380619_243278522490346_1114061301_n.jpg" width="320" /></a></div>
<i><br /></i>Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-79164635718269858932013-10-13T16:12:00.001+02:002015-09-03T17:01:47.810+02:00Combo<b>Come promesso, sulla pagina facebook ho pubblicato le news sul post 100 che saranno l'oggetto del prossimo post, 99! Ci siamo quasi! : )</b><br />
<br />
Torno raccontandovi di un episodio particolare della mia carriera di soccorritore, perché in quel momento il pensiero disperato immediatamente successivo al "<i>non è possibile!</i>" è stato "<i>Combo</i>".<br />
E' una notte di quelle dove fa freddo e diluvia, piove talmente tanto che io e i miei due colleghi vaneggiamo sul come muoverci con una canoa o improvvisarci degli OPSA.<br />
Dopo aver fatto il controllo del mezzo, ci avventiamo così sulle pizze appena portare a domicilio; ammetto di avere gusti discutibili, ma con freddo e pioggia, una fantasticamente fumante e morbida pizza Zola&Mele ci sta tutta!!<br />
Mangiamo senza troppi complimenti, e se ve lo state chiedendo, si la pizza me la sono mangiata tutta appena appena in tempo prima che il suono di Emma rovinasse la nostra digestione: Giallo, incidente stradale.<br />
"No dai veramente? Un incidente? Sotto al diluvio?" usciamo di corsa, sconsolati e con ancora la pizza che faceva le piroette nello stomaco.<br />
Arriviamo in posto, un incrocio buio di un paese vicino, la strada è deserta, il semaforo e un lampione con luce gialla sono le uniche luci che ci sono quando ci fermiamo in prossimità di una macchina con il bagagliaio che mostra i segni di un tamponamento.<br />
Avvolti come pinguini negli impermeabili ci catapultiamo verso l'auto e contiamo 5 persone di origine straniera, 4 adulti e 1 bambino di due anni: bimbo, padre e madre del bimbo, fratello e zio.<br />
Il padre che è alla guida è il primo a scendere e inizia a vomitare a lato dell'auto, la madre seduta davanti urla, il bambino sul seggiolino dietro grida anche di più giustamente, zio e fratello scendono dalla macchina senza urlare e iniziano a camminare in giro ripetendo che volevano prender aria che avevano appena mangiato abbondantemente e vedere l'altro vomitare gli dava fastidio.<br />
"Buona sera, siamo dell'ambulanza! Che è successo?" chiediamo cercando di capire dove fosse la seconda macchina e di non far scappare nessuno in giro.<br />
"Una signora ci ha tamponati, abbiamo fatto la constatazione amichevole poco fa ed è andata via!" ci dice il padre, che aveva appena smesso di vomitare.<br />
Mettiamo in sicurezza la macchina e mentre io mi dirigo verso il bambino sui sedili posteriori, gli altri due colleghi vanno verso la madre che grida spaventata per il piccolo.<br />
<i>Intanto è buio pesto e sta venendo giù il diluvio.</i><br />
"Signora non si preoccupi, il bambino sta bene!" la rassicuro dopo essermi sincerata delle condizioni del piccolo, che era ben immobilizzato nel suo seggiolone.<br />
Il CE mi fa allontanare con i pazienti che camminano e il bambino verso l'ambulanza, mentre lei e l'autista avrebbero pensato a tranquillizzare ed immobilizzare la madre.<br />
"Stavamo tornando da una cena quando è successo, e quella signora che ci è venuta addosso è scappata via subito dopo aver fatto i documenti poco fa" e con in braccio il bimbo piccolo, insieme con lo zio, sale in ambulanza e si mettono comodi sui seggiolini del vano sanitario prima che potessi dire qualcosa.<br />
"Capisco... è stato forte l'impatto?" domando, avendo notato che i segni sulla macchina non erano certo quelli di un impatto ad alta velocità.<br />
"No, il semaforo era rosso! La signora non ha frenato in tempo... ma sa, lo spavento e la pancia piena... " mi dice "Mi è venuta subito la nausea! Non abbiamo battuto la testa, non mi fa male niente, ma sa mia moglie poi è una persona molto ansiosa..."<br />
Cerco di valutarli tutti e 4 al meglio, il CE avvisa la CO della situazione, che ci manda un altro mezzo in supporto.<br />
Mentre i miei due colleghi stavano ancora lavorando sulla madre del bambino, che non aveva subito traumi seri se non lo spavento, io cerco di convincere i miei 3 pazienti con bambino al seguito che alzarsi e farsi due passi sotto la pioggia battente non è una buona idea.<br />
"Può controllare come sta mia moglie?" mi chiede il padre<br />
Essendo a due passi dalla macchina, scendo dal mezzo e mi accorgo di non avere il cappuccio.<br />
Siccome pioveva e il mio cappello antipioggia non era certo abbastanza, mi tiro su il cappuccio del giaccone e vengo investita da una doccia gelida.<br />
<i>Non è possibile</i>, penso tra me e me gocciolante; doveva essersi abbassato mentre ero ancora fuori e riempito d'acqua senza che io me ne accorgessi. <b>Bene. </b><br />
Fingendo massima disinvoltura, do un'occhiata e vedo i miei colleghi al lavoro per cercare di calmarla, così ritorno da padre, figlio e zio rassicurandoli che ci stavano pensando i miei colleghi.<br />
Allontanarmi da loro avrebbe significato dargli la possibilità di tornare a spasso.<br />
In quel momento il padre, seduto sul seggiolino dell'ambulanza con in braccio il bambino, chiede allo zio del piccolo di reggerlo per fare una telefonata.<br />
Appena glielo passa, il bambino cambia espressione e io mi trovo sulla traiettoria del fiume di vomito che senza alcun preavviso inizia a sgorgare fuori dalla sua bocca per finire ovunque, inclusi i pantaloni della mia divisa. Il mio tuffo carpiato con traversina in mano non serve a contenere la piccola bomba in tutina e ciucciotto.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikLAikjH4FcfTREBEx5fpt7qLTnx5cde_v35gtkS2L2naY-puRhTxqn1CVBKR5qrGGt-81OAF180Wr9ilv8zqgQ10m6TUn6fJm7PeX2OZsF9HYE-NLcTHeEBqDTwtTlEuk6qbBHTfSyDk6/s1600/fruit-ninja-combo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikLAikjH4FcfTREBEx5fpt7qLTnx5cde_v35gtkS2L2naY-puRhTxqn1CVBKR5qrGGt-81OAF180Wr9ilv8zqgQ10m6TUn6fJm7PeX2OZsF9HYE-NLcTHeEBqDTwtTlEuk6qbBHTfSyDk6/s320/fruit-ninja-combo.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'immagine in sé non c'entra, ma la COMBO per eccellenza alla <br />
quale ho pensato in un secondo momento è stata questa :D</td></tr>
</tbody></table>
<b><i>Combo! ho pensato.</i></b><br />
<i>Non potevo crederci, come non riuscivo a credere che un esserino così piccolo potesse contenere così tanta roba, del resto.</i><br />
Appena il bambino smette di inondare letteralmente l'ambulanza, il padre e il figlio maggiore voltano la faccia disgustati e lo zio mi dà il piccolo in braccio per correre giù dal mezzo a vomitare.<br />
<b>Mai come in quel momento ho rimpianto di aver mangiato tutta la mia pizza zola&mele.</b><br />
Metto il bambino in braccio al padre, e inizio a pulire mentre lo zio risale sul mezzo.<br />
"Ora va meglio" mi dice "Che schifo però! Non sopporto il vomito!"<br />
"Eh si, senti che odore, bleah che schifo!!!!" seguita il fratello maggiore guardandomi pulire<br />
Io non so che espressione ho, ma quando vedo arrivare l'autista, la faccia che fa guardando me, la mia divisa e l'ambulanza mi lascia intendere che sia eloquente.<br />
<i>Per fortuna mi aiuta a pulire, mentre cerco di non pensare alla pizza che sta facendo la danza della pioggia nel mio stomaco.</i><br />
"Dobbiamo tirare giù la madre, vieni?" mi dice<br />
"Ok" poi guardo i tre che lascio sul mezzo "Voi non muovetevi, fuori piove e noi stiamo aiutando la signora, sta arrivando un'altra ambulanza, ok?"<br />
Annuiscono, ormai tranquilli e a stomaco sicuramente vuoto, seguitano a fare le loro telefonate.<br />
Mentre carichiamo la signora vediamo arrivare i colleghi dell'altro mezzo e tiriamo un sospiro di sollievo.<br />
Noi alla fine ci portiamo via madre, padre e bambino, mentre l'altro mezzo porta via zio e fratello maggiore.<br />
Appena scaricati tutti i pazienti, torniamo fuori e diamo uno sguardo all'ambulanza, completamente a soqquadro.<br />
"Ecco, anche il mio stomaco è così!" dico mentre rassetto<br />
"L'hai voluta la zola&mele??? Ecco!"<br />
"Uff... ma io ..." e in quel momento sentiamo la sigla del nostro mezzo che viene chiamato per radio dalla Centrale Operativa "Posizione?"<br />
<b>Gelo. E non solo per i vestiti fradici.</b><br />
"PS XXX"<br />
"Via filo per nuovo servizio"<br />
Il CE chiama il Centrale.<br />
