"Giallo, ma non troppo" dico perplessa all'autista della mia squadra, che mi guarda interrogativamente
"Tipo?" mi chiede
"Tipo che arriviamo là prima che possiamo, ma a 100mt spegnamo la sirena, giusto per precauzione" gli dico
"Ricevuto!" e partiamo.
Raggiungiamo la destinazione poco dopo, spegnamo le sirene quando il navigatore ci segnala che siamo a circa 150mt dal luogo dell'evento, e cerchiamo di avvistare i Vvf, che però non si vedono.
Tutto tace.
Siamo davanti ad un complesso di tre palazzoni, non avevamo nessuna indicazione a riguardo, così decido di andare in esplorazione, e appena vedo una signora che sta uscendo dal garage sotterraneo in macchina la fermo.
"Buongiorno signora, siamo dell'ambulanza, mi sa dire dove sono gli utenti che ci hanno chiamati?" le chiedo
"Io non sono un portinaio! Non vede che c'è una porta aperta nel palazzo a 50mt da qui? C'erano anche quelli del gas, sarà là! Io che ne so!" mi risponde seccata
"D'accordo, grazie" le dico, non capendo il motivo di tanta scortesia, e mi spingo fino al palazzone indicatomi.
Individuati quelli della società del gas, vedo anche un gruppo di tre persone che mi fa segno.
"Venga! E' di qua, ultimo piano!" mi dicono con aria un po' preoccupata
"Mi dispiace, ma non posso far entrare la mia squadra se non sono sicura che qui sia tutto a posto" mi scuso con gli astanti, e mi rivolgo a quelli della società del gas "Com'è la situazione?"
"Non c'è bisogno dei Vvf, abbiamo messo noi in sicurezza il palazzo, tubature chiuse e finestre aperte" mi dice l'addetto
"E la persona chiusa in appartamento?" domando
"E' di sopra col mio collega, dovreste dargli un'occhiatina secondo me..." mi dice un po' perplesso
Faccio segno alla mia squadra di avvicinarsi con tutta l'attrezzatura, e chiamo la Centrale per informare della situazione.
"Perfetto, allora entrate, i Vvf sono stati richiamati visto che abbiamo già parlato con quelli della società del gas e hanno messo in sicurezza l'edificio, appena hai qualche altra informazione sulla persona dell'appartamento richiamami" mi dice l'operatore.
Saliamo le scale, c'è un tremendo odore di gas nella tromba delle scale, e in alto davanti alla soglia dell'appartamento incriminato l'odore è quasi insopportabile.
Arriviamo al pianerottolo, e vediamo che lì ad aspettarci ci sono due persone: Alessandro, della società del gas, e il signor Egidio, il proprietario dell'appartamento le cui tubature perdevano.
"Oh mamma, mo pure i dottori mi hanno mandato!" esordisce Egidio, con tono canzonatorio
"Buon giorno! Mi spiace, ma noi non siamo medici, siamo quelli dell'ambulanza, siamo venuti a verificare che lei stia bene" gli dico tranquillamente "entriamo in casa, che l'odore lì dentro è meno forte, così ci sediamo e facciamo due chiacchiere, ok?"
"Se lo dice lei..." mi risponde, e sempre senza prendermi sul serio entra e si siede su una delle sedie poste all'ingresso.
Io e squadra, appena messo piede dentro casa di Egidio, abbiamo un sussulto: mai visto ambiente tanto malsano.
"Il signor Egidio ci ha aperto solo dopo svariati minuti che insistevamo, diceva che stava leggendo e che non ci ha aperto perchè credeva che fossero i ragazzini che volevano fargli uno scherzo" mi spiega Alessandro "qui abbiamo aperto tutto, ma il gas ancora non è uscito, ci vorrà ancora un po'....poco dopo che abbiamo chiuso le tubature e gli abbiamo tolto anche la corrente, ha cercato di farsi un caffè!! Roba che se ci avesse pensato pochi minuti prima, voi avreste avuto un bel da fare"
Ci guardiamo un attimo in giro: la casa non è mai stata pulita, c'era polvere e sporcizia ovunque, montagne di libri e giornali per terra coprivano persino un tavolo, il bagno pieno di ruggine e rifiuti non ben identificati, la moquette della camera tutta staccata dal pavimento si perdeva in onde piene di polvere e terra, il letto della camera era per metà coperto di libri e giornali e abiti sporchi, l'altra metà dove dormiva Egidio era più o meno libera.
Tutti e quattro, parlandone a fine missione, abbiamo partorito lo stesso pensiero in quel momento: se non mi becco qualcosa qui, non mi ammalerò mai più.
Egidio non prende sul serio me e colleghi, così cerco di farmi dire quanto più possibile senza essere troppo "seria", in modo da farmi almeno un'idea di chi ho davanti.
