Parlando, mi ha fatto una domanda che mi ha fatto sorridere.
"Ma come fate a dormire tutti assieme che manco vi conoscete? Si insomma, non siete in imbarazzo?"
Ripensando alle ultime chicche notturne, mi sono fatta una risata tra me e me, e ho pensato che tutto sommato è vero, è anomala come situazione.
Nella vita normale non si dorme con sconosciuti la prima sera che gli si stringe la mano, però è anche vero che non si affronta nemmeno la morte di solito con le persone che ci stanno attorno; non ci si trova con chiunque a spalare feci alle 6 del mattino dopo il collasso di un paziente, a gonfiare guanti per bambini spaventati disegnandoci sopra una faccia sorridente sperando che smettano di piangere, a portare giù pesi massimi da infinite rampe di scale, a tirare fuori persone da macchine distrutte, ad uscire nel cuore della notte per qualcuno che finge di star male, a sentirsi dire grazie per aver contribuito a salvare una vita, ad essere insultati perché il paziente in quel momento aveva le scatole girate, a pulire l'ambulanza come se fosse la nostra macchina preferita e potrei andare avanti.
Il rapporto che si crea tra soccorritori credo sia qualcosa di davvero particolare, in fin dei conti si è una squadra.
Certi "imbarazzi" non esistono coi colleghi, è un po' come essere a casa.
Sentirsi a casa in sede credo sia comune per un soccorritore; della serie che sono in giro e "passo in sede a salutare e a prendere un caffè" e così ci butto via le ore.
Vi è familiare come cosa, vero?
A volte dopo una giornata di lavoro, vedere la gente che se ne va verso casa mentre io mi dirigo in sede per il turno di notte mi fa uno strano effetto.
Non saprei spiegarlo, però appena metto piede in sede e mi ritrovo con la mia squadra la sensazione è quella che si prova quando si è a casa.
Andare a letto in una stanza comune è praticamente normale, e anzi vi dirò...dopo certe uscite, è confortante sapere di non essere soli nonostante tutto.
Ricordo ancora chiaramente la sensazione provata la notte dell'incidente di Edoardo (Click QUI per il post), a distanza di così tanto tempo da quell'evento ricordo chiaramente il suo nome, il suo cognome, la sua data di nascita, ma ancora di più ricordo la sensazione di sollievo provata quando io e i miei due colleghi abbiamo varcato la soglia della sede.
Se penso ad una squadra divertente, colorata e funzionante, perdonatemi, ma loro sono sempre la prima immagine che la mia memoria richiama :-D |
Passare la notte a giocare a carte, o ai giochi in scatola, a parlare delle cose più disparate, a guardare la TV, a dormire l'uno sull'altro sul divano, a mangiare di tutto pur sapendo che al mattino il lavoro ci aspetta, non è una distrazione, ma un modo come un altro per affrontare quello che a volte la realtà nasconde, e il modo migliore per dare il massimo là fuori senza farci inghiottire dagli eventi è essere una squadra, perché la realtà è dura...ma noi, assieme, lo siamo di più.
6 commenti:
È vero, ci sono colleghi di Croce Rossa che vedo rarissimamente ma con i quali mi trovo sempre in perfetta sintonia. Condividere delle situazioni difficili ti fa sentire molto parte di una squadra, proprio come hai detto tu!
Simone
Non mi sono mai posta il problema del dormire con degli estranei,anzi, come dici benissimo tu,da soccorritore mi sembra la cosa più normale del mondo condividere la camera con la tua squadra o con chi ha la tua stessa passione,che messa insieme è proprio quella che non ti fa appendere la divisa al chiodo nelle uscite peggiori,e insieme alla tua squadra piano piano trovi la forza e il coraggio di continuare su quella strada che tanto ci piace,sfreccaindo a sirene spiegate o magari percorrendola piano piano su un codice non grave.
L'unione fa la forza,nel soccorso più che mai.
"Un silenzio di tomba, al buio siamo entrati in punta di piedi benché in quel momento ci fossimo solo noi, e quando siamo andati a dormire stringendoci nei piumoni, tutti e tre ci siamo guardati in silenzio nel buio per qualche minuto ringraziando di non essere soli, sapendo che per qualsiasi cosa eravamo tutti e tre lì.
Passare la notte a giocare a carte, o ai giochi in scatola, a parlare delle cose più disparate, a guadare la TV, a dormire l'uno sull'altro sul divano, a mangiare di tutto pur sapendo che al mattino il lavoro ci aspetta, non è una distrazione, ma un modo come un altro per affrontare quello che a volte la realtà nasconde, e il modo migliore per dare il massimo là fuori senza farci inghiottire dagli eventi è essere una squadra, perché la realtà è dura...ma noi, assieme, lo siamo di più."
Pretendo una nota su questo.. ti giuro, mi sono diventati gli occhi lucidi leggendo questo post perchè mi ci sono ritrovata alla grandissima.
Oddio quanto è vero! Credo che rispecchi in pieno il pensiero di chi ha fatto almeno un turno di notte..
Anche a me i miei amici mi guardano con un gran punto interrogativo quando dico che "No, non ci sono perché faccio la notte" con tanto di risposta "Bhe dormi la??ma con tutti?? mah.." tutti no, 2persone, 3 al massimo no?!.
devo essere sincera, al primo turno ha un po messo in soggezione anche a me l'idea d dormire con persone che non avevo mai visto o incrociato una volta al massimo durante un cambio turno e la prima notte l'ho fatta tutta sveglia sul divano(non ci hanno mai chiamati)...poi la seconda notte un po ho dormito e pian piano c fai l'abitudine e non c pensi +, sembra normale anzi..credo che questa esperienza sia unba delle +belle della mia vita, che ti arricchisce in modo enorme sotto ogni punto di vista, non smetterò mai di rimproverarmi di aver iniziato così tardi...
non devi rimproverarti di aver iniziato tardi.... ognuno inizia al momento giusto : )
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