"Quindi?" chiedo annusando la mia boccetta di olio all'eucalipto dopo aver pulito la divisa col disinfettante per i presidi dell'ambulanza.<br />
"Verde... febbre e vomito... non dire niente, ok?"<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
<i>...per un po' la pizza zola e mele </i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>non l'ho più mangiata in turno!</i></div>
Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-86524891930663898772013-08-29T08:31:00.000+02:002013-08-29T08:31:12.917+02:00Io non ho chiamato!Quante volte vi è capitato di citofonare a casa di qualcuno e sentirvi dire<b> "Ma io non ho chiamato!",</b> trovandovi poco dopo a soccorrere un convivente a scelta del dichiarante con l'impressione di aver appena giocato a "<i>Indovina Chi? Versione soccorritori vs pazienti</i>" ?<br />
<i>Scena già vissuta, vero?</i><br />
<i>Ecco.</i><br />
A noi è successo una notte, arriviamo sul target per un codice verde, persona caduta in casa.<br />
Ci troviamo davanti una villetta con giardino, è tutto buio.<br />
Suoniamo e ci viene incontro un ragazzino che non avrà avuto 14 anni, un po' interdetto.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAXcDgh50-i69u0jwv0c40BcMTcxkJPOOgSG401wlZpj5C-gKnp9RQjGxZwkMTesI-hgWexWkNNn0-Z7gI1NV6e1WuWegOrVDV2GGTbDi4R88iHIkZyFJnk3HJvnyvx3f83KzpFmOKTgcb/s1600/indovinachi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAXcDgh50-i69u0jwv0c40BcMTcxkJPOOgSG401wlZpj5C-gKnp9RQjGxZwkMTesI-hgWexWkNNn0-Z7gI1NV6e1WuWegOrVDV2GGTbDi4R88iHIkZyFJnk3HJvnyvx3f83KzpFmOKTgcb/s1600/indovinachi.jpg" /></a></div>
"Ciao, hai chiamato tu l'ambulanza?" chiede il collega<br />
Il ragazzino scuote la testa "No!"<br />
"Sei sicuro? Questa è via XXX, famiglia Bianchi?"<br />
"Si ma... aspettate, chiedo a papà!"<br />
E si presenta fuori un uomo sui quarantacinque anni, pantaloncini e ciabatte, che ci guarda interrogativamente "Buona sera, ha chiamato lei l'ambulanza? Siamo qui per una persona caduta in casa...."<br />
"Ehm no... no no noi non abbiamo chiamato nessuno!"<br />
"Sicuri? Con voi vivono altre persone?" chiediamo sempre più dubbiosi<br />
"Ah si è vero, avete ragione!" ci dice l'uomo, che nel buio credo non abbia notato l'espressione attonita sulle nostre facce "Vado un attimo a chiedere alla signora che abita di sotto, noi siamo qui solo per i lavori d'estate..." li guardiamo con occhi a palla cercando di capire come fosse possibile che nessuno sapesse nulla, nel frattempo il CE contatta la C.O. riferendo quanto sta accadendo.<br />
Siccome il tempismo è tutto e sono quasi 10 minuti che siamo chiusi fuori dall'abitazione, mentre il collega è al telefono vediamo il cancello della villetta aprirsi e il ragazzino venirci incontro correndo "La signora! E' caduta lei dal letto!" ci dice e ci conduce nell'appartamento al piano terra.<br />
Entriamo e ci dirigiamo in camera, dove per terra con la testa sotto al letto troviamo Carmela, 80 anni, che si lamenta; nella stanza adiacente c'erano il badante straniero della signora e il marito.<br />
Io vado alla testa e la sorreggo al meglio finché i colleghi non riescono a spostare il letto in modo da permettermi un corretto posizionamento.<br />
"Carmela buona sera, siamo della Croce Rossa, cosa le è successo?" le domanda il collega prendendole la mano<br />
Carmela è vagamente stordita e sul momento non capiamo se è per il trauma o per qualche altra ragione "Eh son caduta...dal letto...che male alla testa e al braccio! Fanno male!"<br />
"Carmela si ricorda com'è successo? Ha perso conoscenza?"<br />
"No no ero sveglia! Sono rotolata giù... ho la testa marcia...!!"<br />
"Testa...marcia? Carmela, ci spiega che significa?" chiediamo un po' dubbiosi<br />
"Mi hanno operata sa, perché è marcia...oh che sonno..." ed inizia ad assopirsi<br />
"Carmela, stia sveglia!" la chiamiamo "Ha preso qualche medicinale?"<br />
"Le gocce... sennò non dormo io... eh no... ma ho sonno..." ci dice sempre più sonnolenta; ormai stava cadendo tra le braccia di Morfeo...e delle gocce.<br />
La immobilizziamo con collarino e spinale, prendiamo i parametri e il CE dopo aver parlato con il badante e il marito, chiama per istruzioni la C.O. ... <i>nel mentre Carmela se la dorme alla grande.</i><br />
"Carmela non s'addormenti, stiamo per portarla in ospedale" le diciamo cercando di assicurarci che non ci fosse altro, ma Carmela sonnecchia senza preoccuparsene così tanto.<br />
Durante il viaggio la chiamiamo comunque per assicurarci che sia tutto a posto, ma Carmela straparla combattendo contro il sonno.<br />
Una volta arrivati in PS, Carmela viene subito guardata dall'infermiere del triage.<br />
"Signora Carmela? Mi sente?" la chiama<br />
"Ehm dorme..." diciamo quasi imbarazzati<br />
"Cosa vuol dire che dorme? E non si sveglia?"<br />
"Eh non proprio... ha preso le gocce per dormire tipo poco prima di rotolare giù dal letto..."<br />
L'infermiere rassegnato cerca di svegliarla, e Carmela in stato semicomatoso dice anche a lui che le gocce stanno facendo effetto e che ha male al braccio e alla testa, poi smette di dar retta alle sue domande e torna nel mondo dei sogni.<br />
Noi la lasciamo così, addormentata su una lettiga del PS.<br />
"E per fortuna che non aveva chiamato nessuno!"<br />
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
<b><i>PS: -2 al post numero 100 : ) stay tuned!</i></b></div>
Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-16285150687358908082013-08-14T15:06:00.001+02:002013-08-14T15:06:26.029+02:00Visto?Quando dico che essere un soccorritore implica una serie di altre propensioni più o meno spiccate, non scherzo e lo sapete.<br />
Oggi vi parlo di come ci siamo improvvisati acrobati circensi e contorsionisti allo stesso tempo, una mattina presto, verso le 6.40 quando arriva la chiamata "Verde, donna anziana caduta in casa".<br />
Con buona pace dell'equipaggio della notte, che viste le nostre tre facce, se ne torna a dormire sotto le coperte calde, noi usciamo.<br />
Il paese non lo conosciamo molto bene, è un pochettino fuori zona e increduli ci troviamo davanti ad una corte dall'ingresso assai angusto.<br />
Capendo che lasciare l'ambulanza fuori era improponibile a causa della discutibile larghezza della stradina dove ci eravamo infilati, con sacrosanta pazienza (<i>e anche qualche imprecazione, diciamocelo dai</i>) il nostro autista riesce a far passare incolume il mezzo fino ad entrare nella corte.<br />
Quando ci rendiamo conto del posto in cui siamo finiti, tutti e tre iniziamo a sperare intensamente che la signora si trovi al piano terra.<br />
Un uomo sui quaranta, che ci chiama dall'ultimo piano della corte, infrange i nostri cuori e le nostre speranze.<br />
<i>Non ci resta che sperare che sia almeno leggera</i>.<br />
Seguendo le indicazioni, raggiungiamo l'appartamentino passando per delle scale ripide, un po' erose dal tempo e talmente strette e spigolose che salirle in fila indiana con lo zaino in spalla è già abbastanza complicato.<br />
Entriamo e sul letto troviamo Anna, 80 anni, sveglia e un po' spaventata che ci racconta di esser caduta dal letto e quindi di aver telefonato al figlio per chiedere aiuto.<br />
Il figlio arrivato a casa e trovata la madre per terra, l'ha rimessa a letto e ha chiamato l'ambulanza perché la signora non riusciva ad alzarsi.<br />
Cercando di tranquillizzarla e riscontrando la classica posizione da femore rotto, iniziamo a pensare a come farla scendere dall'ultimo piano di quello che sembrava più il contesto di un videogioco piuttosto che una via d'uscita.<br />
"Per fortuna sono leggera, posso scendere in braccio a mio figlio?"<br />
"No signora, ci dispiace ma dovremo metterla per forza di cose su una tavola rigida e portarla giù noi tre" le diciamo<br />
"Ma le scale sono strette, come farete?"<br />
<i>Eheheheheh</i><br />
"Non si preoccupi, ci pensiamo noi" le rispondiamo sorridendo, mantenendo un certo aplomb.<br />
<i>In realtà ci stavamo facendo la stessa domanda, e la soluzione a cui eravamo arrivati tutti e tre era l'unica plausibile: sarebbe dovuta scendere in verticale.</i><br />
Dopo aver chiamato la C.O. e accordato la destinazione, spinalizziamo la signora Anna.<br />
"Anna non si spaventi, ma dobbiamo farla scendere in verticale. Non si preoccupi che non cade e non la lasciamo andare, se le dà fastidio guardare, tenga gli occhi chiusi, ci vorrà meno di quanto sembra"<br />