Ha 84 anni, da 23 anni ha una macchina in garage che non usa, abita in questo appartamento da 10 anni (in cui probabilmente non ha mai pulito), e l'ultima volta che è andato dal medico era appena ventenne.
"Io in ospedale non ci vengo, signorina, non prendiamoci in giro, se vuole ci vada lei!" mi dice ridendo
"Ehehe Egidio, io sono qui per assicurarmi che lei stia bene e visto che casa sua al momento è piena di gas, io un giretto in ospedale per scrupolo lo farei, no?" gli dico
"No dai, non scherziamo, sto benissimo!" mi dice "Non avevate proprio di meglio da fare voi, eh? E dovete rompere le scatole a me! Ma non potete portarci qualcun'altro?" mi ripete ridendo
"Mettiamola così: se lei non viene a fare un giro in ospedale con me e i miei colleghi, finisce che mi mettono in galera, lo sa?" gli dico, non troppo seriamente
"Ah si? Oh mamma...no no, lei è così giovane! La gattabuia è brutta eh, io lo so, ci abitavo vicino! Va bene, verrò con voi..." mi dice rassegnato
Egidio sembra un professore universitario: nonostante la casa a rischio di contagio, lui è pulito e ben vestito, con tanto di giacca, dolcevita, pantaloni abbinati e un paio di scarpe confezionate a mano come ci racconta lui stesso...un vero signore.
Mentre avviso la C.O. di aver convinto il paziente a venire in ospedale, scegliamo la destinazione più vicina, e con la coda dell'occhio vedo che Egidio sta discutendo con i miei colleghi perchè lui vorrebbe fare le scale a piedi e che finché loro non tirano fuori le sue chiavi di casa, lui da lì non se ne và.
Il mio collega gli mostra che il mazzo di chiavi che già aveva in mano era quello giusto, ma Egidio sostiene che lo stia prendendo in giro, perchè anche se la chiave apre la serratura, in realtà, non è la chiave che cerca ma quella di scorta.
L'operatore della C.O. divertito, mi dice di condirlo via e farlo scendere sulla nostra sedia cardiopatica, come i miei colleghi stavano già facendo tra l'altro.
Con un escamotage lo mettono seduto, lo cinghiano e lo portano giù in barella mentre io mi assicuro che quelli della società del gas contattino l'amministratore del condominio segnalando la situazione, perchè Egidio ha sicuramente bisogno di aiuto, quanto meno per tornare a casa dall'ospedale.
Mentre portiamo Egidio in barella sull'ambulanza, dei bambini gli urlano ridendo "Addio! Addio!" e lui, facendogli un gesto molto eloquente, risponde "Vi piacerebbe! Ci vediamo presto, tranquilli che il sottoscritto torna!"
Durante il viaggio Egidio ci racconta di aver vissuto vicino ad un carcere per anni, e di essere scappato dalla città per non sentire le canzonette (che non abbiamo capito cosa fossero, in realtà).
Vaneggia sull'esistenza di una donna, che la mia collega riconosce come il personaggio di una pubblicità, a cui lui tiene molto e che ci dice essere davvero molto bella, e finisce a raccontarci di avere lontane parentele con gente della Val Camonica e il sangue tramandatogli è il vero segreto della longevità, proprio in virtù della storia del luogo.
"Si insomma, alla fine mi avete convinto a venire in ospedale...ma almeno sono sicuro che non denunciano la signorina?" chiede alla mia collega, indicandomi mentre compilo i documenti
"Si tranquillo Egidio, nessuno di noi va in prigione adesso che l'abbiamo portata qui a fare una visitina veloce" gli risponde la mia collega, e in pochi minuti arriviamo in ospedale.
"Poi tornerò a piedi" mi dice Egidio pensieroso "tutti i miei parenti abitano lontano...sennò torno in treno! Eh però ho dimenticato i biglietti a casa, non so nemmeno se ho abbastanza soldi!"
"Egidio, lei non torna a piedi, e possibilmente nemmeno in treno" gli dico "abbiamo già avvisato l'amministratore del palazzo, si metteranno d'accordo con l'ospedale per riportarla a casa!"
"Ah...ma lei lo sa che ho da 23 anni una macchina che non uso?" mi ripete
"Si Egidio, me l'ha già detto..." gli rispondo, e lui ricomincia a raccontare quanto ci stava dicendo durante il viaggio.
Lo prendono in carico in triage, dove sconcertati dalla sua situazione ci promettono che se ne prenderanno cura.
Ce ne andiamo poco dopo, salutando Egidio gli dico "mi raccomando, veda di non scappare dal PS!"
"Perchè? Sennò dopo danno la colpa a lei, signorina?" mi domanda divertito
"Diciamo di si, lo faccia per me e i miei colleghi, non si muova finchè non la chiamano!" gli dico sorridendo
"Eh va bene...non voglio mica farla andare in galera!" mi dice, e poco dopo inizia a chiacchierare con le persone in sala d'attesa.
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