venerdì 27 aprile 2018

Niente cachi

E' una sera d'autunno, con pioggia scrosciante e freddo umido annessi, tutto nella norma insomma.
Abbiamo appena finito di cenare tutti assieme come di rito, mancava giusto il dolce quando arriva la chiamata.
"E' un codice verde, siamo in supporto alla Guardia Medica, in nota c'è scritto psichiatrico" legge il CE
"Probabilmente dovremo trasportare il paziente" commentiamo chiudendoci dentro il giaccone anti-pioggia "Va che fortuna, è qui vicino, faremo in frettissima... ho ancora un languorino!"
"Si in effetti anche a me è rimasto uno spazietto per il dolce..." rispondo divertita, e ci avviamo al target che raggiungiamo in pochi minuti.
La via che porta ad una grande corte, tipica delle nostre parti, è di quelle con quei sassolini piccoli piccoli che maledici ogni volta perché si incastrano nella suola degli scarponi.
Scendiamo e vediamo che il dottore è fuori dalla porta che ci aspetta.
"Ciao ragazzi, finalmente siete arrivati... entriamo assieme ok?"
"Ehm si ok, ma che succede?" chiediamo per avere chiarimenti, e il dottore ci spiega che ha chiamato una coppia nota, e che da solo non si fida ad entrare.
"Non possiamo entrare tutti assieme, mettiamoci d'accordo; due entrano con me e due stanno fuori, così stiamo più tranquilli; i signori non hanno intenzione di far entrare tutti, me l'hanno già detto al citofono" ci propone il dottore, a noi sembrava un buon piano anche se, in tutta onestà, non vedevamo il problema: la coppia non era stata definita pericolosa, ma semplicemente sarebbe stato necessario un po' più di pazienza.
Suoniamo il campanello e apre un uomo, sui 70, dall'aspetto un po' trasandato.
Da quello stretto spiraglio attraverso il quale l'anziano si sporge, riusciamo ad intravedere una piccola porzione di scala, completamente sommersa da oggetti non ben identificati, e ricoperta da una patina di sporcizia che probabilmente non veniva rimossa da un po'.
Iniziamo a farci un'idea del problema.
"Buona sera, sono il medico, sono qui con i ragazzi dell'ambulanza, possiamo entrare?"
L'anziano ci guarda perplesso, poi titubante indica il dottore e il nostro autista "Solo voi due" e i due "prescelti" entrano in casa.
Mentre varcano la soglia, noi rimasti all'esterno mimiamo il gesto del telefono, l'autista annuisce e la porta si chiude alle loro spalle.
Noi restiamo sull'uscio, la pioggia cade incessante.
"Ma secondo voi.... che staranno facendo?"
"In CSI sarebbe già successo qualcosa..."
"Questo è un CSI versione campagnola, c'è tutto: la corte isolata, la pioggia, poca luce, la situazione tragicomica e io in questo momento mi sento un po' il Grissom della situazione, guarda che schifo di ragno c'è sulla persiana! Magari può dirci qualcosa..." commenta il CE
Io e il quarto ridiamo, in effetti era una situazione abbastanza anomala.
"Boh, non urlano né c'è chiasso, sembra tutto ok... aspettiamo ancora qualche minuto, poi li chiamiamo"
"Ma si, fingiamo una chiamata per un altro servizio, così almeno vediamo se escono"
E di fatti, passati venti minuti, decidiamo di passare dalla teoria alla pratica.
Chiamo il mio autista "Hey, tutto bene?"
"Sí"
"La situazione è davvero sotto controllo?"
"Sí certo"
"Ok, rispondimi come se ti stessi chiamando perché abbiamo un servizio in coda, almeno vi lasciano uscire, son passati venti minuti e dobbiamo capire cosa fare"
"Ok capisco, un altro servizio, avviso l'utente e vediamo come possiamo gestire la situazione"
"Grande, ci vediamo qui"
Circa due minuti dopo la porta si riapre.
"Grazie grazie" dice l'anziano al dottore e al nostro autista "Siete stati davvero gentili"
"Di nulla, si figuri, è sicuro di non voler venire quindi?" chiede il dottore
"Sí non serve, se ho bisogno vi richiamo" dice senza mettere il piede fuori dalla soglia
"D'accordo, le facciamo mettere una firma per il rifiuto del trasporto allora, ok?" gli dice l'autista, porgendo il modulo.
L'anziano firma senza fiatare e chiude velocemente la porta dietro alle sue spalle.
"Ma cos'hai in mano doc?" chiedo, notando un grosso sacchetto di plastica bianco stracolmo di qualcosa
"Ah si, il signore è stato così gentile da averci rifilato chili di cachi maturi" e ci sbologna il sacchetto pieno di frutta.
Noi tre "esclusi" lo guardiamo confusi "Cachi? Vi ha dato dei cachi? Perché?"
"Non lo so, ha insistito e non abbiamo avuto modo di rifiutare, comunque..." e guarda verso il sacchetto di cachi "fossi in voi, non li mangerei"
"Perché?" chiede il terzo, che probabilmente stava già pensando di includerli nel dessert
"Se aveste visto da dove li ha tirati fuori..." sospira l'autista
"Tranquillo, non vogliamo sapere, va bene cosí, niente frutta"
"Va beh dai, direi che possiamo anche rientrare"
Riaccompagnato il dottore alla sua macchina, ci avviamo verso la sede.
"Ma quindi?? Cos'è successo?? Dai racconta!"
"Niente, è questo il punto. Erano solo un po' in ansia...ma credo che il fulcro del problema non fosse quello"
"Non ce la racconti giusta tu...."
"Uhm potrebbe..." ride l'autista "Era una situazione decisamente inconsueta, ad un certo punto non sapevo dove mettere i piedi ecco"
"Alla CSI?" incalza di nuovo il CE, ridendo
"Mah direi tipo quei programmi folkloristici che trasmette Real Time... Comunque vi prego, davvero, niente cachi, non potete capire a cosa sono sopravvissuti quei frutti"
"Uff e va bene, niente cachi!"