La signora decide per fortuna di fidarsi, e una volta bella imbragata sulla tavola, iniziamo a fare i numeri.<br />
Ci siamo sentiti dei veri equilibristi mentre portavamo giù Anna, levigando ogni spigolo col didietro, fingendo di non farci caso.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1LhYPWvF7c0OA5OvpL7AksAarEZ1BMNHFrHTgcX-M1jJ3A2j3tjWPNpmsj0m3AfOW18vJNY_IQmkO8-pEpXXKb59hp0I4TFCrFrSK-qr2duukcmqzC49DE-EGzQaxW_B1smLj26lD0jfY/s1600/14202.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1LhYPWvF7c0OA5OvpL7AksAarEZ1BMNHFrHTgcX-M1jJ3A2j3tjWPNpmsj0m3AfOW18vJNY_IQmkO8-pEpXXKb59hp0I4TFCrFrSK-qr2duukcmqzC49DE-EGzQaxW_B1smLj26lD0jfY/s1600/14202.jpg" /></a></div>
<i>Comprendete anche voi che l'abbinamento muro bianco sdrucciolevole e divisa blu non funziona, e l'abbiamo compreso anche noi una volta arrivati in fondo: molto compiaciuti per la manovra, molto meno compiaciuti della versione "gessata" del retro delle divise.</i><br />
"Ce l'avete fatta!" ci dice Anna<br />
"Visto Anna?" le rispondiamo sorridendo come se fosse stata la cosa più semplice del mondo, mentre in realtà eravamo vagamente indolenziti per le assurde posizioni assunte per far passare la spinale con Anna sopra per quelle infinite scalette minuscole e spigolose, accaldati nonostante il freddo e intenti a ripulirci con <i>nonchalance</i> il retro delle divise.<br />
Alle 7 di una mattina d'autunno ci siamo resi conto di aver iniziato la giornata portando giù una simpatica signora da un piano non ben identificato, in verticale.<br />
<i>Visto?</i>Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-22308598540184671422013-08-02T20:39:00.001+02:002013-08-02T20:42:00.949+02:00Momenti di ordinaria follia<b><i>Oggi voglio provare a farvi ridere.</i></b><br />
E' un po' che non scrivo qualche strafalcione, e in fin dei conti avevo inaugurato il segnalibro "<i>cliché</i>" per condividere anche i momenti di ilarità.<br />
<i>Credo cambierò il nome al segnalibro, ancora devo studiarne uno appropriato perché mi piacerebbe condividere con voi anche quei momenti che tolgono il fiato, fanno venire le lacrime, il mal di pancia...dal tanto ridere.</i><br />
Il bello dell'essere un volontario alla fine è anche questo, certi livelli di follia si toccano solo in sede eheheh<br />
Voglio raccontarvi di quella notte, una delle rarissime, che sono stata svegliata da rumori esterni nonostante il sonno profondo...<br />
Era notte fonda, avevamo già dato il meglio di noi in uscita, e ci stavamo facendo una bella dormita.<br />
Eravamo in 4, e il nostro autista di quella notte era di quelli da "<i>russata selvaggia</i>".<br />
Personalmente stavo dormendo benissimo comunque, finché qualcosa stranamente mi sveglia.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrgZyfBo_DZkp0J6q19eWtrdGlUS0SXlBpTyw0KMh35Gs551hZvsZ0aMfbuDiU7jlfc1hSzCohsAD7nHQK0Wf53rQp_zZ-8JbtqgAUVn9xOvltihhLs1Am7LVht-LXlfCFr-RMQPVnkew_/s1600/gatto-che-miagola-troppo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrgZyfBo_DZkp0J6q19eWtrdGlUS0SXlBpTyw0KMh35Gs551hZvsZ0aMfbuDiU7jlfc1hSzCohsAD7nHQK0Wf53rQp_zZ-8JbtqgAUVn9xOvltihhLs1Am7LVht-LXlfCFr-RMQPVnkew_/s320/gatto-che-miagola-troppo.jpg" width="320" /></a></div>
<i>Miaooooooo</i><br />
Convinta di star sognando e anche discretamente stordita, apro gli occhi, ma al buio senza occhiali non vedo nulla.<br />
"Ok, l'avrò sognato" mi dico e mi rigiro dall'altra parte del letto<br />
<i>Miaooo Shhht Miaoo Miaoooo</i><br />
"Eh no cavolo, mo però l'ho sentito... un gatto in sede?! Ci mancava solo questa..." penso sconsolata e mi metto seduta sul letto per capire dove fosse la bestiola.<br />
Appena metto gli occhiali e metto a fuoco la camera, il collega che dormiva nel letto accanto al mio si sveglia a sua volta imprecando per il russare dell'autista e quello strano miagolio, e punta la torcia nella stanza.<br />
<b>La scena che abbiamo davanti è la seguente:</b> l'autista russante russava ancora pesantemente, la quarta collega si stava sporgendo dal letto miagolando verso il russatore, l'altro mio collega con la torcia in mano a quel punto s'imbestialisce "Che cazzo stai facendo???? Perché miagoli???"<br />
"Perché se miagoli la gente smette di russare! No?" <i>risponde come se nel cuore della notte fosse la cosa più ovvia del mondo.</i><br />
Io inizio a ridere di gusto, il mio collega con la torcia si esibisce in una fiorita poesia ad insulti rivolta alla mia collega e in quel momento l'autista si sveglia "Oh ma la finite di far casino?? Adesso non si può manco dormire! Ma avete visto che ore sono?! Dai cazzo!" e si rigira dall'altra parte, riprendendo a russare in tempo zero.<br />
<i>Avevo mal di pancia, dal ridere.</i><br />
"E tu che cavolo ridi che mo ti addormenti e non senti più un tubo?? Io invece devo sorbirmi quella che miagola e quello che russa!" e in effetti... è andata così <b>:P</b>Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-10753330699349139442013-07-28T10:20:00.001+02:002013-07-28T10:20:17.525+02:00...siete forti!E' la classica notte di inizio inverno: fa freddo, un freddo umido, piove quanto basta a cullarti il sonno o a lavarti completamente la divisa, e i soliti discorsi nonsense conditi da una partita accanitissima a Monopoli riempiono la nostra serata, fino a quel momento tranquilla.<div>
<i>Eravamo lì lì per concludere il match quando lo squillo di Emma ci interrompe; sventolando la carta "opposizione" e meditando sul come giocarla con la C.O. per evitare l'uscita, ci prendiamo la stampata e il nostro umore cambia all'improvviso.</i></div>
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"Giallo, problemi respiratori, bambino di 6 mesi".</div>
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Ci catapultiamo velocemente sul mezzo, imbacuccati per bene, e partiamo alla volta del target, raggiunto in pochi minuti.</div>
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La destinazione è all'interno di una corte, classica delle nostre zone, ma con un ingresso che a malapena permetteva l'entrata di una macchina di medie dimensioni.</div>
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Scendiamo al volo dal mezzo, carichi di ogni cosa possibile che sarebbe potuta servire e con torcia alla mano iniziamo sistematicamente al ricerca del numero civico indicato, sotto l'acqua gelida e battente, nel buio più pesto della provincia.</div>
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In quel buio vediamo uno spicchio di luce calda illuminare un ingresso, e un braccino piccolo farci segno.</div>
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Di corsa raggiungiamo la porta, varchiamo la soglia chiedendo il permesso, e per qualche secondo ci guardiamo attorno.</div>
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Siamo all'interno di una stanza, non ci sono porte a parte quella d'ingresso, solo una finestra in circa 20 metri quadri (se non meno) di spazio; attaccati alla parete ci sono i fornelli, una vecchia stufa di quelle che compaiono solo negli scenari dell'esame di certificazione, un divano-letto, un lettino singolo attaccato e un tavolino con un paio di sedie.</div>
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<i>Nient'altro.</i></div>
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Ci richiude la porta alle spalle Gigi, un bimbo di 10 anni, che ci guarda con occhi quasi luccicanti.</div>
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Davanti a noi Lucrezia, una giovane donna di non più di 40 anni, stringe tra le braccia il piccolo Luca, 6 mesi, che piange e grida come un matto.</div>
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Noi quattro con l'attrezzatura più loro tre dentro quella stanza stavamo stretti.</div>
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"Grazie per essere venuti!" ci dice ansiosa Lucrezia "Guardate! Si è riempito di puntini rossi e prima faticava a respirare, è allergico a tante cose, abbiamo dovuto cambiare il latte, non vorrei fosse stato quello!"</div>
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Il bimbo, a parte il pianto e i puntini, al momento respirava bene, e la cosa ci ha fatto tirare un sospiro di sollievo.</div>
