Il suono del telefono spezza la nostra mattinata dedita alla Scala Quaranta.
"Andate in verde a XXX, via XXX, padre e figlio caduti in casa, verificate e fatemi sapere via filo".
Il collega che prende la telefonata mi lancia un'occhiata divertita "questa è proprio da te..." ride.
Partiamo alla volta della destinazione, raggiunta poco dopo.
Entriamo a casa Bianchi, e veniamo guidati in una camera da letto, dove troviamo Davide (il figlio) e Daniele (il padre), entrambi a letto a lamentarsi del dolore.
Con un po' di fatica riesco a farmi raccontare cos'era successo poco prima che ci chiamassero: il signor Daniele, anziano e con un po' di demenza senile, era a letto quando ha tentato di alzarsi per andare in bagno, ma è scivolato sul tappetino ai piedi del letto picchiando la testa sulla cassettiera e finendo per terra.
La moglie se ne accorge, vede le due gocce di sangue, si spaventa e chiama il figlio Davide sulla cinquantina, che pensa bene di cercare di sollevare il padre di peso, ma a causa della posizione sbagliata e del suo considerevole peso, fa forza sulla schiena a prende uno strappo alla schiena finendo a terra nuovamente insieme a Daniele.
La sorella di Davide e la madre sono visibilmente agitate.
"Vorremmo portarli tutti e due in ospedale, si può vero? Ma avete un'ambulanza sola? Ce la fate? E dove li portate?" mi domandano
"Adesso sento la Centrale, saranno loro a dirmi come procedere dopo aver saputo cos'è successo" rispondo, trafficando con fogli e telefono
"Dottoressa, ha bisogno di qualcosa? Documenti? Medicine? Perchè abbiamo tutto da qualche parte..." mi chiedono di nuovo
"Signora io non sono un medico, comunque mi bastano i tesserini sanitari dei due signori e la documentazione ospedaliera se ce l'hanno" rispondo
"Ok dottoressa! Gliele prendo subito!" mi risponde la sorella, sparendo in un corridoio
Rassegnata al fatto che l'agitazione l'ha avuta vinta sull'udito, e che spiegare cos'è un soccorritore sarebbe stato inutile, chiamo la Centrale che ci autorizza a caricare entrambi i signori sul mezzo.
Mettiamo Davide, con lo strappo alla schiena, sulla barella, mentre Daniele lo mettiamo seduto sul seggiolino in ambulanza, dopo avergli messo il collarino per precauzione.
Il viaggio dura la metà del tempo che pensavo sarebbe durato tante erano le scartoffie da compilare e le volte in cui io, il mio collega e Davide abbiamo cercato di tranquillizzare il signor Daniele, che era spaventato e un po' disorientato.
Arrivati in Pronto Soccorso, scarichiamo prima Davide e dopo Daniele, che abbiamo dovuto tirare giù dal mezzo letteralmente a peso morto.
Appena entrati, Daniele inizia a chiederci con gli occhi lucidi dov'era, perchè non era a casa...spiego la situazione e l'accaduto all'infermiere di turno che prende in carico padre e figlio.
"Padre e figlio? Davvero?" mi domanda
"Eh si, davvero".
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