Il foglio riporta soltanto l'indirizzo, il codice e nient'altro.
"Su cosa usciamo?" mi chiede l'autista
"Boh... Giallo a XXX" dico perplessa
"Non si sa altro?"
"No...andiamo e vediamo" e così dicendo ci avviamo di corsa alla macchina, partendo in pochi secondi.
Durante il tragitto la Centrale ci chiama via radio "XXX, via filo appena siete in posto"
"Ricevuto" rispondo, continuando a non capire perché non mi dicono di che si tratta.
Arriviamo; ci troviamo in una corte buia, ci guardiamo attorno con la pila per cercare qualche riferimento nel buio.
Entriamo per prime io e una mia collega, mentre autista e operatore DAE prendono le ultime cose dal mezzo.
Ci viene incontro emergendo dal buio un ragazzo straniero, probabilmente nord africano, sui 18 anni che ci scuote per le maniche della divisa "Venite! Di sopra! Fratello!" e si smaterializza su per i gradini dei piani alti dell'edificio.
Io e la collega ci guardiamo perplesse, ma vista la situazione decidiamo di aspettare gli altri due prima di salire al buio in quel labirinto gelido e silenzioso.
Intanto, come da accordi chiamo la Centrale "Ciao, è la XXX, siamo in posto, che succede?"
"Ok, come sta il bambino?" mi chiede l'operatore
"Bambino?" domando
"Quanta candeggina ha bevuto?" chiede incalzante
"Candeggina??? Bambino??? Ma non ne sapevamo nulla!" rispondo un po' alterata "Il foglio è BIANCO!"
"Oddio scusate, avete ragione, sentite valutate e richiamate quanto prima... nel dubbio vi mando l'Automedica, ok?"
"Ok..." e riattacco
"Ragazzi, forza, correre! Cerchiamo un bambino che ha ingerito della candeggina!" dico alla squadra, appena ricomposta dopo l'arrivo dell'autista e del mio terzo.
In pochi secondi saliamo le scale buie pila alla mano, rivediamo il ragazzino di prima che ci guida all'ultimo piano di questa corte dove abitano, in un riquadro di mura mezze aperte protetti solo da stracci penzolanti, circa una decina di persone.
"Fratello! Candeggina!" mi dice agitato il ragazzo indicandomi un bambino di circa 2 anni sul divano, in braccio a due ragazzine.
Per fortuna qualcuno che parla italiano c'è, una delle ragazzine mi mostra una bottiglia da due litri di acqua che però conteneva candeggina e che era stata lasciata per terra.
Il bimbo l'ha vista e probabilmente scambiandola per acqua l'ha ingerita.
"Ha vomitato quasi subito, non ha fatto più di un sorso" mi dice in lacrime la ragazzina "Cosa possiamo fare?? Non smette di piangere!!"
Mentre ai miei colleghi faccio segno di prendere i parametri al piccolo e di tranquillizzarlo, io metto da parte la bottiglia da portare via con noi "La candeggina però non va messa in bottiglie d'acqua per terra, per un bambino è pericoloso!" faccio notare con calma
"Lo so, glielo avevo detto alla mamma di non lasciarla lì, ma lei non ascolta!" mi dice dispiaciuta la ragazzina indicandomi la madre, che mi guarda con sospetto.
"Mamma parla italiano! Ha capito benissimo che ha sbagliato" sottolinea ancora la ragazzina innescando una mezza lite famigliare nella loro lingua madre.
Nel mentre calmiamo le acque con pazienza, e ristabilita la tranquillità verifichiamo che i parametri siano nella norma, avviso la Centrale della situazione e poco dopo arriva MSA.
Medico e infermiere decidono di seguirci durante il trasporto, e anche loro non mancano di rispiegare alla famiglia che la candeggina non va lasciata a portata di bambino, ma la madre a tutto questo discorso non pare particolarmente interessata.
Con noi in ambulanza sale il padre del piccolo, spaventatissimo almeno quanto i fratellini, che continua a chiederci se il bimbo starà bene.
Lo rassicuriamo fino all'arrivo al PS pediatrico, dove il bimbo viene preso in carico dal personale.
"Grazie mille, anche da parte sua, staremo più attenti" ci dice il padre del bambino, mentre stiamo per andarcene.
Noi salutiamo e torniamo verso il mezzo, in mano avevo ancora il foglio mezzo bianco della missione.
"Bravi ragazzi" ci dice il medico "Però speriamo di non rivederci stanotte! Grazie e buona notte!"
"Grazie a voi, speriamo davvero di non incrociarci più per stanotte!" rispondiamo e risaliamo sul mezzo.
"Dal giallo ignoto al codice candeggina però...si insomma..." dice perplesso il mio collega seduto dietro, indicando il foglio che ho in mano
"Eh lo so..." rispondo altrettanto perplessa, non tanto per il foglio bianco, quanto per la situazione in generale.
"Ho come idea che tanto ricapiterà... purtroppo la candeggina nella bottiglia non era certo il primo problema di quella famiglia" commenta l'autista
"Infatti... spero solo che almeno i ragazzini facciano più attenzione..."
"Noi più di così non possiamo fare"
"Già"
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