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"Signora stia tranquilla, il piccolo respira bene, è solo tanto spaventato... comunque gli prendiamo due parametri e chiamiamo subito la Centrale" la rassicura il caposquadra mentre io e le altre due colleghe cerchiamo di prendere qualche parametro al piccolo Luca, che appena visti noi 4 estranei in tutone scure deve essersi spaventato ulteriormente.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhACCAkhD9K92-p_ZZ3AI61Akk-SzZlEoy0nZEh-2mWOr01J6QPZx2ktSpuI1Oxje4sYPEhL0Km8glpbZTO5CuAPUbwG5alFyx9OC9bX-3lOa2u-k_ZsNkKicNRyurtwMGyTASQR2H-8HUQ/s1600/chicco-giochi-natale-2012-ambulanza.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhACCAkhD9K92-p_ZZ3AI61Akk-SzZlEoy0nZEh-2mWOr01J6QPZx2ktSpuI1Oxje4sYPEhL0Km8glpbZTO5CuAPUbwG5alFyx9OC9bX-3lOa2u-k_ZsNkKicNRyurtwMGyTASQR2H-8HUQ/s320/chicco-giochi-natale-2012-ambulanza.jpg" width="320" /></a></div>
Tolti i giacconi per sembrare meno "mostri cattivi" e più "persone normali", con non poca difficoltà e qualche calcio volante, rileviamo i parametri, che sono nella norma, e il CS esce dalla stanza per chiamare la C.O.</div>
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Nel mentre io e le altre due restiamo in casa con la famiglia.</div>
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"Avviso subito mio marito, lavora lontano, ma almeno verrà a prenderci in ospedale!" ci dice Lucrezia.</div>
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"Che belle divise avete!" ci dice timidamente Gigi, che guarda con interesse le mille cose che ci siamo portati dietro "A cosa serve quello?" ci domanda indicando lo zaino</div>
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"Lo zaino ha dentro tutto quello che ci serve per aiutare chi ci chiama" gli diciamo sorridendo "Vuoi vedere cosa c'è dentro?"</div>
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Lui annuisce timidamente, e mentre Lucrezia prepara le cose e chiama il marito, noi mostriamo a Gigi l'attrezzatura spiegandogli per cosa usavamo quelle cose, rispondendo a tutte le sue domande.</div>
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"Hai visto Gigi? Oggi è proprio una giornata movimentata!" gli dice sorridendo Lucrezia</div>
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Noi ci guardiamo interrogativi e Gigi ci dice "Oggi è il mio compleanno! Mi hanno anche fatto il regalo!" ci dice mostrandoci 10 Euro</div>
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"Allora ormai sei un ometto! Tra qualche anno puoi venire a fare il corso per diventare soccorritore anche tu!" gli diciamo scherzando</div>
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"Lui vuole fare il pompiere, ma mi sa che l'avete quasi convinto, vero amore?" dice Lucrezia, e Gigi annuisce arrossendo "Posso fare sia il pompiere sia quello che fate voi magari! Voglio essere bravo come voi, siete forti!"</div>
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I complimenti dei bambini fanno sempre un certo effetto, e sorridendo come ebeti consapevoli, gli diciamo "Va che se continui così diventerai sicuramente più forte di noi!"</div>
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"Non lo so... Speriamo!" ci risponde sorridente.</div>
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La C.O. ci dà un codice giallo per l'ospedale più vicino; Luca nel mentre si era calmato, quindi andiamo tutti verso l'ambulanza di corsa per evitare una doccia fredda.</div>
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"Che bella! Ma accendiamo anche le luci e la sirena?" chiede Gigi che non sapeva più dove guardare una volta in ambulanza.</div>
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Lo facciamo sedere davanti con l'autista, che lo assicura con la cintura.</div>
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"Visto che oggi sei grande, ti va di accenderle tu le luci e la sirena?" gli chiede la collega</div>
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Gigi annuisce saltellando sul sedile "Domani lo racconto ai miei amici!! Nessuno ha mai acceso la sirena!" ci dice entusiasta, e con le istruzioni della collega, Gigi si improvvisa aiuto-autista.</div>
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"Grazie, davvero, non sapete quanto l'avete reso felice in una situazione così!" ci dice Lucrezia</div>
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Un po' commossi, un po' sollevati sorridiamo "Si figuri, è il minimo!"</div>
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Durante il viaggio Gigi riempie la collega di domande sull'ambulanza, sul nostro lavoro, sui pompieri... una volta arrivati e accompagnata la famiglia in PS, li lasciamo salutandoli.</div>
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"Grazie di tutto! E' stato un bel compleanno!" ci dice Gigi, e Lucrezia ci saluta con il piccolo Luca che ci guardava ancora con sospetto, giustamente.</div>
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"Che situazione..." riflettiamo sulla strada del rientro "A volte la gente più in difficoltà può essere il tuo vicino di casa e tu manco la sai magari!"</div>
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"Già... però hai visto il piccolino com'era entusiasta? Voglio dire, nonostante tutto quando gli hai fatto accendere le luci e le sirene sembrava che gli avessi regalato chissà cosa... mi era venuto un po' di magone!"</div>
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"E' vero, a volte alcune uscite ti spezzano il cuore...però guardate il lato positivo... il piccoletto sta bene e il più grande ci ha salutati con un mega sorriso... e forse forse ci siamo guadagnati un soccorritore in erba!"</div>
Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-88728869453482129452013-06-23T15:38:00.000+02:002013-06-23T15:38:10.588+02:00Sulla stradaE' circa l'una di una domenica notte quando la chiamata arriva, noi siamo in quattro; tre di noi ancora svegli a chiacchierare, mentre una nostra collega già dormiva da abbastanza tempo per svegliarsi e vestirsi imprecando in previsione della giornata di lavoro che l'avrebbe aspettata poche ore dopo.<br />
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Prendo il foglio ancora caldo di stampa "verde, evento violento per strada, CC in posto". Una dicitura del genere, avendo presente l'allocazione, non lascia spazio a molti dubbi.</div>
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Arriviamo in poco tempo sul target, che si trova a pochi km dalla nostra sede e vediamo accostata a lato della strada i Carabinieri, che stanno parlando con uno di una vedetta privata e una ragazzina lascivamente (s)vestita.</div>
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"Ciao, che è successo?" domando al Carabiniere che ci stava facendo segno di avvicinarci, che mi indica la ragazzina che si muove nervosamente sul ciglio della strada "Ciao ragazzi, la signorina è stata aggredita e il signore qui ci ha chiamati perché ha visto la scena; fateci sapere dove la portate, ok?" </div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0aCllA-4OXt4pdDxBdqLT6AaUNNBxBPYcBv9dE0Axbia6KM8Bldzl-bedk3riT1ODnlyBoJ-gLKiOnMTejuyTaJMo5eqtIytrlgMBo2TpnXM_aNy9atiCp8gspeRXIjWjNMGUK-fxBXMu/s1600/prostituzione1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0aCllA-4OXt4pdDxBdqLT6AaUNNBxBPYcBv9dE0Axbia6KM8Bldzl-bedk3riT1ODnlyBoJ-gLKiOnMTejuyTaJMo5eqtIytrlgMBo2TpnXM_aNy9atiCp8gspeRXIjWjNMGUK-fxBXMu/s320/prostituzione1.jpg" width="273" /></a>Annuisco, e assieme a due colleghi l'accompagno a bordo, la facciamo sdraiare sulla barella.</div>
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"Tranquilla, adesso sei con noi, non ti può succedere nulla qui, sei al sicuro..." le dico cercando di tranquillizzarla.</div>
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E' una bella ragazza, minuta e con lunghi capelli tinti di nero, il cui colore naturale a giudicare dalla lieve ricrescita si aggira attorno ad un bel rosso ramato.<br />
Sembra davvero molto molto giovane e inizialmente ho il sospetto che non sia neanche maggiorenne.</div>
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"Come ti chiami?"</div>
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"Mariela" ci dice un po' scossa cercando di asciugarsi le lacrime con le mani</div>
