lunedì 5 novembre 2012

Pazienza

Sono le 19.35, attacco alle 20 quando faccio la notte, ma arrivo sempre una mezz'oretta prima sia la mattina sia la sera.
Metto piede in sede assieme ad altri miei due colleghi che turnano con me la notte, saluto l'equipaggio smontante e la caposquadra mi dice "Oggi zero uscite! Secondo me le fate tutte voi!"
"Vaffanculo!" le dico e in quel momento DRIIIIIIN
Restiamo tutti immobili.
Magari non ho sentito bene.
DRIIIIIN
Scatta una delle mie colleghe a prendere il servizio.
"Ragazzi, rosso! Correre! Ve l'avevo detto!" mi dice dandomi in mano il foglio
Manca il nostro autista, quindi esce quello di turno di pomeriggio con me e gli altri due che montano di notte.
Mentre imposto il navigatore sento per radio che ci chiamano, mandandoci in supporto l'Elisoccorso.
"Rosso, paziente incosciente a seguito di una caduta, sembra che non respiri, 50 anni" dico alla squadra 
Arriviamo in posto in pochi minuti, ci catapultiamo giù dal mezzo portandoci dietro tutto il possibile e l'impossibile.
"Di qui, di qui!" ci indica un ragazzo e noi lo seguiamo dentro ad una casa, dell'Elisoccorso ancora nessuna traccia.
Entrando vediamo Alfredo, 50 anni steso per terra con una salvietta sotto la testa, immobile, e la moglie che urla.
Ci buttiamo su di lui, constatando presenza di circolo, respiro e risposta alla chiamata.
Bene.
"E' caduto, è caduto e ora è così! Non si muove più! Mio Dio aiutatemi, dov'è il medico??"
"Signora si calmi" le dico cercando di allontanarla dal raggio d'azione dei miei colleghi impegnati a tenere la testa e mettere collarino, per poi passare ai parametri "Suo marito respira, il cuore batte, adesso vediamo come va" 
"Voi non capite! E' diabetico, cardiopatico, ha avuto problemi neurologici...insomma le ha avute tutte!" mi dice con esasperazione
"Mi spieghi com'è caduto, lei c'era?" intanto sento fuori il familiare rumore dell'Elisoccorso
"Si, gli è girata la testa, e invece di fare il gradino è caduto a peso morto sul tavolino da caffè del soggiorno!" mi dice "Io ho subito chiamato il 118, sono anche io volontaria da 30 anni ormai"
"Capisco..." intanto mi segno i parametri, abbiamo una visione abbastanza chiara di quello che potrebbe essere successo, e in quel momento entrano medico e infermiere ai quali riferisco tutta la situazione: Alfredo deve aver avuto sicuramente un malore di natura neurologica, che ha causato la rovinosa caduta contro il tavolino e il conseguente stato di afasia.
"Grazie ragazzi, caricatelo" mi dice il medico, e mentre lui sta visionando le cartelle di Alfredo, noi ci accingiamo a caricarlo in ambulanza.
Alfredo non è proprio un fuscello, e con non poca fatica e l'aiuto dell'infermiere riusciamo a metterlo sulla barella e successivamente sul mezzo.
Alfredo deve aver preso una bella botta, c'è un piccolo taglio sopra l'ematoma, inoltre non è completamente lucido, lo si potrebbe definire un paziente di tipo V.
"Ricoveriamo in codice giallo" dice il medico, e l'equipe dell'Elicottero decide di seguirci
"Dovete medicargli il taglio! Sta sanguinando! Prendete le garze e il disinfettante!" mi urla la signora da fuori l'ambulanza, mentre Alfredo inizia ad avere i primi conati di vomito e noi ci chiudiamo in ambulanza.
"Preparate l'aspiratore" ci dice l'infermiere, e mentre l'ambulanza schizza sulle strade della provincia in direzione ospedale, noi aspiriamo Alfredo che ogni tanto tira su schiuma e catarro, si agita e riesce a tenerci occupati tutti e quattro costantemente.
Pulisco velocemente il taglietto sul capo, ma essendo un segno superficiale decidiamo di non infagottarlo troppo.
Alfredo ha gli occhi sbarrati, crediamo sia spaventato e disorientato, ma tuttavia stabile.
Arriviamo presto in PS.
Entro nella sala del triage, riferisco la situazione, il pronto soccorso è intasato e hanno un codice rosso nella sala emergenze.
Sto per finire di compilare i documenti quando sento una voce familiare alle mie spalle "Che cavolo ci fa ancora qui! Deve essere visto da un medico!!" la moglie di Alfredo sbraita in PS
"Signora si calmi, suo marito al momento è stabile, appena il medico si libera verrà a vederlo" le dice l'infermiere
"Non siete capaci di fare nulla" continua lei "E' una vergogna!"
"Signora per cortesia, stia lì con suo marito, il medico arriverà presto" le dico indicandole la lettiga di Alfredo
"Guarda, guarda qui! Sanguina ancora! Non siete capaci di fare il vostro lavoro! Non avete nemmeno tamponato la ferita! Io sono una soccorritrice da 30 anni! So come si fanno queste cose e voi siete incapaci!"
In quel momento la mia pazienza decide di andare in ferie.
"Io sono dentro da molto meno, ma almeno ho imparato a distinguere le priorità a differenza sua. Io e la mia squadra abbiamo lavorato con un medico e un infermiere, i quali hanno visto come abbiamo gestito la situazione, supportando le loro istruzioni, quindi vediamo di mantenere i toni bassi" le dico, imponendomi di non andare oltre.
Lei mi manda a quel paese in malo modo, e borbottando va dal marito.
"Complimenti, non avrei saputo dire meglio senza usare parolacce" mi dice sottovoce l'infermiere facendomi l'occhiolino "Alcuni sono davvero impossibili!"
"Ne so qualcosa..." rispondo sospirando
In realtà mi ribolle il sangue, perché va bene che siamo volontari, ma sentire una presunta collega insultare me e la mia squadra ingiustificatamente mi fa perdere le staffe.
Stiamo per andarcene quando sento ancora la moglie di Alfredo urlare "Hey voi! I documenti di mio marito! Ve li state dimenticando! Io non li ho!" mi dice con fare arrogante
Io mi giro, e col tono più piatto che potessi fare, cercando di limitare la mia espressività facciale (che di solito è decisamente spiccata), le dico "Li ha il medico, li chieda a lui" e me ne vado.
La pazienza è la virtù dei forti...e dei soccorritori.


2 commenti:

Giulia ha detto...

Mi viene davvero difficile pensare che la signora in questione avesse alle spalle ben trent'anni di esperienza come soccorritore. Se così fosse stato, infatti, avrebbe mostrato comprensione nei vostri confronti, visto e considerato il fatto che tra soccorritori è impossibile non capirsi e non aver affrontato le stesse identiche situazioni.
Per quanto riguarda il fatto degli insulti, anche me e i miei colleghi ne siamo stati vittime di recente. Purtroppo si cerca sempre di passarci sopra, agire con umiltà senza per forza farsi mettere i piedi in testa.

Un bacio, adoro sempre di più seguirti :)

Un Soccorritore ha detto...

Grazie! : )

Comunque noi, più che dubitare della sua esperienza, ci siamo semplicemente chiesti che razza di soccorritore poteva essere una così...e il solo pensiero ha fatto storcere il naso a tutti...!