venerdì 13 aprile 2018

Piccole fortune

Ci ritentiamo, senza preamboli...

Sono le 6.40 di un venerdi mattina, ho sonno ed è anche freschino fuori, siamo ai primi di novembre del resto.
Finita la check-list, il caffè ci sta tutto "Caffè per tutti?"
I miei due compari annuiscono, non è ancora ora di parlare.
"E dopo il caffè... scaliamo?"
"Ovviamente, mi devi ancora una rivincita..."
I tornei di scala quaranta, riacquistato un certo grado di coscienza post caffeina, sono il must della mattinata.
Mentre ci accingiamo a prendere le carte per dare il via ad un agguerrito, scorretto e scurrile match, il telefono suona.
Il mio terzo si fionda a prendere la chiamata, durata pochi secondi.
"Rosso" dice "Tir contro trattore, nessuna informazione precisa al momento"
"Scusa?" io e l'autista lo guardiamo
"Che problema avete con l'italiano? Ho detto, tir contro trattore!"
Sempre piu' convinti che il nostro terzo non abbia capito un accidenti, ci avviamo al target.
"Tir contro trattore? Dai, avrai capito male..."
"Sicuro non hai capito, ci scommento quello che volete!"
"La finite o no, infami? Ho capito benissimo!"
Arriviamo dopo poco sul target, scendiamo dal mezzo e guardiamo la scena.
"Visto?" sbuffa il terzo, che in effetti ha ragione.
Davanti a noi un tir enorme accostato sul lato della strada e nel campo, ribaltato, un piccolo trattore fumante.
"Di qui, di qui ragazzi!" ci chiama una voce fuori dal nostro campo visivo.
Ci giriamo istintivamente e vediamo un gruppo di persone dentro al cortile del condominio davanti al luogo dell'incidente.
"Sono tutti e due qui, sia il ragazzo sia l'autista del tir, dovevate vedere che roba!" mi dice un uomo sui 70 anni indicandomi un muretto dove è seduto un ragazzo giovane, sui 30 anni, davanti al quale è in piedi un uomo sui 40.