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"Mariela, so che non è semplice, però ci aiuterebbe sapere cosa ti è successo... se te la senti" le dico sempre con calma mentre i miei colleghi le passano altra carta per asciugarsi le lacrime</div>
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"Mi hanno picchiata... un'altra ragazza... con suo protettore, sono scesi dalla macchina e mi hanno buttata per terra e presa a calci e colpita con ombrello sulla testa" ci dice titubante</div>
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"Hai dolore da qualche parte?"</div>
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"La testa, mi fa male la testa, e anche un po' la pancia e le ginocchia..." dice indicando i punti; ferite non ce ne sono, ma per precauzione le mettiamo il collarino, le sfiliamo le autoreggenti strappate per disinfettare le escoriazioni sulle gambe e la copriamo visto che addosso ha solo una specie di gonnellino e una magliettina.</div>
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"Se hai freddo o senti qualcosa che non va diccelo, ok?" le diciamo</div>
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"Tranquilla, sono abituata!" cerca di sdrammatizzare sorridendo, e noi ricambiamo il sorriso anche se in realtà siamo un pochino in imbarazzo per ovvie ragioni.</div>
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"Hai un documento Mariela?" le domando</div>
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Lei fruga nella borsetta "Mi hanno rubato i soldi, tutto... però ce l'ho la carta..." e mi porge un documento di identità albanese dove c'è scritto che ha 20 anni.<br />
"Mariela, sei d'accordo a venire in ospedale per un controllo vero?"<br />
"Eh si... va bene... però mi serve sapere dov'è, qualcuno deve venirmi a prendere..." ci dice armeggiando col cellulare<br />
"Tranquilla, l'indirizzo è XXXXXXXXX; è qui vicino, se ti serve altro chiedici pure"</div>
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Avviso la Centrale della situazione e ci mandano verso l'ospedale più vicino; dopo aver avvisato i CC, partiamo.</div>
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Durante il viaggio cerchiamo di sdrammatizzare un po' parlando di unghie smaltate che si rompono, del clima ostile alla primavera, delle buche sulla strada e continuando a chiederle se stava bene, notando che pian piano iniziava a rilassarsi un pochino e a fidarsi di noi.</div>
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<i>Non mi era ancora capitata una situazione del genere, e mi sono trovata un po' in difficoltà nel cercare di rassicurare qualcuno che ha visto il peggio della vita così presto.</i></div>
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Arriviamo in poco, e una volta salutata Mariela, la lasciamo nelle mani del personale del PS domandandoci che fine avrebbe fatto.</div>
Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-25922693756104642012013-06-09T17:06:00.000+02:002013-06-09T17:06:48.086+02:00Che poi... quello che sta in porta...Il nostro turno inizia con un codice giallo, sospetto ictus.<br />
Stanotte siamo in 4 e tanto per cambiare piove.<br />
Dopo un paio di giri, troviamo la casa, infossata nel dislivello di una vietta nascosta; classica casa di paese, con cortiletto davanti un po' traballante causa pioggia e ovviamente scale di quelle belle lucide e scivolose.<br />
Ci guardiamo, so che abbiamo tutti pensato la stessa cosa e ci scambiamo un sorriso d'intesa: (<b>scale scivolose + pioggia) x rassegnazione all'evidenza = NoBuono</b>.<br />
Ci viene incontro Michele, sui cinquant'anni, che ci accompagna verso l'ingresso.<br />
"Buona sera, che succede?" chiedo mentre cerco assieme agli altri di non centrare qualche pozzanghera<br />
"Eh Vittorio... di solito non è così disorientato, adesso invece è da stamattina che è completamente fuori di testa!"<br />
"Ovvero?"<br />
"Venite" ci dice aprendoci la porta "è la sul divano" e ci indica Vittorio, 80 anni, seduto sul divano che se la ride guardando il telegiornale.<br />
Nessun segno di ictus o simili.<br />
"Permesso, buona sera Vittorio, come va?" gli chiedo cercando di distrarlo dalla tv<br />
Lui mi guarda divertito "Oh mamma la Croce Rossa!"<br />
"Papà è così da stamattina" incalza la figlia, Luisa, sui 45 anni "Può venire nell'altra stanza che le spiego? Sa è una questione delicata" mi dice sottovoce<br />
Lascio Vittorio coi miei colleghi, mentre io vado in una stanza adiacente con Luisa che, malloppo di carte alla mano, inizia a raccontarmi che Vittorio ha un cancro alla prostata con metastasi diffuse, la terapia non è più efficace, ma lui comunque avendo un po' di demenza senile non se ne rende conto e loro non l'hanno informato della gravità della situazione.<br />
"Non voglio che si butti giù, sa che sta male, ma non sa bene perché e quindi pensa che siano gli acciacchi dell'età, vede com'è sorridente e allegro? E' sempre stato ironico e divertente... quindi abbiamo preferito che la pensasse così. Tuttavia da stamattina fa cose strane... di solito è abbastanza lucido, parla ed è orientato... invece da oggi ha iniziato a dire che sente il terremoto, a straparlare, la casa che trema, le cose che vede in tv le percepisce come reali, come se uscissero dallo schermo...abbiamo chiamato il nostro medico e ci ha detto di accompagnarlo in PS, quindi ho chiamato voi"<br />
Fatte le solite domande di routine, raccolgo i dati presi dai miei colleghi e li informo della situazione, poi chiamo la Centrale riferendo questa alterazione delle percezioni, assieme con dei parametri tutto sommato nella norma, e ci viene assegnata la destinazione.<br />
Raccolti i documenti, torno anche io di là con la squadra da Vittorio "Vittorio mi ascolti, dobbiamo portarla giù da basso con una sedia, abbia pazienza, non è comodissima, ma faremo in fretta ok? Lei non si attacchi al corrimano!"<br />
Lui mi guarda e ride "Cià allora andiamo sull'ambulanza, va che non è mica la prima volta, vi conosco ehehehe poi faccio il giretto fuori?"<br />
"Ma papà, fuori fa freddo, andiamo solo in ospedale per un controllo!" gli dice la figlia sorridendo e coprendolo, e noi lo carichiamo e portiamo giù.<br />
Una volta messo in ambulanza, sulla strada verso l'ospedale, il mio collega chiede a Vittorio "Come sta Vittorio? Tutto bene?"<br />
"Si si... ma dove stiamo andando?"<br />
"In ospedale a XXX, a fare un controllo, conosce il posto no?"<br />
"Ma quello nuovo?"<br />
"Si!"<br />
"Eh si per fare un giretto, poi magari viene fuori il sole eheheheh"<br />
Noi ci guardiamo, e sorridendo annuiamo "Si facciamo giusto un giro veloce, per star tranquilli!"<br />
"Va bene... è che quando ero giovane, le cose erano diverse sapete? Poi adesso ho anche un po' freddo..."<br />
Comprendendo cosa intendevano i parenti quando ci parlavano del fatto che Vittorio fosse poco orientato, alziamo il riscaldamento... lui così si riscalda, noi invece stavamo letteralmente facendo una sauna.<br />
"Ma quindi l'ospedale è a XX?" ci chiede di nuovo<br />
"Si Vittorio, è là"<br />
"Bravi ragazzi...Che poi... quello che sta in porta, se non prende la palla e l'altro non gliela passa... ehehehe" e ride<br />
"Eh certo, se non gli passa la palla..." azzardiamo sorridendo senza capire e decidiamo di assecondare i discorsi non-sense di Vittorio, che continuava a ridersela come un matto ad ogni nostra risposta, proseguiti fino all'arrivo in PS, dove spieghiamo la situazione e veniamo raggiunti in breve dalla famiglia.<br />
"Grazie e arrivederci!" ci dice Vittorio salutandoci, e noi ricambiamo il sorriso e il saluto.<br />
Una volta fuori a sistemare il mezzo, ci guardiamo un po' dubbiosi "Secondo me ci stava prendendo per i fondelli....per quello se la rideva" dice la mia collega diverita<br />
"Perché? Che gli avete detto?" ci chiede curiosa l'autista<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixrqbyFXltdYyq7akzwEZAEoSmdeyX44l3kdEe6fY7aQa0BZqlJx5rnrHR-vic1Tc79_Pf0VfPmGjOukiw1vM0ky8cDoiS2Omqs04SR33zQ5U6A2yWJZ-RvtsD3fV35gFVOfjBAEI0Ttua/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixrqbyFXltdYyq7akzwEZAEoSmdeyX44l3kdEe6fY7aQa0BZqlJx5rnrHR-vic1Tc79_Pf0VfPmGjOukiw1vM0ky8cDoiS2Omqs04SR33zQ5U6A2yWJZ-RvtsD3fV35gFVOfjBAEI0Ttua/s1600/images.jpg" /></a></div>
"Eh abbiamo assecondato un po' i discorsi assurdi che faceva... secondo me avrà pensato che siamo dei coglioni ehehe"<br />
