Perchè il Natale? Perchè la mattina di Natale, come credo molti altri di voi, la sottoscritta era di turno.
Una mattinata tranquilla, dove ci siamo abbuffati di cioccolatini, brioches e quant'altro avessimo in sede, giusto per "festeggiare in famiglia".
Verso le 11.30 decidiamo di affossarci nel divano con la scatola di cioccolatini e in tempo zero suona il telefono 118, come da manuale.
Al telefono, l'operatore della Centrale Operativa mi dice: "Ciao, vai a XXX, in via XXX, uomo 72 anni con Alzheimer che ha esagerato coi tranquillanti. Ti dò un verde perchè i segni vitali sono stabili e lui risponde".
Un po' dubbiosi, ci avviamo verso destinazione, raggiunta in pochi minuti.
Io e il mio collega scendiamo dal mezzo, mentre il nostro autista parcheggia nell'ampio cortile.
Davanti alla porta d'ingresso del condominio ci aspetta Luca, il figlio del paziente, agitatissimo, che inizia a farfugliare "Mio padre non parla! Non sta parlando, non ci risponde!".
Io e collega ci guardiamo interdetti, e facciamo uno scatto felino su per le scale...dimenticandoci il nostro autista, che in tempo zero si ritrova chiuso fuori.
Arriviamo in camera da letto, dove troviamo Giorgio, 72 anni, che dorme beato, e la moglie Luisa che urla e si dispera.
Verificati i segni vitali, Giorgio risulta essere il cosiddetto paziente di tipo V, ovvero quello che risponde allo stimolo verbale.
"Giorgio! Giorgio sveglia, siamo quelli dell'ambulanza! Mi senti?"
"Mmmm siii ma lasciatemi dormire mmmm" mugugna a bassa voce
"Giorgio, non posso lasciarti dormire, abbi pazienza, dobbiamo darti un'occhiata!" gli dico, e inizio a rigirarlo col collega per prendere parametri e verificare che sia tutto a posto.
Non trovando nulla di insolito, mi rivolgo alla moglie: "Signora, a parte il fatto che suo marito ha sonno, non vediamo altro; ci è stato riferito dalla C.O. che il signor Giorgio ha preso dei medicinali e ha un po' esagerato...quando li avrebbe presi?"
A questa domanda noto un po' di imbarazzo da parte della moglie e del figlio, che dopo alcuni secondi di silenzio tirano fuori una boccetta di sonnifero: "Eh vede signorina...stanotte alle 2 s'è svegliato, ci ha svegliati tutti, era agitato...così gli ho dato qualche goccia di sonnifero! Però poi non s'è più svegliato!"
Io e collega restiamo un attimo senza parole "Signora quante gocce ha dato a suo marito?" domando
"La metà della dose che si dà ad un bambino!" mi dice in lacrime.
Sapevamo bene sia noi che loro che le cose non stavano propriamente così; con tutta probabilità Giorgio era davvero agitato quella notte, e la moglie ha ben pensato che qualche goccina in più gli avrebbe fatto solo bene.
Presi tutti i dati e le informazioni, chiamo la C.O. e anche l'operatore, dopo essersi accertato che non fosse successo altro, tira le mie stesse conclusioni.
Decidiamo così di portare comunque Giorgio in ospedale per un controllino; durante il tragitto, pian piano, Giorgio inizia a svegliarsi.
Dopo una serie indefinita di mugugni e insulti in dialetto, Giorgio abbandona l'idea di protestare e si lascia sbarellare senza troppi problemi.
Noi sorridiamo pensando che persino a Natale uno riesce a rimanere...sorpreso.