domenica 20 novembre 2011

Occhi Blu

Una mattina mi è capitato di affrontare una situazione che ammetto mi ha letteralmente stretto il cuore.
In generale, i pazienti che mi toccano più emotivamente sono gli anziani.
Sono le persone che spesso vivono il disagio maggiore, chi perchè abbandonato, chi perchè divorato da varie ed eventuali malattie...ognuno con la sua storia, e quello che mi fa male è vedere che la solitudine non guarda in faccia proprio a nessuno.
Con questo non dico che non ci sia il lieto fine, anzi! Per fortuna non per tutti la vecchiaia è un'agonia di solitudine.
La signora di stamattina ad esempio sola non era, anzi...e per la sua età era ancora bella forte.
Veniamo chiamati per un codice rosso, persona incosciente.

Quando la Centrale Operativa chiama per un "rosso, incosciente" al nostro arrivo troviamo due tipi di situazione:
1. Un vero codice rosso
2. Un paziente le cui condizioni sono state travisate completamente da parenti e simili

Per fortuna la signora di questa mattina rientrava nel secondo caso.
Scendemmo dall'ambulanza, volammo letteralmente in casa e la trovammo per terra in cucina con del sangue spalmato sul pavimento.
La chiamai, la scossi e lei aprì gli occhi piano.
"Signora mi sente? Mi vede?" le chiesi, e lei con uno sguardo disorientato e spaventato mi fece cenno di sì.
Tirammo un sospiro di sollievo.
Avvisammo la Centrale, prendemmo i parametri ed iniziammo a prenderci cura di lei; nel frattempo arrivò il medico rianimatore in posto con l'automedica, che io e squadra aiutammo.

La signora era spaventatissima, e parlando con la sua famiglia venni a sapere che anche il giorno prima aveva avuto un malore ed era stata portata al pronto soccorso, dove aveva firmato i moduli per la dimissione.
Mi scappò un sorriso alla puntualizzazione del figlio della signora "è dura mia mamma! Se si impunta, non c'è niente da fare, ha ragione lei".
Vedere quella persona forte così indifesa e spaventata mi strinse il cuore.
Leggevo nei suoi occhi la paura di chi senza rendersene conto si trova per terra, circondata da estranei con strane tute colorate che dicono cose incomprensibili, senza sapere come, quando e perché.
Una volta caricata, cercammo di rassicurarla.
Si lamentava appena del dolore causato dalla caduta e dall'agocanula che le aveva infilato nel braccio l'infermiere; la voce bassa e tremula tradiva il suo smarrimento più totale.
Era in un'ambulanza, per la seconda volta in due giorni, con un ago nel braccio, legata come un salame su una scomoda tavola rigida, circondata da ben 4 estranei che la chiamavano e le parlavano, ma forse lei nemmeno riusciva a capire.
Arrivati in pronto soccorso, la sbarellammo e mi venne del tutto naturale accarezzarle la testa mentre la muovevamo sul lettino, probabilmente facendole anche male (e purtroppo era inevitabile, andava spostata).
"Signora, mi raccomando, non scappi dal pronto soccorso, questa volta lasci che i dottori scoprano cosa c'è che non va! Poi torna a casa con calma, promesso?" e lei mi fece cenno di si, piano piano.
Prima di uscire presi un lenzuolo del PS e la coprii, altrimenti avrebbe avuto freddo come quando la spostammo sulla nostra barella...forse, un po' ingenuamente, pensai che magari con un lenzuolo si sarebbe sentita un po' meno indifesa.
 


1 commento:

Martina ha detto...

Provo la stessa cosa nei confronti degli anziani..forse perchè in determinate situazioni sono deboli ed indifesi!