venerdì 19 ottobre 2012

Roba da pazzi

Intitolo questo post così perché MAI nella mia esperienza di soccorritore ho avuto a che fare con un paziente che minaccia l'equipaggio di turno a suon di "tanto so come devo fare per chiamare il 118 e farmi mandare l'ambulanza, e sarete obbligati a fare quello che dico io".
Sono stata fortunata fino ad allora?
Probabile.
Di chi sto parlando?
Di un paziente con cui ormai abbiamo dimestichezza perché ogni tanto, quando gli gira (tradotto = circa una volta a settimana), chiama il 118 fingendo una grave dispnea e si fa un giro in Pronto Soccorso.
I PS della zona ormai conoscono bene questo paziente, e normalmente lo rispediscono a casa immediatamente...tutti tranne un paio, che sembrano stare al suo gioco e che quindi il nostro affezionato predilige.
Questo paziente, 80 anni suonati e completamente solo, nei suoi momenti deliranti una cosa giusta l'ha detta: "Ho lavorato e pagato le tasse, ho il diritto di essere curato".
Vero.
Il punto è che invece, adesso che è in difficoltà, il sistema si dimentica di lui, da qui lo sviluppo della sindrome del "118 facile".
Quella mattina, alle 6, veniamo svegliati dal suono della campana;
Leggo il foglio del servizio:
Codice giallo.
Mmm.
Problemi respiratori, dispnea.
Sarà mica....?
Nome del richiedente: Signor Rossi.
Eccolo, puntuale. Codice Rossi.
Conoscere il paziente dovrebbe rendere l'uscita più semplice, ma con lui questa regola non vale.
I soccorritori per il Rossi sono alla stregua di sguatteri occasionali, il che a volte fa quasi ridere, ma diciamo che alle 6 del mattino tanto divertente non è.
Arriviamo a casa sua in poco tempo, ci facciamo aprire e lo troviamo in piedi ciondolante per casa, tranquillo.
"Buon giorno Rossi" gli diciamo "Che succede sta volta?"
"Non respiro!" ci dice fingendo affaticamento, lo spettacolo stava per iniziare.
"Ok, dai si sieda, prendiamo i parametri e vediamo come va, ok? Come al solito" gli diciamo e proseguiamo rilevando i parametri che, come sempre, sono impeccabili.
"Voglio andare a farmi vedere" dice "Sto male!"
"E va bene, ma non si può andare a XXX, è intasato e..." il mio caposquadra non fa in tempo a terminare la frase che Rossi inizia a sbraitare "Voi non avete capito! Io devo andare là, gli altri mi mandano a casa, là invece mi curano davvero!"
Noi, che conosciamo bene la situazione, decidiamo di non dargli troppa corda e con gentilezza lo convinciamo a salire in ambulanza dove lui continua imperterrito ad urlarci contro che noi siamo obbligati a fare quello che dice lui e via dicendo.
Discutere con Rossi è assolutamente inutile, fa prendere rabbia a noi e a lui, quindi dopo aver cercato di calmarlo spiegando le cose in modo tranquillo, decidiamo di non proseguire col dibattito.
In poco arriviamo in PS, ed è qui che inizia a salirci l'agitazione.
Come reagirà Rossi quando s'accorgerà che questo non è il PS che vuole?
Cercando di far finta di nulla, scarichiamo la barella avvisando che siamo arrivati e l'annuncio ha avuto lo stesso effetto che ha un lenzuolo rosso sventolato davanti al naso di un toro inferocito.
"Io qua non voglio starci! Voi dovete portarmi a XXX, io ho pagato!"
"Rossi, per quel servizio deve pagare un'ambulanza che la venga a prendere e la porti dove vuole lei...il 118 sa che non funziona così, non ricominciamo a discutere su!" gli dico cercando di minimizzare
"No! Voi siete qui apposta per portarmi dove dico io! Non fate abbastanza!"
"Rossi, noi abbiamo fatto anche troppo, il 118 non serve per fare da taxi" gli dice un mio collega, constatando che la nostra ambulanza è impegnata dalle 6 con il signor Rossi, e al momento sono quasi le 8.
"Voi fate come vi dico! Se voglio andare in PS, mi ci portate gratis!" e mentre lui seguita ad urlare, arriva il medico del PS che riconoscendo il nostro paziente, decide di farcelo scaricare lì e che l'avrebbero gestito loro.
"IO VI DENUNCIO SE MI LASCIATE QUI!" urla, attaccandosi alla nostra barella a ventosa e iniziando una scenata senza precedenti.
Non c'è stato modo di scollarlo dalla barella, tanto che la C.O. ha dovuto staccare la nostra ambulanza (che batte un territorio abbastanza vasto e non sempre ben coperto, per inciso) per far riportare il Rossi a casa.
Frustrati e sconsolati, ce lo portiamo via, mentre lui seguita a dircene di cotte e di crude.
Simula persino di morire soffocato sulla barella, ma siccome lo conosco abbastanza bene, prendo la maschera per l'ossigeno che lui odia, e gli dico "A chi fa fatica a respirare si dà l'ossigeno, adesso gliene do un po' e vediamo come va, ok?"
Appena la vede, si calma immediatamente e mi dice "No no, passato!".
A breve siamo nuovamente sotto casa sua, dove lo dobbiamo riportare e lui inizia di nuovo ad urlare, arrivando a dire "Tanto so come devo fare per chiamare il 118 e farmi mandare l'ambulanza, e sarete obbligati a fare quello che dico io".
Noi ci guardiamo, controlliamo l'ora, sono le 8 passate.
Avremmo dovuto smontare alle 7.
Decidiamo di farci dare il cambio dai colleghi, che vengono per fortuna a recuperarci, perché se avessimo scaricato Rossi a casa, non avremmo fatto in tempo a girare l'angolo che saremmo dovuti correre di nuovo da lui.
Inutile dire che, alla fine, l'ha avuta vinta lui ed è stato portato dove desiderava.
Servizio taxi, insomma.
Di questi casi ce ne sono a bizzeffe, scommetto che ogni sede ha i suoi "pazienti affezionati" che si vanno a prendere una volta a settimana, però trovo immensamente triste che queste persone vengano abbandonate in questo modo.
E' ingiusto, sia nei loro confronti sia nei confronti di chi magari in quel momento ha davvero bisogno di un'ambulanza, che però non c'è perché sta facendo un servizio come questo.