"Ah si probabile!!!" ci dice lei ridendo "Dai almeno l'avete tenuto allegro, continuava ridere!"<br />
"Si sul fatto che se la ridesse, non ci son dubbi... è che siamo passati un po' per dei giullari ecco!"<br />
"Ma si dai ragazzi... una volta tanto che ridono, godiamocela anche noi!"<br />
"Si dai hai ragione... che poi... se non gli passi la palla e quello che sta in porta non la prende....!!!"Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-70171963004530921672013-06-02T13:12:00.001+02:002013-06-02T13:12:54.625+02:00Questione di un secondoPiove, è una di quelle notti gelide dove si sta bene sotto al piumone.<br />
In effetti eravamo tutti già sprofondati in un sonno profondo cullati dal caldo dopo il solito spuntino pre-sonno a base di schifezze varie ed eventuali e una partita a Monopoli, quando la campana suona.<br />
"Giallo, autostrada, incastrato in macchina".<br />
"Non promette nulla di buono..." commento guardando il foglio dove non c'erano altre indicazioni<br />
"In effetti no..." il mio autista mi guarda un po' perplessa, e ci avviamo velocemente al target, raggiunto in pochi minuti.<br />
<b>La scena che ci troviamo davanti è tutto meno che un codice giallo. Di nuovo</b>.<br />
Siamo all'entrata di una stazione di servizio dell'autostrada, luce scarsa e giallastra resa ancora più fioca dalla pioggia battente, all'ingresso della corsia che porta dentro l'area è parcheggiato un grosso camion con targa straniera e sotto al retro del camion, infilata fino a metà del parabrezza, una macchina.<br />
Ci sono cinque o sei persone che ci vengono incontro.<br />
"Siete arrivati! Meno male! Respira, sembra che si muova, ma perde sangue... non ci risponde! L'autista è straniero, non parla italiano" mi dice uno di questi personaggi mentre noi armati di torcia ci infiliamo i caschetti.<br />
Li sorpasso dirigendomi verso l'auto per capire cosa fare.<br />
In macchina c'è solo un adulto al volante, riverso sul lato del passeggero, sembrava muoversi.<br />
"Signore, signore mi sente? Siamo dell'ambulanza!" lo chiamo a tono sostenuto mentre mi avvicino all'auto con la squadra, ma quando siamo più vicini al finestrino comprendiamo che quella parvenza di movimento non era un segno vitale.<br />
<i>Puntiamo la torcia dentro la macchina e la situazione appare chiara.</i><br />
"Respira vero? Lo tirate fuori?" incalza di nuovo uno degli astanti<br />
"Ma lei ha assistito alla scena?" domando<br />
"No no, noi eravamo qui e abbiamo solo sentito il botto..." mi dice "Ma l'autista è straniero, non sa dirci nulla!" e mi indica un uomo sulla cinquantina, che sta sotto l'acqua battente con un'espressione interrogativa.<br />
Mi avvicino, e dopo qualche giro di parole, mi dice che parla tedesco, così in tedesco gli chiedo che è successo.<br />
Lui mi dice di non essersi accorto di nulla perché dormiva dentro al camion al momento dello schianto, s'è svegliato quando ha sentito le urla delle persone fuori.<br />
In quel momento arriva una seconda ambulanza. Ci vengono incontro dei colleghi di un paese limitrofo, ai quali spiego e illustro la situazione, il secondo mezzo non serve.<br />
Chiamo la Centrale, spiegando che il paziente non era in gasping né c'erano segni di movimento, ma presentava lesioni incompatibili con la vita: il cranio era completamente sfondato e ne era uscito quasi tutto il contenuto.<br />
"Stanno arrivando i Vigili del Fuoco e l'Automedica, facciamo rientrare l'altro mezzo, ma voi restate" mi dice l'operatore<br />
Nel frattempo sul posto arrivano anche i Carabinieri, che iniziano a fare i rilievi, e circa venti minuti dopo anche i Vigili del Fuoco.<br />
La manovra per estrarre l'auto dal camion non è semplice e ci vuole parecchio tempo per riuscire a liberarla.<br />
Nel mentre spiego la situazione all'equipe del MSA arrivata in posto poco prima dell'inizio dell'estrazione, e tutti restiamo in silenzio ad osservare la scena.<br />
Non appena la macchina è libera e messa in sicurezza, medico e infermiere si avvicinano insieme a noi per valutare la scena, ormai chiara.<br />
Cercando dei documenti che potessero dirci qualcosa di quel ragazzo, che ad occhio aveva circa 30 anni, ci cade l'occhio su dei giocattoli per bambini e un brivido gelido ci attraversa.<br />
<i>C'era un bambino...?</i><br />
<i>Ci guardiamo agghiacciati e iniziamo a cercare tra le siepi e sotto il camion insieme con Vigili del Fuoco, Carabinieri, medico e infermiere per accertarci che l'uomo fosse solo, che non ci fosse qualcun'altro.</i><br />
<i>Dopo svariati minuti, non trovando nessun altro, ci sentiamo sollevati... </i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgyvzHlXVu6aYNlMAn13greCPcHnoind4xLm2Q4nH3vvs1xVDpEWexUMR22NERZznGiQC6RQ3ruQyaVpdAt9a9z63G9QQwDiBRkVp6RFO5VnxmW61po6bxmBAR8Uv9DwS7FFo7CJxZ_J4_/s1600/ambulanza.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="146" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgyvzHlXVu6aYNlMAn13greCPcHnoind4xLm2Q4nH3vvs1xVDpEWexUMR22NERZznGiQC6RQ3ruQyaVpdAt9a9z63G9QQwDiBRkVp6RFO5VnxmW61po6bxmBAR8Uv9DwS7FFo7CJxZ_J4_/s320/ambulanza.jpg" width="320" /></a></div>
"Ragazzi rientrate" ci dice il medico "Se troviamo i dati, ve li faremo avere"<br />
Sentiamo la Centrale che ci conferma il rientro.<br />
Ce ne andiamo zuppi fradici e abbastanza infreddoliti "Avete visto però? Ci si è infilato sotto diretto... nemmeno un segno di frenata" mi fa notare un collega<br />
"Veramente... magari ha avuto un colpo di sonno o un malore..."<br />
"Basta veramente una frazione di secondo... ti si chiudono gli occhi e guarda cosa succede, e noi possiamo anche correre, ma alla fine..."<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Non ho potuto fare a meno di ripensare ad <a href="http://diariodiunsoccorritore.blogspot.it/2012/05/codice-4.html" target="_blank">Edoardo</a>,</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i> quella notte... e alla fine, dopo tanto tempo, </i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>sono andata a trovarlo al cimitero</i>.</div>
Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-83101980830679604852013-04-28T13:37:00.002+02:002013-04-28T16:20:56.923+02:00Evento violentoSono circa le 22 quando arriva la chiamata, sul foglio della missione c'è scritto "Codice Giallo, evento violento" e basta.<br />
Questa notte siamo in quattro, un po' poco convinti della situazione ci avviamo sul target.<br />
"Ragazzi occhio se vedete qualcosa di strano prima di scendere..." dico alla mia squadra mentre andiamo.<br />
Arriviamo in posto in pochi minuti, ci troviamo davanti una normalissima palazzina di provincia avvolta nel buio di una altrettanto normale e silenziosa notte invernale.<br />
Scendiamo e andiamo verso il citofono, cerchiamo il cognome indicato sul foglio e suoniamo diverse volte finché una vocina flebile ci risponde "Chi... è?"<br />
"L'ambulanza" le dico con calma<br />
"Ok... vi apro... secondo piano" ci dice e riattacca<br />
Noi saliamo fino al piano indicato dove una ragazzina, occhio e croce di 16 anni di origini slave, ci aspetta vistosamente nervosa.<br />
"Ciao, siamo dell'ambulanza, cos'è successo?" le domando guardandomi in giro<br />
"E' per mia madre, i Carabinieri sono già andati via, entrate vi prego, controllate se sta bene!" ci dice<br />
Entriamo e vediamo una giovane donna, non più di 35 anni, piangente in posizione fetale sul divano.<br />
"Permesso signora, siamo dell'ambulanza... come si chiama?" le domando avvicinandomi con cautela<br />
"Mamma è l'ambulanza, lasciati aiutare e racconta anche a loro cosa ti ha fatto!" la incita la figlia con tono esasperato<br />
"Maria, mi chiamo Maria" ci dice singhiozzando<br />
"Maria stia tranquilla, siamo qui per aiutarla e assicurarsi che lei stia bene... se la sente di raccontarci cos'è successo?" le domando sedendomi per terra di fianco al divano<br />
Maria si mette seduta con fatica, e stando sempre rannicchiata sotto lo sguardo vigile della figlia inizia a parlarci "Il mio compagno... lui ha un cagnolino... maltratta il cagnolino, lo lascia sempre chiuso in macchina e non gli dà da mangiare né da bere...io... io stasera gli ho detto che è disumano, che quel povero cucciolo non ha colpa se lui è una brutta persona...e lui... lui..." la voce spezzata dai singhiozzi le impedisce di parlare<br />
