Cento momenti condivisi, cento pagine di "vita vista da un'altra prospettiva".
Due anni fa iniziava su Blogspot quest'avventura, e più passa il tempo più ne sono entusiasta.
Questo post è innanzi tutto un grazie, grazie a chi passa per caso, a chi legge con regolarità in silenzio, a chi partecipa, a chi condivide... perché se sono arrivata fino a qui è anche grazie a voi che più o meno direttamente vivete con me questa esperienza.
Il 100 segna un altro traguardo, un altro passo fatto verso un 150, un 200 e così via.
Ci sono così tanti momenti che meritano di essere condivisi, e non parlo solo dei "bei momenti", ma più in generale di tutti quegli episodi che segnano questo percorso, che ai più non è così noto.
E' un po' come illuminare delle stradine buie e scoprirci dei meravigliosi sentieri.
Una paziente una volta mi ha chiesto "Ma voi che siete così giovani, che ci fate qui a quest'ora della notte? Alla vostra età dovete vedere il meglio della vita, non tutte le cose brutte che vi capitano!".
"Abbiamo le spalle large signora!" le avevo risposto sorridendo e una volta lasciata sulla barella del PS al momento di salutarci, ricordo che aveva insistito per darci un bacio sulla guancia sussurrandoci "Buona fortuna ragazzi, ne avete bisogno là fuori!".
Ce ne siamo andati a pollici alzati "Grazie!" le avevamo detto sorridendo.
"A noi serve tutta la fortuna del mondo" aveva commentato l'autista con il quale avevo turnato per alcuni anni quando potevo fare i turni diurni, al quale avevo raccontato l'episodio sul cambio turno delle 7 del mattino dopo "Il bello e il brutto del nostro ruolo è che, alla fine, prima di tutti arriviamo noi. E quel che troviamo, troviamo; una volta che ti infili la divisa e metti piede sull'ambulanza devi mettere in conto che può capitarti di tutto, e che tu lo voglia o meno devi affrontarlo. Sembra una scemata, ma la nostra vita non si ferma al turno, perché dopo il tuo turno, la tua vita va avanti... non hai il giorno di riposo. E il più delle volte fanciulla, lo sai, non siamo nemmeno veramente preparati a certe situazioni, ma in qualche modo lo dobbiamo diventare, ed è qui la nostra forza, assieme con la volontà e la passione, la fatica che ci costa".
E' di questa forza, di quel che ci capita, della passione e della fatica, di quel che impariamo volenti o nolenti a gestire, conoscere e affrontare che questo Diario parla, e continuerà a parlare.
Perché il più delle volte noi andiamo e veniamo velocemente, siamo "di passaggio"; in queste prime 100 pagine sono racchiusi quei momenti che precedono e seguono il fischio della sirena, quelle luci blu, i rumori della strada, il flusso di pensieri che attraversa come una saetta le nostre teste... c'è un po' di noi in queste pagine, un po' di quegli strani personaggi coi tutoni colorati che ti auguri di vedere il meno possibile, un po' di quelli dell'ambulanza (perdonatemi, ma in anni di servizio è da sempre l'epiteto che preferisco! Easy going).
In occasione di questo centesimo post, voglio condividere con voi una fantastica notizia: il Diario è stato menzionato tra i blog della FOAM (Free Open Access Meducation) dal Dottor D'Apuzzo, autore di EMPills che ringrazio nuovamente, nel video che trovate a questo LINK , pubblicato sul blog della SIMEU.
E ora quel che vi avevo promesso, i vostri post per il centesimo post del Diario.
Ci tenevo davvero a dedicare spazio anche ai vostri pensieri e alle immagini che avete scelto, e quindi eccoli.
Preferisco leggere quello che scrivi tu, ma ti faccio un in bocca al lupo, per tutto. - Cri
famiglia , la mia amica e amici dei miei genitori abbiamo visto un uomo privo di sensi e mio padre si è buttato e quando l'ha girato era privo di sensi. Io nel frattempo ho chiamato il 118 che non è arrivato intanto mio padre lo tirava su quando l'ha posato gli ho fatto il GAS e l'ABC , ho provato a fargli RCP senza insufflazioni , ma purtoppo non ha funzionato così abbiamo aspettato l'arrivo della Capitaneria e dei VVF che l'hanno portato via. - Anonimo
Sono figlio di 2 soccorritori (quelli del "pre-118"), era naturale che compiuta la maggiore età avrei fatto il corso. Ma il meglio (e il peggio) dovevano arrivare: il peggio era l'esame di abilitazione passato al terzo tentativo e la mano rotta per la rabbia di non averlo passato la prima volta, il meglio è la gente che ho incontrato e che è per me una seconda famiglia...e guai a chi me la tocca! - Fabio - CRI Lombardia
Mi sono ritrovato in molti dei tuoi post, non è facile parlare in libertà di un argomento come questo. Mi dispiace che sei anonima, ma se un giorno vorrai presentarti, magari ci conosciamo già! - Un collega dalla Lombardia
Aspetto di sapere se mangerai di nuovo una pizza con il gorgonzola e le mele prima di un turno e cosa succederà dopo! Magari per il post 200 :-) - Luigi