"Ciao ragazzi, sta per arrivare il foglio del servizio, sospettano un tentato suicidio, spegnete le sirene prima di arrivare, Vigili del Fuoco e Forze dell'Ordine sono già in posto" ci dice al telefono l'operatore
E vediamo arrivare il foglio.
Soccorso di persona. Giallo.
Arriviamo in poco, siamo in quattro stanotte, sono circa le 21.
Abbiamo davanti un condominio normalissimo, davanti al quale si stende una folla di curiosi che guarda i Vigili del Fuoco ispezionare l'appartamento al pian terreno e i Carabinieri fare domande.
Ci facciamo vedere, e i VVF, che conosciamo benissimo, ci vengono incontro "Ah ciao ragazzi, siete qui! Stiamo per entrare..."
"Ok" gli dico e faccio segno alla mia squadra di avvicinarsi con me.
Ci viene incontro una ragazza sui 30, vistosamente preoccupata "Quello è Ivan, il mio ex, è stato un periodo difficile, dovevamo vederci per risolvere delle questioni inerenti la casa, ma non risponde da più di un'ora!"
"Capisco sia allarmata, ora dobbiamo chiederle di allontanarsi dalla porta..." le dico mentre i VVF ci fanno segno che si entra e insieme ai Carabinieri scardinano la porta ed entrano nell'appartamento, buio.
Noi entriamo per ultimi, stiamo indietro come ci viene indicato mentre i VVF ispezionano le stanze.
Ad un certo punto si fermano davanti ad una porta per qualche secondo, poi si girano di scatto "Ambulanza!!!"
"Eh?!"
"Ooohhh ambulanza!!! Vieni ambulanza!" ci urlano
Vagamente interdetti, vuoi perché li conosciamo personalmente e usciamo spesso insieme, vuoi perché
sentirsi chiamare "ambulanza" ancora non ci era capitato, scattiamo verso la stanza.
Lo vediamo, per terra, prono, vediamo sangue sul volto, sulle mani, sui pantaloni.
"Ivan! Ivan mi sente??" lo chiamiamo, ma non risponde.
Lo spazio è stretto e illuminato solo dalle torce, la luce è debole ma basta a rivelarci dei deboli movimenti: respira.
Lo giriamo velocemente, ha una ferita lacero-contusa sulla fronte, uno zigomo gonfio, mani e gambe piene di sangue ed escoriazioni, che non capiamo come si sia fatto.
Per terra il pavimento è pieno di bottiglie di birra, lui emana l'olezzo tipico di chi quelle bottiglie se l'è vuotate da solo.
Pian piano apre gli occhi, ci guarda terrorizzato e completamente disorientato e con uno scatto improvviso si mette a sedere e ad urlare "Ma chi siete voi?? E io cosa faccio qui? Che giorno è oggi??"
"Ivan tranquillo, noi siamo dell'ambulanza, qui ci sono anche i Vigili del Fuoco, volevamo sapere come stava, siamo stati chiamati perché non rispondeva al telefono! Si ricorda cos'è successo?" domando cercando di tranquillizzarlo
"No! Mi ricordo che son caduto in moto, tempo fa... ma come sono arrivato qui?? E perché voi siete dentro casa mia?? Sto morendo di freddo!"
"Adesso io e colleghi le medichiamo le ferite e la riscaldiamo, ok? Cerchi di fare dei bei respiri, siamo qui per aiutarla" gli dico e iniziamo a prendere i parametri e a valutare la situazione, mentre Ivan inizia a riprendersi
"Cià cià dammi che mi tampono io!" mi dice e toglie di mano le cose a me e colleghi iniziando a tamponarsi e disinfettarsi da solo "E poi non darmi del Lei che io avrò pochi anni più di te, no??" e va avanti a tamponarsi "Posso guardarmi? Son messo male? Cosa mi è successo? E tu metti via quel coso, che al collo non me lo metti, chiaro???"
"Ivan, io speravo me lo dicessi tu cosa ti è successo..." gli dico aiutandolo a tamponarsi
"Io so che stavo facendo cazzate con la moto, la mia ex mi ha visto, sono caduto e per la figura di merda son scappato, ma non mi ricordo come sono arrivato qui! E ho ancora freddo!"
Avendolo scoperto e avendogli tagliato gli abiti per fare l'esame testa-piedi, era comprensibile che avesse freddo considerato che era stato sdraiato sul pavimento gelido non si sa per quanto tempo, così lo copriamo inizialmente con una coperta isotermica.
