Quando dico che essere un soccorritore implica una serie di altre propensioni più o meno spiccate, non scherzo e lo sapete.
Oggi vi parlo di come ci siamo improvvisati acrobati circensi e contorsionisti allo stesso tempo, una mattina presto, verso le 6.40 quando arriva la chiamata "Verde, donna anziana caduta in casa".
Con buona pace dell'equipaggio della notte, che viste le nostre tre facce, se ne torna a dormire sotto le coperte calde, noi usciamo.
Il paese non lo conosciamo molto bene, è un pochettino fuori zona e increduli ci troviamo davanti ad una corte dall'ingresso assai angusto.
Capendo che lasciare l'ambulanza fuori era improponibile a causa della discutibile larghezza della stradina dove ci eravamo infilati, con sacrosanta pazienza (e anche qualche imprecazione, diciamocelo dai) il nostro autista riesce a far passare incolume il mezzo fino ad entrare nella corte.
Quando ci rendiamo conto del posto in cui siamo finiti, tutti e tre iniziamo a sperare intensamente che la signora si trovi al piano terra.
Un uomo sui quaranta, che ci chiama dall'ultimo piano della corte, infrange i nostri cuori e le nostre speranze.
Non ci resta che sperare che sia almeno leggera.
Seguendo le indicazioni, raggiungiamo l'appartamentino passando per delle scale ripide, un po' erose dal tempo e talmente strette e spigolose che salirle in fila indiana con lo zaino in spalla è già abbastanza complicato.
Entriamo e sul letto troviamo Anna, 80 anni, sveglia e un po' spaventata che ci racconta di esser caduta dal letto e quindi di aver telefonato al figlio per chiedere aiuto.
Il figlio arrivato a casa e trovata la madre per terra, l'ha rimessa a letto e ha chiamato l'ambulanza perché la signora non riusciva ad alzarsi.
Cercando di tranquillizzarla e riscontrando la classica posizione da femore rotto, iniziamo a pensare a come farla scendere dall'ultimo piano di quello che sembrava più il contesto di un videogioco piuttosto che una via d'uscita.
"Per fortuna sono leggera, posso scendere in braccio a mio figlio?"
"No signora, ci dispiace ma dovremo metterla per forza di cose su una tavola rigida e portarla giù noi tre" le diciamo
"Ma le scale sono strette, come farete?"
Eheheheheh
"Non si preoccupi, ci pensiamo noi" le rispondiamo sorridendo, mantenendo un certo aplomb.
In realtà ci stavamo facendo la stessa domanda, e la soluzione a cui eravamo arrivati tutti e tre era l'unica plausibile: sarebbe dovuta scendere in verticale.
Dopo aver chiamato la C.O. e accordato la destinazione, spinalizziamo la signora Anna.
"Anna non si spaventi, ma dobbiamo farla scendere in verticale. Non si preoccupi che non cade e non la lasciamo andare, se le dà fastidio guardare, tenga gli occhi chiusi, ci vorrà meno di quanto sembra"
La signora decide per fortuna di fidarsi, e una volta bella imbragata sulla tavola, iniziamo a fare i numeri.
Ci siamo sentiti dei veri equilibristi mentre portavamo giù Anna, levigando ogni spigolo col didietro, fingendo di non farci caso.
Comprendete anche voi che l'abbinamento muro bianco sdrucciolevole e divisa blu non funziona, e l'abbiamo compreso anche noi una volta arrivati in fondo: molto compiaciuti per la manovra, molto meno compiaciuti della versione "gessata" del retro delle divise.
"Ce l'avete fatta!" ci dice Anna
"Visto Anna?" le rispondiamo sorridendo come se fosse stata la cosa più semplice del mondo, mentre in realtà eravamo vagamente indolenziti per le assurde posizioni assunte per far passare la spinale con Anna sopra per quelle infinite scalette minuscole e spigolose, accaldati nonostante il freddo e intenti a ripulirci con nonchalance il retro delle divise.
Alle 7 di una mattina d'autunno ci siamo resi conto di aver iniziato la giornata portando giù una simpatica signora da un piano non ben identificato, in verticale.
Visto?
6 commenti:
Complimenti!!
Grazie :D
Che fatica la spinale per le scale!!!
si si una vera tortura!!!!
E' capitata anche a me la stessa identica situazione, solo che abbiamo optato per il materassino a depressione.
...ed era lo scorso luglio.
O.
proprio il mese giusto per un'acrobazia del genere...!
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