Lei è di quelli che "a me non può succedere, l'ho fatto fino ad ora e non mi è mai capitato niente".
La cosa mi fa letteralmente imbestialire.
"A me non può succedere" credo che, bene o male, l'abbiamo pensato tutti almeno una volta...manovre azzardate, sorpassi, attraversamenti alla cieca, pessime abitudini in generale e non solo inerenti al codice della strada che però possono diventare pericolose.
Anche a me capitava spesso di pensare che a me non sarebbe successo nulla, che guido bene, ho sangue freddo, ho ripreso la macchina in corsa da brutte sbandate etc. finché non ho iniziato a capire che tutti quelli che ho portato via in ambulanza avevano sicuramente pensato la stessa cosa 3 nanosecondi prima di schiantarsi da qualche parte, di diventare un pericolo per se stessi e per gli altri.
Conosco bene le manovre per tirare fuori una persona da una macchina, come conosco le urla che lanciano i pazienti quando ci tocca forzare un po' per estrarli, conosco la paura che gli si legge negli occhi quando sono imbragati sulla barella, a volte nemmeno si rendono conto di dove sono, altre volte sulla barella non fanno nemmeno in tempo ad arrivarci.
Per questo quando sento dire "tanto a me non può succedere, l'ho sempre fatto" mi innervosisco.
Nessuno è perfetto, non si può evitare che gli incidenti accadano nemmeno quando si è prudenti, però è vero anche che si può evitare di accrescere il rischio astenendosi dal creare situazioni rischiose facilmente evitabili.
Scommetto quello che volete che Edoardo, di cui vi avevo parlato tempo fa , l'aveva pensata uguale mentre sorpassava a fuoco, e poi com'è finita?
Come scommetto che anche Arianna, 18 anni, pensava di fare sempre la stessa manovra senza che le succedesse nulla finché una mattina l'hanno investita.
Arianna ha il pessimo vizio di girare in bicicletta senza rispettare gli stop, perché "tanto la bici non occupa spazio, ci si infila e si scatta", mi dice mentre la carico in ambulanza dopo che tagliando lo stop davanti casa sua, una macchina che aveva la precedenza l'ha presa in pieno.
Per fortuna, essendo una strada molto trafficata, la macchina è arrivata molto piano e l'automobilista ha avuto i riflessi pronti: inchioda, ma ormai la bici è sulla corsia e viene buttata nel campo al bordo della strada con Arianna sopra.
La ragazzina non si fa praticamente nulla, solo qualche escoriazione, ma la bicicletta è da buttare.
"Era nuova! Cavolo! Appena comprata!!" mi dice nervosa
"Se avessi rispettato lo stop, a quest'ora sarebbe ancora intera e tu non saresti sull'ambulanza!" le dico mentre le medico i graffi
"Si ma non mi è mai successo! Lo faccio ogni mattina da quando vado alle elementari!" mi risponde scocciata
"Beh vuol dire che, perdona il francesismo, hai avuto un gran fondoschiena fino ad ora!!" le dice il mio autista mentre fa manovra "Non tutti son fortunati come te!"
"Perché, si può morire per una cosa del genere?" domanda stupita
"Si muore per molto meno...fossi in te ci penserei due volte prima di tagliare gli stop! E se finivi sotto un camion? O l'automobilista non frenava? Se invece del campo c'era un'altra strada? Ci hai mai pensato?" le fa notare l'altra mia collega
"No...cioè, so che è rischioso, però non pensavo così...non ci avevo mai pensato"
"Inizia a pensarci allora gioia, perché non sempre si è così fortunati"
Una volta in PS ci promette che cercherà di avere più cura della propria vita...anche per la bicicletta.
1 commento:
Essì,si muore anche per molto meno...E tutte le volte in cui ti capita di tentare di rianimare pazienti (soprattutto giovani) vittime di incidenti che tu da soccorritore puoi definire solo e soltanto "stupidi" te lo chiedi. Ogni benedetta volta.
A me non può succedere..Ma i corpi riversi sull'asfalto dicono l'esatto opposto.
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