"Mamma diglielo! Avanti! Hai sentito i Carabinieri, no? Devi dire la verità!" le dice la figlia<br />
"Maria si prenda il tempo che le serve..." le diciamo cercando di tranquillizzarla "Adesso ci siamo noi con lei, non si preoccupi..."<br />
"Lui mi ha picchiata..." dice d'un fiato "Quando gli ho detto così mi ha insultata, ha detto che il cane è solo un animale e mi ha buttata per terra, mi ha sbattuto la testa contro il marciapiede...mi ha dato calci e pugni in pancia e poi è scappato con il cane e i suoi tre figli che ha in affidamento...lui è venuto qui dal Marocco per cercare lavoro e mantenere i bambini... non mi aveva mai picchiata..." e le lacrime le rigano il viso<br />
"Maria permetterebbe ai miei colleghi di controllare se va tutto bene? Ha dolore da qualche parte?" le chiedo<br />
Lei mi fa cenno di si con la testa e lascia che la mia squadra si occupi di lei, mentre io parlo con la figlia in un'altra stanza per capire qualcosa in più.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd1cUR-ip0hSCKEHjUFCkL6sEr8eV8J1I4C1hK-YBPKW1LKEbb-WcNjHIDjGkAnxrSWUfNTZ3N7OI73iM1DJyt40Dm1y3g_IAy01nbYVt2aDQU6cZbJfaBaSYc0ByCLNQNRokrsumDjH_S/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd1cUR-ip0hSCKEHjUFCkL6sEr8eV8J1I4C1hK-YBPKW1LKEbb-WcNjHIDjGkAnxrSWUfNTZ3N7OI73iM1DJyt40Dm1y3g_IAy01nbYVt2aDQU6cZbJfaBaSYc0ByCLNQNRokrsumDjH_S/s1600/images.jpg" /></a></div>
"Abbiamo chiamato i Carabinieri, sono venuti, hanno fatto delle domande e ci hanno detto di chiamare l'ambulanza e andare in ospedale perché ormai quel pazzo è scappato..." mi dice desolata la ragazzina "Io ho chiamato il mio fidanzato per farmi portare su in ospedale e riportare a casa la mamma...sta arrivando!"<br />
"Ti ringrazio"<br />
"Statele vicino..." mi dice sottovoce<br />
"Stai tranquilla, ci prenderemo cura di lei al meglio" le dico cercando di rassicurarla<br />
"Grazie, davvero..." mi dice ed esce a telefonare di nuovo probabilmente al ragazzo che la stava raggiungendo<br />
Chiamo la Centrale, spiego la situazione e prepariamo Maria per il ricovero; dice di avere mal di testa, ha uno zigomo tumefatto e dei dolori addominali, ma tutto quel dolore che sente non aveva niente a che fare con lo zigomo o l'addome, è qualcosa che ti dilania dentro e noi l'avevamo capito.<br />
Durante il viaggio si tranquillizza un po', ci racconta del rapporto travagliato con questo compagno con cui stava da qualche anno, del fatto che non aveva mai alzato le mani, soltanto la voce, e dell'atroce dolore che si prova quando la persona di cui ti fidi e che ami ti fa del male in questo modo.<br />
<i>Fa un po' male anche a noi questo discorso in effetti.</i><br />
In poco arriviamo in PS dove spiego l'accaduto e l'infermiere di Triage prende in carico Maria.<br />
"Grazie..." ci dice accennando un sorriso "Davvero..."<br />
Noi le sorridiamo "Buona fortuna Maria..." le rispondiamo e usciamo dal PS con l'amaro in bocca.Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-42175691890596822252013-04-07T16:58:00.000+02:002013-04-07T16:58:08.807+02:00Cardio è più forte!Siamo alla 3 uscita di una notte delirante.<br />
Arriva il foglio della missione: "Giallo, malore e febbre in paziente cardiopatico".<br />
Arrivare a casa del paziente è una vera odissea.<br />
Avete presente quei paeselli con quelle vie che pian piano si stringono ad imbuto? Ecco.<br />
Rischiamo di incagliarci in mezzo ad una specie di viottolo, ma per fortuna la nostra autista è il mago delle manovre.<br />
"Oddio oddio oddio non passaaaaa"<br />
"Si dai dai ambulanzina, dai che ci passi su, fai la brava!" e ritirando gli specchietti riusciamo a passare.<br />
Ci guardiamo tutti e quattro sudati.<br />
"TomTom di merda, io sapevo arrivarci qui dalla strada principale" è stato il commento dell'autista mentre noi imprecanti scendevamo dal mezzo.<br />
Entriamo in questa casa, sono circa le 23.30, e veniamo accolti da Manuela, sui 70 anni, un po' agitata.<br />
"Permesso!"<br />
"Avanti dottori, entrate pure!" ci dice tremolante<br />
"Non siamo i dottori signora, è l'ambulanza!" le dice con calma il mio caposquadra "Cosa succede?"<br />
"Eh venite, guardate, è lì mio marito Ernesto, è a letto, ha la febbre e la pressione bassissima, non riesce ad alzarsi, ha anche mal di pancia..."<br />
Ci avviciniamo al letto dove Ernesto, 70 anni, ci guarda tremante e un po' sorpreso "Uh Gesù l'ambulanza! Ma Manuela!!!!"<br />
"Buona sera Ernesto, vedo che già ci ha riconosciuti! Come si sente?"<br />
"Eh... passa... sarà influenza... avevo mal di pancia e febbre, io soffro già di bassa pressione e mi sentivo un po' debole..."<br />
"Capisco, ha preso qualche medicinale? Ragazzi, parametri nel frattempo, grazie!"<br />
Noi prendiamo tutti i parametri, la pressione si sente appena la massima di circa 80.<br />
"Ha mangiato oggi Ernesto?"<br />
"Si si! Poco, però ho mangiato pastina, pane, insalata, salame e un pezzo di torta!" ci dice<br />
<i>Alla facciazza del poco, pensiamo guardandoci sorridendo.</i><br />
"Vorrei comunque fare un controllo in pronto soccorso, per capire perché non passa..." ci dice preoccupato "Ah, Manuela! Che pastiglietta mi hai dato oggi quanto ti dicevo che avevo mal di testa e che alla fine non mi ha fatto niente?"<br />
La moglie si guarda in giro, ci pensa e poi raggiante tira fuori la ben nota scatolina che ci lascia interdetti qualche istante e me la porge.<br />
La guardo e le chiedo "Gli ha dato davvero... questa? Perché?"<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7WmIEokZIBe4C_M6DRlJZrAoMWFmDEP-X5r4ns__sVX4U956x98udfYTCd6iIY-xCEIHn8j81vDKcCiu9ZBaQjxutfCjUhbNu1fFVoz4tmkq5zi09Dkpi70NBeVCVV57dkpKlOorbturq/s1600/farmaci-generici--258x258.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7WmIEokZIBe4C_M6DRlJZrAoMWFmDEP-X5r4ns__sVX4U956x98udfYTCd6iIY-xCEIHn8j81vDKcCiu9ZBaQjxutfCjUhbNu1fFVoz4tmkq5zi09Dkpi70NBeVCVV57dkpKlOorbturq/s1600/farmaci-generici--258x258.jpg" /></a></div>
"Beh stava male, l'Aspirina non mi sembrava abbastanza, ma avevo la mia Cardioaspirina... <b>sa Cardio vorrà dire che è più forte e l'influenza passa prima, no???</b>" mi dice soddisfatta della pensata<br />
"Ehm signora Manuela, non funziona proprio così... la Cardioaspirina per l'influenza non serve a molto, Cardio non vuol dire 'più forte'! Anzi...in realtà la Cardioaspirina in termini di dosaggio non è particolarmente efficace per il mal di testa sa...ne ha parlato col suo medico?" le dico pensierosa guardando i miei colleghi<br />
"Ah no con lui no sennò guai... Ma io pensavo di si...Cardio mi dava proprio quell'idea!" e si incupisce<br />
Noi, sconsolati e inteneriti allo stesso tempo dalla scena, organizziamo il trasferimento di Ernesto sull'ambulanza armati di telo perché non riusciva nemmeno a stare seduto.<br />
In poco tempo arriviamo in ospedale, e l'infermiere del Triage ci guarda perplesso "Quindi vediamo se ho capito signor Ernesto: lei stava poco bene per l'influenza, soffre di pressione bassa e sua moglie gli ha dato la Cardioaspirina per il mal di testa e pancia, che non sono passati?"<br />
"Eh si, Cardio è più forte!" gli risponde sottovoce tenendo la mano della moglie<br />
"Eh certo...naturale...dai ragazzi, mettetelo sul lettino, datemi 5 minuti e vengo a spiegarle a cosa serve la Cardioaspirina ok signor Ernesto?" dice rassegnato l'infermiere.<br />
"Grazie ragazzi, siete stati gentilissimi!" ci ringraziano entrambi<br />
Noi salutiamo e ce ne torniamo sul mezzo senza dire una parola.<br />
Quando siamo su tutti, prima di mettere in moto ci lanciamo un'occhiata tra di noi "Cardio è più forte, eh?"<br />
"Abbastanza da far arrivare un'ambulanza a quanto pare...chissà se è scritto sul bugiardino!"Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8316624615447897059.post-79940496444042071332013-03-24T16:43:00.002+01:002013-03-24T16:43:22.529+01:00Ooohhh ambulanza!!!"Ciao ragazzi, sta per arrivare il foglio del servizio, sospettano un tentato suicidio, spegnete le sirene prima di arrivare, Vigili del Fuoco e Forze dell'Ordine sono già in posto" ci dice al telefono l'operatore<br />
E vediamo arrivare il foglio.<br />
<i>Soccorso di persona. </i>Giallo.<br />
Arriviamo in poco, siamo in quattro stanotte, sono circa le 21.<br />
Abbiamo davanti un condominio normalissimo, davanti al quale si stende una folla di curiosi che guarda i Vigili del Fuoco ispezionare l'appartamento al pian terreno e i Carabinieri fare domande.<br />