"Ma cos'è sta roba?? Dai ragazzi non fatemi ridere, è carta da forno!" ci dice ridendo mentre lo avvolgiamo nella coperta
"Ivan vuoi fidarti?" gli chiede il mio collega, mentre l'altra gli prova la pressione
"Allora? Com'è la mia pressione?" chiede alla mia collega, che mi guarda, sorride e mi dice "120/80"
"Perfetta!" commenta Ivan soddisfatto
I parametri erano tutti nella norma, avvisiamo la Centrale che ci dice di non forzarlo a fare nulla e attendere l'equipe del MSA, che arriva in pochi minuti.
Ivan si gira, poi rivolto a me dice "Ma questo chi cazzo è??"
Imbarazzata, sottovoce gli dico "Ivan shhht, è il medico!"
"Buona sera" saluta il medico stizzito giustamente "Che le è successo?"
"Oh minchia, mo pure il medico! Ho già detto ai suoi amici qui che sto bene! Son caduto verso le 14 di oggi pomeriggio, non so come sono arrivato qui, ma sto bene adesso!"
Il medico decide che si va in PS, ci ordina di mettere collarino e immobilizzarlo sulla spinale.
"No senti, siete tanto carini e bellini, ma io in ospedale non ci vengo! E poi mica vorrete far venire qui un'ambulanza per me!" ci dice Ivan
Noi ci guardiamo confusi, non sapendo se ridere o no.
"Ivan, ma tu... chi pensi che siamo noi scusa?" gli chiedo dubbiosa mentre i Vigili del Fuoco assistono alla scena divertiti puntando ancora le torce
Ivan mi guarda, guarda i miei colleghi e sorridendo ci dice "Oh...cazzo...hai la divisa, c'è una...Croce Rossa...c'è scritto...aaaaah e quindi hai anche l'ambulanza, chiaro...Croce Rossa uguale ambulanza....mo si spiega....ma dai ragazzi, uno di voi può accompagnarmi su con la mia macchina?? In ambulanza no dai!"
"Ivan ascoltami, andiamo in PS in ambulanza, facciamo un controllo per essere sicuri che tu stia bene, almeno ti togli ogni dubbio!" gli dice la mia collega mentre finiamo di posizionare il collarino
"Uff e va bene, però faccio io! Mi spinalizzo da solo, però chi cavolo ha deciso che devo stare su sta cosa???" e in due secondi si lancia letteralmente sulla spinale, lasciandoci senza parole
"Il medico l'ha deciso" gli risponde l'infermiere
"Si beh digli di pensare ai cazzi suoi! Questa roba è scomoda! Comunque avevate ragione ragazzi...ne sapete eh! Sta carta da forno tiene caldo, al posto delle giacche invernali mi comprerò queste!" e con questi toni lo immobilizziamo e carichiamo in ambulanza, dove non smette di parlare per tutto il tragitto, tant'è che il suo alito alcolico stava stordendo anche noi tanto era forte.
"Ivan non toglierti il ragno! Non si può!" gli dice una mia collega
"Senti, ho solo sfilato le braccia, quando arriviamo in PS mi impacchetto di nuovo e sto zitto, giuro! Ma devo fare delle telefonate!" e inizia a chiamare al telefono mezzo mondo avvisando delle sue condizioni.
A pochi metri dal PS iniziamo a sistemare le cose da portare con noi, e Ivan ci guarda divertito "Oh ragazzi va che bravo! Mi sono impacchettato di nuovo da solo! Mo sto anche zitto, ok?" e appena tiriamo giù la barella si trasforma in un paziente sofferente e collaborante
"Sei un attore Ivan...." gli diciamo sconsolati e divertiti allo stesso tempo
"Sono furbo! E poi lo faccio per voi che sennò poi vi sgridano" ride e torna a fingersi afflitto
Arrivati in sala triage facciamo il sunto della situazione spiegando che dopo l'acrobazia finita male davanti alla ex con la moto, probabilmente a causa di quelle birre di troppo, Ivan è tornato a casa di corsa smaltendo la sbronza sul pavimento.
Non rispondendo al telefono ha allarmato tutti, che hanno pensato al peggio.
"Ivan senti" gli dice l'infermiera "Quanto hai bevuto?"
"Una birra a pranzo!" spergiura alzando la mano destra
"Una sola? Che birra era per avere ancora questo odore?" gli richiede divertita
"Eh...sarà stata di quelle buone!" ride lui "Dai su veloci, che io devo andare! Oh grazie ragazzi, gentilissimi, però non dovevate disturbarvi!" ci dice salutandoci
"In bocca al lupo Ivan!" gli diciamo salutandolo, e torniamo in ambulanza.
"Oh...avrà pur bevuto una birra sola, ma l'ambulanza puzza che sembra una distilleria!!" osserva l'autista
"Ma no cosa dici...sarà che era una birra buona!"