mercoledì 16 novembre 2011

Il soccorritore e gli insulti...!

E' curioso che (purtroppo) spesso e volentieri un soccorritore si senta letteralmente insultare o urlare contro direttamente dal paziente o dai suoi parenti, piuttosto che dagli astanti...insomma, da chiunque.
Non è vittimismo questo, per carità!
E' giusto una constatazione: a quasi tutti i soccorritori sarà capitato di venire insultati per svariati motivi.
Gli insulti più gettonati? Uhm...questi, in scala, sono quelli che ho sentito con le mie orecchie (e spesso destinati anche a me in prima persona) in ordine di frequenza:

1. "Ma quanto ci mettete ad arrivare?? Ho chiamato da tantissimo, vi siete fermati a fabbricare l'ambulanza??"
2. "Ahia mi fate male *@/!!??^§x€$% "(questa serie di simboli sostituisce vari ed eventuali pesanti insulti rivolti dal paziente dolorante che dobbiamo trattare)
3. "Siete dei babbei a non farvi pagare per quello che fate, è da fessi"
4. "Ma cosa vi ho chiamato a fare se poi non potete dargli i farmaci?? Siete inutili, non sapete fare niente!"
5. Vari ed eventuali insulti personali, dettati da inclinazioni personali del paziente.




Ovviamente la maggior parte di noi continua a sorridere, magari cercando di fermare la rispostaccia che ci viene sulla punta della lingua, e si impegna per il bene del paziente e della nostra certificazione, che non abbiamo voglia di farci stracciare per qualche parolaccia.
Altri meno tolleranti finiscono col rispondere a tono a chi li ha appena insultati.
Io personalmente sono del partito "Ignora&Lavora"; insulti ne ho presi anche io, nonostante la mia non lunghissima esperienza come soccorritore, ma ho sempre ignorato la cosa e seguitato con il mio lavoro, limitandomi ad invitare paziente (o chi per esso) ad abbassare i toni.
C'è da dire che posso comprendere chi insulta per il dolore...al loro posto, FORSE lo fare anche io...una volta andammo a prendere un uomo con le gambe incastrate sotto quintali di macerie, e il dolore era così forte che a malapena capiva cosa gli stavamo dicendo e riusciva solo ad insultare.
Quando la mia collega lo informò che le sirene in lontananza erano dei Vigili del Fuoco stavano arrivando per liberarlo dalla capanna che gli era franata addosso, la risposta fu "fanculo, mi state raccontando cazzate, mi fa male! Cazzo! Stronzi!" e questa fine espressione lirica andò avanti per un po'.
Con questo non giustifico la maleducazione, però spezzo una lancia a favore di chi è "annebbiato dal dolore".
Tuttavia è bene spiegare una cosa che spesso la gente non sa (e che nemmeno io sapevo, giustamente, prima di entrare a far parte dell'associazione) perché nessuno si disturba a parlare di queste cose: quando chiamate il 118 non avete la linea diretta con "quelli dell'ambulanza", ma solo con una Centrale Operativa, che in base alle informazioni che ha decide di mandare il mezzo sul posto.Il fatto è che parecchi, al nostro arrivo, se ne escono con infelici esclamazioni tipo "siete arrivati tardi", oppure "ma dov'eravate, a fabbricare l'ambulanza?", non sapendo che a volte l'ambulanza che arriva non è la più vicina, ma la prima disponibile, che si spera coincida con la più vicina, ma spesso sappiamo tutti che non è così...il concetto di vicinanza, soprattutto in contesti "periferici" come il mio, è tutto relativo.
Gli insulti preferiti dagli anziani invece sono quelli di chi dice che è "da idioti" lavorare senza essere pagati; è ovvio, non si parla dei dipendenti, ma solo dei volontari.
Spesso è complicato spiegare cosa ci muove a dare il nostro tempo e il nostro impegno, dedicandolo ad altri e non a noi stessi, perchè finiamo per passare per degli "stupidi che si fanno sfruttare" [Cit. di un paziente].

Dulcis infundo, gli insulti più fantasiosi io personalmente li ho presi da un paziente dichiaratamente misogino, che ha dato luogo ad un teatrino quasi imbarazzante.
Si rifiutava di parlare con me, nonostante fossi il caposquadra, e chiese svariate volte ai miei due colleghi uomini perché prendessero ordini da "una come me".
Resami conto che non avrei ottenuto niente da lui direttamente, lasciai che i miei due colleghi prendessero tutte le informazioni del caso e valutassero il paziente mentre io mi occupavo della documentazione ospedaliera.
Al momento di caricare il simpatico sessantenne, gli dissi "mi raccomando, stia fermo perché sennò si bagna tutto!" visto che pioveva a catinelle e noi l'avevamo coperto per evitare che si inzuppasse.
Non disse una parola finché la barella non fu caricata e le porte del mezzo si chiusero; appena si rese conto di essere da solo con me e il mio collega, mentre l'autista metteva in moto, iniziò a girarsi sulla barella per darmi fisicamente le spalle.
Alla mia domanda "ma cosa sta facendo?" la risposta fu "voi donne siete delle succhia-ca**i".
Da lì all'arrivo in ospedale ogni mio tentativo di capire se era tutto a posto fu vano, così di comune accordo si occupò del "dialogo col paziente" il mio collega.
Ovviamente, scaricato Mr Misoginia, io mi sono fatta una bella risata...ridevano un po' di meno i miei due colleghi, che non avevano molto digerito la situazione.
Però devo anche ammettere che, quando la situazione lo permette, ridere degli insulti che ci si becca è un buon diversivo specie se il turno è ancora lungo!


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