Ci facciamo vedere, e i VVF, che conosciamo benissimo, ci vengono incontro "Ah ciao ragazzi, siete qui! Stiamo per entrare..."<br />
"Ok" gli dico e faccio segno alla mia squadra di avvicinarsi con me.<br />
Ci viene incontro una ragazza sui 30, vistosamente preoccupata "Quello è Ivan, il mio ex, è stato un periodo difficile, dovevamo vederci per risolvere delle questioni inerenti la casa, ma non risponde da più di un'ora!"<br />
"Capisco sia allarmata, ora dobbiamo chiederle di allontanarsi dalla porta..." le dico mentre i VVF ci fanno segno che si entra e insieme ai Carabinieri scardinano la porta ed entrano nell'appartamento, buio.<br />
Noi entriamo per ultimi, stiamo indietro come ci viene indicato mentre i VVF ispezionano le stanze.<br />
Ad un certo punto si fermano davanti ad una porta per qualche secondo, poi si girano di scatto "Ambulanza!!!"<br />
"Eh?!"<br />
"Ooohhh ambulanza!!! Vieni ambulanza!" ci urlano<br />
Vagamente interdetti, vuoi perché li conosciamo personalmente e usciamo spesso insieme, vuoi perché <b>sentirsi chiamare "<i>ambulanza</i>" ancora non ci era capitato</b>, scattiamo verso la stanza.<br />
Lo vediamo, per terra, prono, vediamo sangue sul volto, sulle mani, sui pantaloni.<br />
"Ivan! Ivan mi sente??" lo chiamiamo, ma non risponde.<br />
Lo spazio è stretto e illuminato solo dalle torce, la luce è debole ma basta a rivelarci dei deboli movimenti: respira.<br />
Lo giriamo velocemente, ha una ferita lacero-contusa sulla fronte, uno zigomo gonfio, mani e gambe piene di sangue ed escoriazioni, che non capiamo come si sia fatto.<br />
Per terra il pavimento è pieno di bottiglie di birra, lui emana l'olezzo tipico di chi quelle bottiglie se l'è vuotate da solo.<br />
Pian piano apre gli occhi, ci guarda terrorizzato e completamente disorientato e con uno scatto improvviso si mette a sedere e ad urlare "Ma chi siete voi?? E io cosa faccio qui? Che giorno è oggi??"<br />
"Ivan tranquillo, noi siamo dell'ambulanza, qui ci sono anche i Vigili del Fuoco, volevamo sapere come stava, siamo stati chiamati perché non rispondeva al telefono! Si ricorda cos'è successo?" domando cercando di tranquillizzarlo<br />
"No! Mi ricordo che son caduto in moto, tempo fa... ma come sono arrivato qui?? E perché voi siete dentro casa mia?? Sto morendo di freddo!"<br />
"Adesso io e colleghi le medichiamo le ferite e la riscaldiamo, ok? Cerchi di fare dei bei respiri, siamo qui per aiutarla" gli dico e iniziamo a prendere i parametri e a valutare la situazione, mentre Ivan inizia a riprendersi<br />
"Cià cià dammi che mi tampono io!" mi dice e toglie di mano le cose a me e colleghi iniziando a tamponarsi e disinfettarsi da solo "E poi non darmi del Lei che io avrò pochi anni più di te, no??" e va avanti a tamponarsi "Posso guardarmi? Son messo male? Cosa mi è successo? E tu metti via quel coso, che al collo non me lo metti, chiaro???"<br />
"Ivan, io speravo me lo dicessi tu cosa ti è successo..." gli dico aiutandolo a tamponarsi<br />
"Io so che stavo facendo cazzate con la moto, la mia ex mi ha visto, sono caduto e per la figura di merda son scappato, ma non mi ricordo come sono arrivato qui! E ho ancora freddo!"<br />
Avendolo scoperto e avendogli tagliato gli abiti per fare l'esame testa-piedi, era comprensibile che avesse freddo considerato che era stato sdraiato sul pavimento gelido non si sa per quanto tempo, così lo copriamo inizialmente con una coperta isotermica.<br />
"Ma cos'è sta roba?? Dai ragazzi non fatemi ridere, è carta da forno!" ci dice ridendo mentre lo avvolgiamo nella coperta<br />
"Ivan vuoi fidarti?" gli chiede il mio collega, mentre l'altra gli prova la pressione<br />
"Allora? Com'è la mia pressione?" chiede alla mia collega, che mi guarda, sorride e mi dice "120/80"<br />
"Perfetta!" commenta Ivan soddisfatto<br />
I parametri erano tutti nella norma, avvisiamo la Centrale che ci dice di non forzarlo a fare nulla e attendere l'equipe del MSA, che arriva in pochi minuti.<br />
Ivan si gira, poi rivolto a me dice "Ma questo chi cazzo è??"<br />
Imbarazzata, sottovoce gli dico "Ivan shhht, è il medico!"<br />
"Buona sera" saluta il medico stizzito giustamente "Che le è successo?"<br />
"Oh minchia, mo pure il medico! Ho già detto ai suoi amici qui che sto bene! Son caduto verso le 14 di oggi pomeriggio, non so come sono arrivato qui, ma sto bene adesso!"<br />
Il medico decide che si va in PS, ci ordina di mettere collarino e immobilizzarlo sulla spinale.<br />
"No senti, siete tanto carini e bellini, ma io in ospedale non ci vengo! E poi mica vorrete far venire qui un'ambulanza per me!" ci dice Ivan<br />
<i><b>Noi ci guardiamo confusi, non sapendo se ridere o no.</b></i><br />
"Ivan, ma tu... chi pensi che siamo noi scusa?" gli chiedo dubbiosa mentre i Vigili del Fuoco assistono alla scena divertiti puntando ancora le torce<br />
Ivan mi guarda, guarda i miei colleghi e sorridendo ci dice "Oh...cazzo...hai la divisa, c'è una...Croce Rossa...c'è scritto...aaaaah e quindi hai anche l'ambulanza, chiaro...Croce Rossa uguale ambulanza....mo si spiega....ma dai ragazzi, uno di voi può accompagnarmi su con la mia macchina?? In ambulanza no dai!"<br />
"Ivan ascoltami, andiamo in PS in ambulanza, facciamo un controllo per essere sicuri che tu stia bene, almeno ti togli ogni dubbio!" gli dice la mia collega mentre finiamo di posizionare il collarino<br />
"Uff e va bene, però faccio io! Mi spinalizzo da solo, però chi cavolo ha deciso che devo stare su sta cosa???" e in due secondi si lancia letteralmente sulla spinale, lasciandoci senza parole<br />
"Il medico l'ha deciso" gli risponde l'infermiere<br />
"Si beh digli di pensare ai cazzi suoi! Questa roba è scomoda! Comunque avevate ragione ragazzi...ne sapete eh! Sta carta da forno tiene caldo, al posto delle giacche invernali mi comprerò queste!" e con questi toni lo immobilizziamo e carichiamo in ambulanza, dove non smette di parlare per tutto il tragitto, tant'è che il suo alito alcolico stava stordendo anche noi tanto era forte.<br />
"Ivan non toglierti il ragno! Non si può!" gli dice una mia collega<br />
"Senti, ho solo sfilato le braccia, quando arriviamo in PS mi impacchetto di nuovo e sto zitto, giuro! Ma devo fare delle telefonate!" e inizia a chiamare al telefono mezzo mondo avvisando delle sue condizioni.<br />
A pochi metri dal PS iniziamo a sistemare le cose da portare con noi, e Ivan ci guarda divertito "Oh ragazzi va che bravo! Mi sono impacchettato di nuovo da solo! Mo sto anche zitto, ok?" e appena tiriamo giù la barella si trasforma in un paziente sofferente e collaborante<br />
"Sei un attore Ivan...." gli diciamo sconsolati e divertiti allo stesso tempo<br />
"Sono furbo! E poi lo faccio per voi che sennò poi vi sgridano" ride e torna a fingersi afflitto<br />
Arrivati in sala triage facciamo il sunto della situazione spiegando che dopo l'acrobazia finita male davanti alla ex con la moto, probabilmente a causa di quelle birre di troppo, Ivan è tornato a casa di corsa smaltendo la sbronza sul pavimento.<br />
Non rispondendo al telefono ha allarmato tutti, che hanno pensato al peggio.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7-g7TePy85zu1QXDzb-28nqmsMyr1PD_7fs1hBs4rBInMn4ryUjGWlyz_78z_BP45j8BwowEaQY_i51IOhtLZ0xDvxIEiQUQN4op-v1O1-JB9JtzNOU-gaEgEfWbB6zwdyhksZewY-XQb/s1600/images+(1).jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7-g7TePy85zu1QXDzb-28nqmsMyr1PD_7fs1hBs4rBInMn4ryUjGWlyz_78z_BP45j8BwowEaQY_i51IOhtLZ0xDvxIEiQUQN4op-v1O1-JB9JtzNOU-gaEgEfWbB6zwdyhksZewY-XQb/s1600/images+(1).jpg" /></a></div>
"Ivan senti" gli dice l'infermiera "Quanto hai bevuto?"<br />
"Una birra a pranzo!" spergiura alzando la mano destra<br />
"Una sola? Che birra era per avere ancora questo odore?" gli richiede divertita<br />
"Eh...sarà stata di quelle buone!" ride lui "Dai su veloci, che io devo andare! Oh grazie ragazzi, gentilissimi, però non dovevate disturbarvi!" ci dice salutandoci<br />
"In bocca al lupo Ivan!" gli diciamo salutandolo, e torniamo in ambulanza.<br />
"Oh...avrà pur bevuto una birra sola, ma l'ambulanza puzza che sembra una distilleria!!" osserva l'autista<br />
"Ma no cosa dici...sarà che era una birra buona!"Un Soccorritorehttp://www.blogger.com/profile/04291650485762736589noreply@blogger.com5