"Ciao, siamo dell'ambulanza, siete stati coinvolti solo voi nell'incidente?" chiedo
Il ragazzo e l'uomo annuiscono.
"Non l'ho visto arrivare, poi ho sentito il botto!" ci dice agitato l'uomo
"Non so come sia potuto succedere, ma il tir mi ha urtato e per fortuna il trattore è rimbalzato contro il mezzo e invece di finire sotto, è stato sbalzato nel campo dove lo vedete adesso" racconta Domenico, pallido e tremante "Se ci penso..."
Ci scambiamo un'occhiata veloce tra noi tre, l'unico pensiero che ne traspare è un sonoro "checculo".
Ebbene si, Domenico è stato molto molto molto fortunato, pur avendo fatto un discreto volo.
"Hai camminato fin qui da solo?" gli chiedo, il mio terzo si era già posizionato alla testa e l'autista aveva già in mano il collare cervicale
"Si si, non mi sono fatto nulla, sono appena rotolato, ero quasi fermo! Mi tremano le mani e sento freddo" ci dice con occhi lucidi
"Non preoccuparti, adesso ti portiamo al caldo" gli diciamo, quindi lo immobilizziamo, carichiamo e copriamo velocemente.
Avviso la CO che non si tratta di un codice rosso, e do tutti i parametri.
La saturazione è 96%, il polso è accelerato e la pressione bassa, 90/60; l'esame testa-piedi risulta negativo, ha solo qualche contusione al braccio e alla gamba destra, lato della caduta; a parte questo Domenico è sano come un pesce.
"Ho freddo e ho paura" ci dice tremante "Pensavo di finire sotto!"
"Per fortuna è andata bene" gli dice il mio terzo "Vedrai che starai meglio, è normale che tu sia spaventato"
"Potevo morire"
"Ma non è successo, sei stato fortunato, non hai un graffio...adesso ti scaldiamo e in PS ti faranno tutti gli accertamenti del caso"
"Hai ragione..." sospira, facendo un immane sforzo per calmarsi "La paura è stata tanta, sono un po' agitato"
"Ne hai tutte le ragioni" gli dico "Ora cerca di tranquillizzarti, e se senti qualcosa di diverso dal solito come dolore improvviso, nausea etc. avvisaci, ok?"
"No ma sto bene, sento solo una grande agitazione, ma adesso passa... è già meno di prima"
Teniamo monitorati i parametri di Domenico, e arriviamo in PS che è quasi tranquillo.
"Grazie ragazzi, scusate se non sono stato molto di compagnia...è che non è che mi capita tutti i giorni di rischiare la pelle in questo modo..."
"Ehehe non preoccuparti, è comprensibilissimo... rischiare la pelle non piace a nessuno del resto... "
"Si beh... diciamo che questa era una lotta impari!"
Lo salutiamo ridacchiando "Eh alla faccia della lotta impari, qui il potere della botta di culo è stato provvidenziale... e voi che non mi credevate!" ci rimprovera il nostro terzo
"Non t'allargare, anche tu a parti opposte saresti stato scettico!" gli dico ridendo
"Si vabbè hai sempre ragione tu allora" mi risponde stizzito, quindi l'autista gli mette una mano sulla spalla "Trattore o non trattore, camion o non camion, non fa differenza. Se una donna vuole avere ragione, lei avrà ragione. Torniamo in sede, che vi do una bella pettinata a carte e poi ci facciamo un altro caffè".
E quando il mio autista dice così, non conta il fatto che sia un uomo: vince sempre lui.