7 commenti:

EmmeA ha detto...

Ogni sede ha il proprio "codice "Rossi"!"...Purtroppo se le assistenze sociali o chi di dovere non fa nulla per questa gente che usa le ambulanze come taxi sarà sempre così.....con magari l'altra ambulanza del paese più lontano che deve intervenire nel tuo territorio perchè tu sei occupato su uno di questi qui....

franto ha detto...

Aparte il singolo eppisodio, con alcuni pazienti non serve la gentilezza e bisogna trattarli male per fargli perdere il vizio.

In tal caso lo avrei scaricato in ps senza troppi complimenti senza paura di denuncie.

Anzi se il paziente si rifiuta di scendere dall'ambulanza lo avrei minacciato io di denuncia.

Simone ha detto...

Il servizio taxi l'ho fatto diverse volte pure io. È un po' deprimente ma non c'è niente da fare, purtroppo a volte le cose vanno proprio come le hai descritte tu.

Simone

Un Soccorritore ha detto...

@EmmeA: una triste realtà...
@Franto: se la C.O. e il nostro caposquadra non avessero fatto pressioni per riportarlo indietro, io l'avrei scaricato senza tanti complimenti. Ma le decisioni del caposquadra non si discutono...
@Simone: è vero, hai detto bene, non c'è niente da fare perché noi non siamo le figure che devono provvedere a risolvere queste situazioni...anche se alla fine le subiamo comunque.

Anonimo ha detto...

CIAO A TUTTI1 è LA PRIMA VOLTA CHE LEGGO QUESTO BLOG! FACCIO I COMPLIMENTI PER IL RACCONTO CHE MI HA COLPITO MOLTO E.. CONFERMO CHE LA REALTà CHE VIVO TUTTO I GIORNI NEL MIO MESTIERE è PROPRIO QUELLA DESCRITTA QUI!

UN GRANDE URRA' A CHI DEDICA TEMPO E VITA (DIPENDENTE O VOLONTARIO FA LO STESSO!)A CIO'!

Un Soccorritore ha detto...

Grazie : )

Anonimo ha detto...

"...simula di morire soffocato..." ahahahahhhaa