sabato 12 novembre 2011

Le vacanze del soccorritore

Quest'anno ho passato più tempo nella sede della mia associazione piuttosto che in spiaggia, ma questi sono quelli che io chiamo "dettagli".
E' curioso che i pazienti del periodo estivo spesso facciano la stessa domanda: "ma voi in vacanza non ci andate mai?".
Beh, in realtà in vacanza ci andiamo tutti o quasi, ma la cosa bella dell'essere in tanti in un'associazione è proprio questa: se qualcuno non c'è, ci sarà sicuramente qualcun'altro che sostituisce.
Siamo sempre operativi, a dispetto del caldo (TORRIDO!!!), gelo, neve...
Gli aneddoti più divertenti sono proprio quelli che succedono in condizioni climatiche discutibili, dove per altro ogni soccorritore arriva a fare la stessa considerazione: ma perchè diavolo la mia divisa deve lessarmi d'estate, e farmi congelare d'inverno?
Le divise atermiche sono il dettaglio più rilevante quando il clima sembra essere ostile.
Ad agosto, con il tipico caldo assurdo, riuscire ad andare in bagno a metà mattina significa correre un grosso rischio: abbassarsi i pantaloni della divisa senza avere la certezza di riuscire a ritirarli su una volta finito, perchè sembrano diventare improvvisamente pesanti e appiccicosi.
Una signora davvero simpatica che andai a prendere una volta mi chiese una cosa curiosa:
"Ma voi non avete una divisa estiva?"e risposi "Si signora, non vede? Sotto la giacca ho le maniche corte!"
"Ma va là! io parlavo di un bel completino estivo...ha presente?"
mi limitai a sorridere, pensando tra me e me che sarebbe stato un bel lusso, ma anche un bel problema perchè in certe occasioni più sei coperto e meglio è.
Un esempio?
L'anno scorso, mentre tutti i miei amici erano al mare, io ero a casa e per giunta anche di turno.
Il 118 ci mandò su una crisi ipoglicemica e la scena era davvero molto simile ad uno scorcio dell'Esorcista.
Mai avevo visto vomitare una persona in modo così selvaggio e mai come quel giorno, con 32°C all'ombra, mi ringraziai per aver avuto l'accortezza di indossare anche il giaccone della divisa.
Al contrario, ci sono anche momenti in cui un soccorritore desidererebbe indossare due divise...specie quando fa un freddo cane e il climatizzatore dell'ambulanza sembra non voler collaborare.
Quando tutto ghiaccia e fuori nevica così tanto da sembrare una nevicata stile Lapponia, il soccorritore si rende conto che l'ultima speranza è il riscaldamento.
Una mattina d'inverno, a causa della neve, riuscimmo a fare 3 uscite in 8 ore, senza mai tornare in sede, tanta era la neve che ci impediva di andare a più di 40km/h.
E la cosa comica in tutto questo era il riscaldamento che ci aveva abbandonati proprio all'inizio del turno.
Le avevamo provate davvero tutte per farlo partire, e dopo quasi 8 ore sul mezzo gelido mi stavo anche abituando alla divisa ormai inzuppata fradicia e alla temperatura che rasentava i 10°C nel vano sanitario...una volta arrivati in sede, come per magia, il riscaldamento iniziò a funzionare.
In quel momento tutti stavamo desiderando di essere a casa, sotto il piumone a bere cioccolata calda invece di congelare senza pietà sul mezzo.
Il fatto è che quando sei un soccorritore (e non solo quando "fai il soccorritore", ma questo argomento lo tratterò un'altra volta) è più forte di te, rinunci volentieri ad una giornata in piscina d'estate o alla cioccolata d'inverno.
Salvo naturalmente quelle occasioni di cui sopra, dove spirito di sacrificio e intenti quasi blasfemi si intrecciano in una miscela perfetta...ma del resto, siamo esseri umani anche noi!! ;-)

Nessun commento: