sabato 18 febbraio 2012

Fortuna nella sfortuna

Ore 7.25 di ieri mattina.
-1°C, ambulanza naturalmente congelata, e io e la collega la stiamo controllando da cima a fondo dopo che il nostro autista l'ha parcheggiata nel nostro piazzale.
Apro il portellone per cambiare l'aria un po' viziata del vano sanitario, quando mi accorgo che una macchina entra nel piazzale e parcheggia davanti al nostro mezzo.
Io e collega siamo già sul piede di guerra: MAI parcheggiare davanti ad un'ambulanza, e da noi invece la gente sembra farlo apposta.
Dalla macchina scende una signora sulla quarantina, pallida e terrorizzata che inizia a dire tremante: "dovete venire! A XXX, proprio nel campo a lato della strada XXX una macchina s'è ribaltata! E il ragazzo è chiuso dentro, la macchina è distrutta e i vetri rotti...c'è uno che lo sta facendo parlare, ma vi prego dovete andare ad aiutarlo!"
La mia collega domanda alla signora "Ma ha chiamato il 118?"
"Si ma non riesco a prendere la linea!! Oddio no davvero, dovete andare subito vi prego!" ci dice sempre pià ansiosa
Io e la mia collega ci guardiamo, e decidiamo di sentire la Centrale Operativa 118 per capire se era già stata allertata un'altra ambulanza.
Intanto chiamo l'autista, al quale spiego in breve cos'era accaduto, mentre la signora che ci stava avvisando non si schioda dal piazzale.
In pochi minuti la C.O. ci conferma di non essere stata allertata da nessuno, e ci manda in codice giallo sul posto.
"Signora andiamo a vedere cos'è successo, stia tranquilla, ok? Può tornare a casa!" le dico prima di salire
"Ci andate davvero? Perchè è vero, l'ho visto coi miei occhi!"
"Certo, se sposta la macchina può vedere che andiamo davvero!" le dico, salendo in ambulanza e la signora, apparentemente rincuorata, salta in macchina e se ne va.
Io non sono una persona superstiziosa, però concedetemelo: dopo una scena del genere con tanto di enfasi nel racconto, alle 7.25 di venerdì 17, con strade ghiacciate e temperature basse, noi avevamo pensato al peggio.
Arriviamo in posto, poco lontano dalla nostra sede, scendiamo di fretta con zaino, ossigeno e collarini e la scena che ci troviamo davanti è la seguente: classica strada in campagna, auto ribaltata nel campo, finestrini rotti, nessuno a bordo.
Vediamo una macchina accostata con una ragazza dentro, e un ragazzo al cellulare che fuma una sigaretta dall'altro lato della strada.
Io e colleghi ci dirigiamo verso il ragazzo.
"Buongiorno, era lei il conducente?" domanda il caposquadra
Il ragazzo, Silvio, 20 anni, ci guarda noncurante "io mica l'ho chiamata l'ambulanza, che siete venuti a fare? In ospedale non vengo, sono al telefono col carroattrezzi, per favore...." ci dice allontanandosi
Al mio caposquadra la cosa non va giù, e riprende Silvio "Adesso attacchi il telefono e ci ascolti; non siamo qui per giocare, il 118 è un servizio serio. Siamo stati allertati, quindi adesso ti diamo un'occhiata".
Seccato e non troppo felice, ci segue in ambulanza dove ci racconta di aver perso il controllo della macchina che si è ribaltata nel campo.
Per fortuna non passava nessuno dalla parte opposta, altrimenti si sarebbe fatto davvero male, nonostante la bassa velocità.
"Se vi dico una cosa, non la dite vero?" ci domanda
"Dipende, proviamo..." gli dice il caposquadra
"Ecco vedete...io ero senza cintura...però non diteglielo!" ci dice preoccupato
"Ma dobbiamo dirglielo! Metti caso che al momento non hai niente, ma dopo stai male??" gli dico, e il caposquadra rimarca il concetto spiegando che è fondamentale non raccontarci cavolate.
Alla fine Silvio decide di farsi portare in Pronto Soccorso per farsi vedere; il caposquadra avvisa la ragazza in macchina, che scopriamo essere la sua ragazza, e partiamo alla volta dell'ospedale mentre Silvio chiacchiera allegramente con noi fino a che non lo scarichiamo.
"Ma adesso mi mollate qui da solo?? Non mi aspettate??"
"Ehhhh adesso! Và che qui si lavora!" gli diciamo ridendo "Mi sa che devi aspettare la tua morosa!"
"Beh ma...quando esco passo a trovarvi! Promesso!" ci dice
"Si...e prometti anche di mettere la cintura la prossima volta, che hai avuto un culo immenso stamattina!" gli ricordiamo, raccattando le nostre cose e salutandolo.

Questa mattina io e i miei due colleghi di ieri eravamo in sede, e Silvio è passato davvero a trovarci...giusto per informarci che stava benone e sta volta la cintura se l'era messa!

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