giovedì 1 novembre 2012

Imbarazzo

Sono circa le 10 del mattino quando il telefono suona, "malore a XXX, donna, 40 anni, svenuta in bagno, giallo".
Ero certificata da pochi giorni, per inciso, e uscivo ancora come quarto vista l'inesperienza.
La via che la Centrale ci dà non esiste né per il TomTom, né sullo stradario.
Qui volano le prime parolacce del mio caposquadra, che agguanta il telefono e chiama in Centrale.
"Si ciao è la XXX, la Via XXX non esiste qui! Dove andiamo? Siamo in Via XXX adesso" chiede
"Ah già che è nuova...allora, da lì dovete andare sempre dritti, ve la trovate sulla destra, villette a schiera, civico 8"
"Ok"
Troviamo la via poco dopo, ma del numero civico manco l'ombra.
Essendo tutte case nuovissime, per altro disposte su due file parallele con ingressi all'interno, i numeri civici risultano invisibili.
Scendiamo dal mezzo, passiamo in mezzo alla fila di case correndo, ma del numero 8 nemmeno l'ombra.
Altre parolacce.
Il caposquadra chiama di nuovo la C.O. "Qui non troviamo la casa, c'è qualcuno che ci aspetta?"
"Avevo chiesto all'utente di attendervi fuori, adesso lo richiamo"
Pochi minuti dopo, un uomo imponente, con una canottiera bianca e bisunta, ci viene incontro con calma.
"E' lei che ha chiamato?" chiediamo
"Si si, venite, da questa parte...mi ero dimenticato che il civico ancora non l'abbiamo esposto, stavo guardando la tv e mi ero dimenticato che non sapete dove siamo..."
Sconsolati lo seguiamo; ci conduce davanti ad una villetta, che ha già 4 o 5 persone curiose nel giardinetto.
Entriamo e un forte odore di feci e di qualcos'altro che avremmo capito soltanto dopo, ci investe.
Ci avviciniamo al bagno, e vediamo la scena.
Bagno piccolo e per terra, tra il lavandino e i sanitari c'è una donna, sulla trentina, decisamente sovrappeso, in orizzontale.
"Oh Dio che figura, mamma mia...ma perché..." ed inizia a piangere
"E' mia sorella, si chiama Elisa" ci dice sotto voce l'uomo in canottiera
"Elisa" la chiama il caposquadra "Adesso la tiriamo fuori, ok?" poi fa cenno a me di mettermi alla testa e agli altri due di recuperare tutti i presidi del caso.
Con manovre degne dei migliori contorsionisti, riusciamo a infilare ad Elisa il collarino, tirarla fuori dal bagno sulla spinale, prenderle i parametri e metterla sulla barella per caricarla in ambulanza.
Dopo aver fatto tutte le domande del caso, il caposquadra chiama la Centrale mentre io e gli altri due ci accingiamo a caricarla.
E' davvero pesante, ma cerchiamo di non farle capire che stiamo faticando, perché lei non smette di piangere.
Una volta caricata, anche l'ambulanza si impregna di quell'odore che avevamo sentito appena entrati.
"Elisa, lei ricorda tutto vero?" le domando di nuovo
"Si...mio Dio...volevo andare in bagno, ma mi è girata la testa e sono caduta...così mi sono ritrovata per terra...ho le mestruazioni...e mi sono fatta tutto dentro!" e singhiozza ancora più forte per l'imbarazzo
"Elisa non si preoccupi, purtroppo sono cose che succedono" le dice la collega rassicurandola
"Si ma che schifo" singhiozza lei "Io lavoro in una struttura di assistenza per anziani, so cosa vuol dire pulire una persona e non è mica bello! Figuriamoci per voi che non dovreste nemmeno farlo!"
"Elisa, noi siamo dei tuttofare" le dico cercando di sdrammatizzare "Non preoccuparti, ok?"
Lei cerca di sorridere tra un singhiozzo e l'altro "Vedete sono pure...si insomma...grossa ecco...e voi mi dovete sollevare! E' brutto non riuscire ad avere il controllo del proprio corpo!"
"In queste situazioni, meno ci si muove e meglio è" le dice la collega "Adesso stai tranquilla che ti diamo una pulita per quanto possiamo fare, è sempre meglio di nulla" e in due ci mettiamo a pulire il pulibile, anche se essendo spinalizzata non potevamo fare molto, era pur sempre qualcosa.
Poco dopo partiamo alla volta dell'ospedale.
Elisa era un po' meno imbarazzata, però faticava a guardarci negli occhi, ed eravamo tre donne con un solo uomo al volante.
"Meno male che siete tre donne..." ci dice a bassa voce "Sicuramente il vostro collega è bravo, però che vergogna...avrà visto qualcosa?"
"Elisa, il nostro collega è in servizio da parecchi anni, ne ha viste di cose, non si impressiona né scandalizza tanto facilmente!" le dice il caposquadra "Noi ci siamo da un po' meno, ma se fossimo così impressionabili, non faremmo questo mestiere, no?"
"Eh si..." ci dice con un timido sorriso
In poco arriviamo in ospedale, la sbarelliamo e la salutiamo.
"Grazie, davvero...siete stati davvero gentili" ci dice imbarazzata
Le sorridiamo e ce ne andiamo.
Ci siamo guardate in faccia tutte e tre.
"Cavolo che sfortuna...pure il ciclo..." dice la mia collega
"Sarà per quello che è andata per terra...." dice la mia caposquadra
"Beh è capitato anche a me di sentirmi male...per fortuna non mi è servita l'ambulanza!!!" constato risalendo sul mezzo
"A me non potrà mai succedere! Ehehehe" ridacchia il nostro autista, che si becca uno sguardo di fuoco da parte di tutte e tre "Ok ok scherzo...cioè, no non scherzo...va beh fanciulle, avete capito!"
"Si, si...abbiamo capito!"


3 commenti:

Giulia ha detto...

Purtroppo capita di trovarsi difronte ad interventi del genere e, molte volte, mi metto nei panni di chi viene soccorso e penso che reagirei esattamente come loro. L'imbarazzo verso chi non conosciamo è normale... Il tutto sta nel mettere a proprio agio la persona in questione agendo come se fosse la cosa più naturale del mondo (:

P.S: Il mio primo "sbocc-attack" non si è fatto attendere, ahimè! ahaha!

Simone ha detto...

Io cerco di coprire un po' i pazienti quando capitano queste cose, e di non lasciarli in mezzo al pronto soccorso davanti agli occhi di tutti! Qualcuno invece se ne frega, come sempre ognuno fa a modo suo...

Simone

Un Soccorritore ha detto...

@Giulia: benvenuta nello sbocc-club!!
Comunque è vero, credo il segreto stia proprio nell'approccio...

@Simone: anche io li copro sempre prima di andare : ) che alcuni se ne freghino, è vero, ma vorrei vedere se al posto del paziente vorrebbero essere lasciati lì alla mercé di sguardi indiscreti...credo sia una questione di empatia, a me piange il cuore lasciare un qualsiasi paziente senza nemmeno qualcosa con cui coprirsi...se il PS è a corto di lenzuola, piuttosto gli lascio i telini dell'ambulanza.