"Giallo, donna di 35 anni, sospetta crisi d'ansia e relativa difficoltà respiratoria"
Ci avviamo al target, raggiunto in pochi minuti: villetta a schiera, un sentiero che porta dal cancelletto alla porta talmente stretto e con un angolo tremendo che ci siamo domandati tutti in quale supermercato avesse comprato la laurea il genio che ha progettato quel sentiero.
La porta di ingresso è socchiusa, e sentiamo delle urla.
"Adesso basta! Voi mi fate morire!"
"Permesso, siamo quelli dell'ambulanza" dice il caposquadra ed entriamo.
C'è un odore di immondizia che trova giustificazione nella stessa, sparsa su tutto il pavimento della cucina, che vediamo alla nostra sinistra, e nel corridoio.
La casa è spoglia, c'è il minimo indispensabile per viverci.
Entriamo in salotto e troviamo Raffaella, 35 anni, sudata, rossa in viso, visibilmente agitata e urlante; al suo fianco, in piedi, Ilaria, una ragazzina di 15 anni e di fianco a lei Francesco, stessa età.
"Raffaella hai rotto, cazzo! La devi finire!" urla Francesco, mentre Ilaria cerca di farlo smettere piangendo "Smettila idiota, non vedi che sta male??? Non urlare!!"
"Voi mi ammazzate così, disgraziati!" urla Raffaella sempre più affaticata
Cerchiamo di mettere fine a questo teatrino, allontanando Francesco e Ilaria da Raffaella, che sembra quasi calmarsi.
"Signora cerchi di calmarsi adesso, mi dice il suo nome?" le chiede il caposquadra
"Raff....Ra....Raffaella...." dice cercando di respirare
"Ok Raffaella, allora, mi dice che è successo?"
"Quei...quei due disgraziati! Ilaria, Francé voi mi fate morire! Io voglio morire, non ce la faccio più!" e inizia a singhiozzare
"Mamma non fare così!" ricomincia a piangere Ilaria e Francesco sfugge a me a all'autista, e ricomincia ad urlare "Ma te non capisci un cazzo! Io la proteggo tua figlia!"
Prendo Francesco per un braccio "Cerca di calmarti e non urlare" gli dico e metto lui e Ilaria in un angolo lontano da Raffella "Cosa sta succedendo ragazzi?"
Mentre Raffaella parla con il caposquadra, i due ragazzini snocciolano a me e all'autista la loro versione: Francesco è il fidanzatino di Ilaria, figlia di Raffaella, madre single. Lui vuole uscire di sera con Ilaria, ma Raffaella non vuole perché non si fida, e da lì il litigio.
"Ragazzi, avete chiamato voi quindi i soccorsi?" chiedo
"Si, ad un certo punto ha iniziato a soffocare, lei ha problemi di cuore, è sovrappeso...fa così tante cose...povera mamma...cazzo, Francé, è tutta colpa tua! Vaffanculo!" urla Ilaria, spaventata
"Smettetela di urlare, o peggiorate la situazione" dice fermo l'autista
"Non siamo dei bambini!" ribatte arrogante Francesco
"Allora non comportatevi come tali" gli dico secca, mettendolo finalmente a tacere
Ripristinata la calma, presi i parametri e i dati, decidiamo comunque di convincere Raffaella a venire con noi in ospedale visti i suoi precedenti problemi di cuore, così la carichiamo mentre la vicina di casa interviene portandosi a casa i due ragazzini.
Caricare Raffaella, che è decisamente corpulenta, è già complicato in uno spazio ristretto; in più il sentiero per uscire è talmente stretto che ad un certo punto, per uscire dal cancelletto angolato decidiamo di prendere di peso la barella.
Una volta caricata in ambulanza, cerchiamo di riprenderci dallo sforzo non indifferente e Raffaella comincia a piangere "Io voglio morire, non ce la faccio più! Sono stanca!"
"Raffaella, tutti siamo stanchi, passiamo periodi schifosi, però non bisogna mica arrendersi dai!" le dice il caposquadra
"Voi non capite" dice singhiozzando "Mi sono sposata giovane, ero incinta, ma ho sposato un pazzo che mi picchiava e voleva picchiare anche la bambina, così dopo il divorzio sono scappata perché mi stava addosso. Ogni tanto cambiamo casa, ho paura che un giorno venga qui e possa portarmi via la mia bambina! Mi spacco la schiena al lavoro tutti i giorni, vivo con la paura che possa ritrovarmelo fuori casa anche se lui non ha la patente e fino a qui non so come ci potrebbe arrivare visto che non ha nemmeno i soldi per un biglietto del pullman e abita dal lato opposto dell'Italia, ma ho paura. E mo quel deficiente vuole portare fuori la mia bambina di sera! Da soli! Ma stiamo scherzando??? E come faccio a dirglielo? Lei non lo sa, non voglio che abbia così paura anche lei! Non è giusto...."
Ha ragione, noi non possiamo capire davvero.
"E non l'hai denunciato?" chiedo
"Certo, ma alla fine lui non mi ha più toccata dopo il divorzio...però qualche volta me lo trovo in giro e non capisco! Non fa nulla di male, ma è inquietante vederlo passare per caso nei posti che frequento...Per questo ce ne siamo venuti qui, così lontano, completamente sole...." dice "Sono esausta...."
"Forza Raffaella" le diciamo cercando di sostenerla, pur sapendo che un dramma simile non l'avremmo certo risolto noi "Tieni duro per Ilaria! Lei è giovane, è normale che sia spericolata e spensierata, è giusto così"
"Lo so, però non riesco a non preoccuparmi e poi mi vengono queste brutte cose!"
Le porgiamo un fazzoletto, e restiamo in silenzio tenendole la mano.
Riuscivamo a percepire sia la sua paura sia la sua tristezza e frustrazione.
La lasciamo in Pronto Soccorso su un letto, coperta, esausta "Sto per addormentarmi...non dormo da tanto..." ci dice sottovoce raggomitolandosi nel lenzuolo
"Dormi Raffaella" le diciamo e lei chiude gli occhi mentre noi ce ne andiamo in silenzio.
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